su Telecom e il nodo delle strategie

Dal Corriere della Sera:

Il prossimo consiglio d’amministrazione è fissato per il 13 giugno. C’è poco più di una settimana di tempo per mostrare che Telecom Italia non si è arenata su un assetto di vertice che rischia di imballare il gruppo. A meno di uno show down che appare possibile in qualsiasi momento, i fatti parlano chiaro. Alla presidenza c’è un manager, Pasquale Pistorio, che si è astenuto al momento di votare il piano industriale

Questo me lo ero dimenticato..

presentato dal vicepresidente con deleghe, Carlo Buora, e dall’amministratore delegato Riccardo Ruggiero. Solo questa semplice divergenza fa capire come la società possa rischiare lo stallo. All’ultimo consiglio inoltre Pistorio si è guadagnata la supervisione sulle strategie. E vuole far valere queste sue prerogative. Nel frattempo, il nuovo assetto societario non permetterà ai soci che subentreranno a Pirelli di avere voce in capitolo, se non nell’arco di alcune settimane o addirittura di mesi. Il compito di questo consiglio sarà quindi fare sì che un’azienda strategica per il Paese come Telecom Italia emerga sui mercati per quello che le viene riconosciuto essere: una buona società, ben amministrata, capace però anche di garantirsi un futuro.

Il vertice, volente o nolente, dovrà mostrare di essere capace di non dividersi o, in caso contrario, di prendere decisioni estreme come l’uscita, se queste saranno necessarie per impedire lo stallo.

vedremo, per me non succede nulla fino a settembre/ottobre, fino a quando l’autorita’ brasiliana (Anatel) non dara’ l’OK definitivo al contratto di cessione Pirelli-Olimpia-Telefonica.

Prodi sul Corriere della Sera dice:

«Il piano Rovati era un appunto in cui si chiedeva una rete pubblica in modo che tutti gli utenti fossero su un livello di parità. Allora fummo indicati come nemici dell’economia di mercato e questo ha danneggiato moltissimo l’Italia. Ma la sua era un’ipotesi di politica industriale che poi è quella che si sta portando avanti oggi»

Non mi pare esatto. Rovato diceva quanto sopra ma ANCHE che il controllo di fatto doveva finire allo stato con il 30% controllato dalla Cassa Depositi e Prestiti. Che POSSA essere questa la conclusione, OK. ma che DEBBA essere questa, non necessariamente.

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