Come si scaricano i film ?

Taxista a Milano 5 munti fa, che mi vedeva armeggiare con il Treo:
d. Lei lo usa internet?
r. Un pochino
d. Come si fa a scaricare i film ?
r. E’ illegale.
d. Ma davvero ? lo fanno tutti.

E’ l’essenza di un articolo che sto scrivendo con Francesco Sacco della Bocconi su “the tragedy of the digital property” per parafrasare Hardin “the tragedy of the commons”.

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10 thoughts on “Come si scaricano i film ?”

  1. E’ reato, è rubare quindi anche peccato!
    Non sai quanto sia difficile spiegarlo ai giovani della parrocchia…
    La risposta è sempre questa: “Ma davvero ? lo fanno tutti.

    L’altro giorno ero convinto di aver persuaso una persona, in tutta risposta ha disinstallato Emule, ma non ha cancellato il suo serial preferito!!!
    La tentazione a cedere è forte, a volte resto a corto di argomenti! Soprattutto quando si combatte contro l’ignoranza della legge e della fede.
    Grazie

  2. L’unione del tuo articolo e del primo commento sui giovani della parrocchia porta diritto al mio commento:
    cinema parrocchiale
    ho appena pagato 8 euro per il biglietto
    sono seduto in attesa che cominci il film
    la sala si oscura
    parte un filmato psichedelico da mal di testa
    “…non ruberesti mai una borsetta…”
    “…non ruberesti mai un cellulare…”
    “..scaricare i film è reato!”
    Ottima pubblicità mirata. E tu dici che il messaggio non arriva?
    Io sono uscito dal cinema e continuava a ronzarmi per la testa “…scaricare i film… scaricare i film… scaricare i film…”
    Forse era meglio metterlo come pubblicità nei taxi!

  3. il messaggio “scaricare i film é reato” é un falso ideologico.
    quindi, dare questo messaggio, é un reato.
    (in quanto va contro “il senso di fiducia e sicurezza nelle relazioni giuridiche”).
    scaricare film/musica non é un reato ma un illecito e quindi c’e’ una sanzione amministrativa
    mettere a disposizione per scaricare é un reato.
    Tommaso, (spero che tu non tenga all’etichetta come chi precisa di essere “Ing.”) devo dire che il tuo commento mi ha colpito e non poco, anzi, decisamente tanto.
    Mi ha aperto gli occhi su una dimensione totalmente non considerata in precedenza da me sugli impatti della smaterializzazione.
    La smaterializzazione determinata dalla digitalizzazione e dalla interoperabilita’ dei sistemi (resi possibili dai processi di standardizzazione condivisi) implica che certi beni materiali diventano in larga misura “beni” immateriali se non addirittura servizi.
    ora, i beni immateriali hanno una caratteristica completamente diversa dai beni fisici ed é ciò che scriveva Jefferson:
    “He who receives an idea from me, receives instruction himself without lessening mine—as he who lights his taper at mine, receives light without darkening me.”
    e il punto e’ proprio il “without lessening mine” e “without darkening mine”
    la “proprietà” nei beni immateriali é definita come un insieme di restrizioni imposte da un sistema normativo , non é intrinseco nel bene.
    mi spiego meglio
    un disco é un disco, ha una fisicità che implica che il concetto di proprietà che é maturato in migliaia di anni sia immediatamente autoevidente.
    la “proprietà” di un bene immateriale non é una vera proprietà ma un insieme di restrizioni agli utilizzi ammissibili definiti da un contratto che si basa su una legislazione di riferimento.
    in un paese che non aderisce ai TRIPS (trattati multilaterali sulla proprietà intellettuale definiti in ambito WTO (World Trade Organization)), la “proprietà” intellettuale semplicemente non esiste (pur esistendo la proprietà fisica).
    Alla fine é sempre una questione di bilanciamento di interessi.
    Vuoi vendere mortadelle ? devi fare un trattato commerciale in seno al WTO e per farlo devi accettare anche i TRIPS e quindi definire anche nel tuo paese il concetto di “proprietà” intellettuale.
    Ma questa non é “vera” proprietà inteso nel senso della proprietà fisica, il nome é sbagliato, si potrebbe chiamarlo “patrimonio” che forse nella accezione di Jefferson sarebbe più calzante.
    La limitazione tra patrimonio e proprietà é una costruzione legale per generare una scarsità che consenta uno sfruttamento economico.
    Non dico che tutto questo sia sbagliato, casomai dico che é sbagliato acettare norme monodirezionali per vendere la mortadella.
    Faccio un esempio: c’é un significativo lavoro di manutenzione per mantenere il ponte di rialto o la fontana di trevi. perche’ un centro commerciale in oriente deve poter fare “la settimana di venezia” e non viene riconosciuto alla società di venezia un diritto di proprietà intellettuale (visto che l’attuale forma del ponte di rialto é tale proprio grazie al continuativo lavoro)? A questo mi riferisco, ad esempio, quando parlo di monolaterlismo, norme che vanno in una direzione che accettiamo per vendere mortadella e parmigiano (mentre la’ fanno il parmesan).
    Arrivo al punto.
    Spero di aver fattoa cquisireil fatto che la “proprieta” nei “beni” immateriali non é una “vera” proprietà in quanto non sono veri “beni” ma solo relazioni contrattuali che dipendono dalla legislazione (e dalla asimmetria della potenza negoziale cliente-fornitore, ma questo tralascio di approfondirlo senno’ scrivo un trattato)
    In alcune legslazioni non esiste.
    Ne consegue, che in queste legislazioni, rendere disponibile un in download un contenuto non sia un reato mentre in italia lo é.
    Quando “rubare” é definito non relativamente ad una proprietà intrinseca di un bene (la sua fisicità) ma é funzione di un sistema di riferimento variabile nel mondo, può essere considerato un peccato in alcuni luoghi e non in altri ?
    detto in altri termini, il peccato e’ la violazione di una relazione sociale condivisa o é specifico di un atto ?
    perche’ se fosse la prima, sarebbe la fine dell’idea di separazione tra stato e chiesa.
    usare una prozione di spettro elettromagnetico assegnato ad un terzo, é rubare ?
    e se questo terzo non lo usa ?
    diamine, non avevo mai pensato al rapporto tra smaterializzaione e religione.
    Grazie!

  4. Per il “DON” non ci tengo, ma è un’occasione comunicativa unica, non identifica una professione, ma in tre lettere ti offre il mio stato di vita, le mie profonde convinzioni religiose e il quadro valoriale di riferimento; quindi è più una comodità comunicativa.
    L’espressione “E’ reato, è rubare quindi anche peccato!”, è solo riassuntiva, quindi va presa con le pinze.
    È molto che rifletto sull’immaterialità del oggetto del diritto d’autore digitale, ma per me è più una scusa per fare ciò che si vuole…
    La tua risposta mi è molto utile, mi piacerebbe approfondirla davvero.
    Andando a ciò che chiedi non credo di risponderti adesso in modo pieno, ho bisogno di riflettere.
    Ci sono culture (ad esempio alcune di quelle nomadiche) dove rubare non è considerato ne un reato ne un peccato, ma un normale mezzo di sostentamento; la morale cristiana, in questi casi, più che occuparsi dei singoli atti posti in essere da ogni singola persona (un uomo che vive ed è cresciuto in quella cultura ed è sinceramente convinto che appropriarsi di oggetti altrui non è sbagliato, non compie peccato mortale), si pone piuttosto in modo educativo sia nei riguardi del singolo che della cultura.
    Trasferendo questo esempio sui nostri giovani, che si ritrovano in un vuoto culturale, dove è considerato normale vedersi un film scaricandolo dal peer to peer, trasferire gli mp3 da un lettore ad un’altro (“Tutti lo fanno”), ogni singolo atto è certamente riprovevole, ma tecnicamente non andranno per questo all’inferno(…), perché sono sinceramente convinti che non sia sbagliato, non sanno niente di diritto d’autore, e non si accorgono che ogni volta che vanno al cinema a vedere un film hanno posto in essere una relazione con l’autore, che questi gli fa vedere il film a certe condizioni. A noi il compito di educarli al rispetto della volontà altrui anche quando non è così esplicita, in questo però vorrei la collaborazione di tutti, ci si è preoccupati di reprimere, vedi per esempio blocchi per impedire il p2p o i sistemi drm, che io sappia nessuna scuola italiana ha fatto conoscere ai suoi alunni che cosa sia il diritto d’autore, probabilmente non ci si fida dei giovani, che vengono considerati tutti dei bulli digitali. Conosco tanti giovani che scaricano illegalmente, ma pochi di loro sanno rippare un DVD!
    L’altra questione morale che sollevo volentieri è quella dell’autore o proprietario, ma qui riassumo solo per ragioni di tempo, l’autore/proprietario del software, nel momento in cui si è assicurato una diffusione ampia del prodotto, perché non sperimenta occasioni economiche di commercializzazione? Le licenze studenti sono poi così corrispondenti alle opportunità e alle necessità dei giovani? La mia questione è questa: l’autore/proprietario dopo aver imposto con vincoli immateriali l’uso del suo prodotto immateriale non è immorale che ponga i suoi probabili clienti dinnanzi la scelta di essere illegali o di pagare un prezzo esoso?
    Spero di esser stato chiaro, ma sono qui anche per discuterne e capire io stesso.
    ciao

  5. credo che il discorso sia andato troppo ampliandosi…perdendo di vista cosa è al centro…
    tutto ciò ke scrivete mi pare giusto e sensato…forse un pò portato all’eccesso.
    non è io intento dire cosa sia giusto e cosa sbagliato…ma mi piacerebbe sapere se vi siete domandati “perkè”….perkè “tutti lo fanno”….tutti hanno emule sul proprio pc….?????????
    scaricare è illegale…ki l’ha deciso??? perkè?? questi stessi signori che hanno detto ke “scaricare è rubare”…perkè nn si sn messi nella posizione di dire: permettiamo che film, musica, ecc…siano più accessibili, siano alla portata di tutti?…sarebbe stato più semplice…
    questo per dire ke è troppo facile dire scaricare è illegale…io dico ke i primi ladri sono coloro i quali decidono i prezzi di copertina di (ad es) cd originale…26€!!! quando un cd costa 0,50 cent…o un dvd, meglio nn dire…….da vergognarsi!
    non so se ho reso l’idea di ciò ke penso…penso ke certe cose se le facciamo è perkè il “comune andare delle cose” ci induce a farle…
    spero di nn essere considerata banale…solo ke nn mi piace quando si usano troppi paroloni senza guardare poi alla realtà dei fatti…
    saluti!

  6. cara appassionata…
    leggi qui:
    http://www.equiliber.org/index.php?option=com_content&task=view&id=45&Itemid=68
    http://blog.quintarelli.it/2007/01/circa_heilbrone.html
    http://blog.quintarelli.it/2007/01/band_che_vende_.html
    http://www.equiliber.org/index.php?option=com_mamblog&Itemid=74&task=show&action=view&id=320&Itemid=74
    e poi leggi i post di qs blog su “dmin” ovvero http://www.dmin.it.
    siamo in una fase di transizione.
    perche’ i prezzi scendano,non ci devono essere intermediari che non aggiungono valore.
    per poter retribuire gli artisti, occorre un sistema oggettivo di misurazione della loro popolarita’
    impegnati un’oretta, ne vale la pena.
    leggi, vai e diffondi…
    p.s. non sei banale.

  7. Ti ringrazio per aver corretto il mio errore: ho modificato il mio articolo e, prendendo spunto dal mio errore, ne ho anche scritto un altro.
    Scaricare e basta è un illecito ma, visto che molti sistemi P2P mettono automaticamente in condivisione la parte del file che hai già scaricato e questa funzione non è disabilitabile, il risultato è che scaricando con quei programmi in pratica si commette reato e non un semplice illecito.

  8. dopo l’interpretazione mediatica dell’ultima sentenza della cassazione non ho più argomenti legislativi considerati validi…
    la confusione generale è diventata una scusa in più.
    la via è quelle che mi hai indicato in questi commenti:
    il rispetto delle volontà altrui.
    domanda: anche quando questa volontà resta poco chiara?
    grazie

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