Un Brutto Decreto Interministeriale contro la Pedopornografia

Link: Decreto Interministeriale contro la Pedopornografia.

1. I siti segnalati dal Centro possono essere inibiti al livello minimo di nome a dominio ovvero a livello di indirizzo IP ove segnalato in via esclusiva.

nell’andirivieni delle bozze era diventato "sono inibiti a livello minimo", avevo chiesto di togliere "minimo", siamo tornati alla formulazione iniziale

il regolamento che e’ stato diffuso da Telecom (?) sulle modalità di attuazione dice:

1)    Lista dei siti da inibire,mediante nome a dominio. Tale lista conterrà tutte le URL che il CNCP dichiara come da inibire. Come anticipato precedentemente la legge prescrive che l’operazione di inibizione possa essere realizzata mediante il blocco della sola parte nome a dominio (FQDN) delle URL comunicate. Gli ISP, in tal caso, dovranno provvedere all’estrazione dell’FQDN dalle URL comunicate, e su di esse operare l’inibizione.

finche’ e’ cosi’, puo’ essere accettabile.

Resta il fatto che oggi e’ così e il buco interpretativo resta. Voglia il Signore che non diventi un pretesto per installare sistemi di filtraggio di tutto.  con quello che si legge delle intercettazioni in Italia, rischia di essere una crepa pericolosissima nei diritti civili.

c’e’ sempre il caso che qualcuno faccia notare che ci sono dei vizi di costituzionalita’.

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7 thoughts on “Un Brutto Decreto Interministeriale contro la Pedopornografia”

  1. ti sei perso questo: http://it.news.yahoo.com/29012007/26/minori-accordo-polizia-telecom-per-centro-contrasto-pedopornografia.html
    cmq (per quanto riguarda la costituzionalità) il decreto è attuativo della Legge 6 febbraio 2006, n. 38 in questa parte: Art. 14-quater. – (Utilizzo di strumenti tecnici per impedire l’accesso ai siti che diffondono materiale pedopornografico) – 1. I fornitori di connettività alla rete INTERNET, al fine di impedire l’accesso ai siti segnalati dal Centro, sono obbligati ad utilizzare gli strumenti di filtraggio e le relative soluzioni tecnologiche conformi ai requisiti individuati con decreto del Ministro delle comunicazioni, di concerto con il Ministro per l’innovazione e le tecnologie e sentite le associazioni maggiormente rappresentative dei fornitori di connettività della rete INTERNET. Con il medesimo decreto viene altresì indicato il termine entro il quale i fornitori di connettività alla rete INTERNET devono dotarsi degli strumenti di filtraggio.
    p.s.: 2° volta che cerco di commentare, spero che questa volta ci riesca

  2. No, non me lo sono perso.
    cosa gli hanno dato ? un link a Internet e dei PC ? e’ questo cio’ che capisco. non mi sembra degno da commentare.
    diciamo che secondo me hanno preso la palla al balzo per lasciare un messaggio alla massaia vogherese “non sono solo spioni, sono anche brava gente che insegue i pedofili”.
    comunque Marco Forneris e’ un galantuomo.

  3. Non è un decreto brutto, è bruttissimo. Inutile. Deleterio. Pericoloso. Non combatte la pedopornografia (che non usa siti web ma altri canali) per vari motivi. Non serve. E’ solo un meccanismo che potrebbe (sono buono e metto il condizionale) essere usato per altri fini. Ho raccolto un po’ di leggi ‘pro’ Internet qui: http://maus-blog.blogspot.com/2007/01/censura-internet-italia-come-cina.html (magari per ora si tratta di tentativi goffi, impacciati e scarsamente applicabili, e quindi non fanno molti danni, ma la direzione è quella secondo me)

  4. L’orientamento generale desta ancora più preoccupazione se si pensa a quello che è successo in Italia con la telefonia.
    Lì i sistemi di ‘filtraggio’ erano in una sola azienda e accessibili a pochi operatori, qui stiamo parlando di sistemi decisamente più ditribuiti.
    Ragionando su quello che potrebbe accadere c’è da essere veramente preoccupati…

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