Sulla rete e sul fisso-mobile: déjà vu

Agcom ha deciso oggi che i servizi di integrazione fisso-mobile di Telecom e Vodafone possono partire.

Faccio alcune osservazioni

  • prevedo ricorsi; gli altri operatori esclusi di fatto avranno da ridire
  • saranno necessarie misure procompetitive, soprattutto per i dati. Non e’ sufficiente che Vodafone e TIM, bonta’ loro, a loro discrezione, decidano chi puo’  competere con loro e chi no (conosco operatori che non sono partiti con dei servizi, perche’ rifiutati da questi perche’ ritenuti "non interessanti"). Occorrono degli obblighi e regolamentazione delle tariffe all’ingrosso. Non possono essere Vodafone e TIM i gatekeeper della concorrenza, sostituendosi all’AGCOM.
  • sempre piu’ persone staccheranno la spina del fisso aggravando la remunerabilità della rete fissa che ha gia’ sofferto. Vodafone lo fara’ di certo, non ha nulla da perdere. Telecom dovrà seguire per non perdere gli utenti. Di certo la convenienza degli utenti ad avere un prodotto unico al posto di due prodotti implica riduzione di valore complessivo per il sistema.
  • Ricordo che i risultati semestrali mostrano un calo dell’EBITDA domestici (del margine) del 9,2% con una sostanziale tenuta dei ricavi del mobile. E’ mia personale opinione (non suffragata da dati) che il calo di EBITDA della rete fissa sia maggiore di quello del mobile e quindi ben oltre il 10%

Qui mi collego al min. Gentiloni che dichiara

"L’ipotesi è quella di una società distinta a cui conferire la rete – afferma il ministro – Ma questo non basta. Bisognerà trovare nuove regole di accesso dei diversi operatori alla rete separata. Telecom chiede la cancellazione totale delle asimmetrie? È chiaramente una posizione negoziale: si arriverà a riformularle, mai a cancellarle". "Per la rete di prossima generazione servono investimenti – sottolinea Gentiloni – dell’ordine di almeno un miliardo l’anno per i prossimi anni. Sia Telecom che Fastweb sono in grado di farvi fronte, anche con altri operatori. Anzi, potrebbero cooperare, come è accaduto in Francia, per costruirla. Ma tutto dipende dal meccanismo regolatorio che garantirà la remunerazione dell’investimento".

Diciamolo agli svizzeri che possono farvi fronte, con una previsione di redditività decrescente.. Pero’ l’idea della collaborazione al One Network ormai è acquisita.

Di questo sono soddisfatto.

Sulla quotazione in borsa dice

"e’un’opzione sul tappeto. Ma è una soluzione che rischia di prolungare un’incertezza che dura da un anno e che una societarizzazione della rete con quotazione in Borsa prolungherebbe ancora. Adesso, con il closing della cessione di Olimpia, Telecom ha bisogno di stabilità"

Mi permetto sommessamente di dissentire.

L’incertezza e’ al piano di sopra, sugli azionisti. L’incertezza al piano di sotto, sulla strategia, è ancora da affrontare.

Io credo (ma vari analisti finanziari con cui ne ho discusso concordano) che il problema è che gli investimenti nell’infrastruttura necessitano di tempi (ordine decine di anni) e garanzie differenti dagli investimenti nelle società di servizio che necessitano di tempi piu’ brevi (ordine di qualche anno).   

L’unica opzione che vedo e’ quella di un cambiamento delle regole del gioco che assicuri che tutti gli operatori concorrano alla remunerabilita’ della rete fissa (che sta anche alla base degli operatori mobili (le celle si attaccano li’)) compatibile con un piano di investimenti  le cui priorita’ strategiche, in termini di servizio al paese, siano definite dalla politica (considerando impatti socioeconomici di breve e lungo periodo)

Diversamente credo che assisteremo a una tragedy of the commons e a quel punto si che lo Stato dovrà intervenire.

Il debito aziendale fa si che le risorse disponibili (la quantità di licheni a disposizione delle renne) sia ormai assai esiguo e questo, a mio modo di vedere, e’ il motivo per cui il tema in Italia è più attuale che nel resto d’Europa (unitamente a fattori culturali, demografici, geografici, orografici, ecc.).

Escludere la quotazione in borsa associata a un quadro come tratteggio sopra, secondo me, equivale a rinviare il problema rendendone la soluzione assai piu’ complessa, quando il momento non sarà più rinviabile.

Déjà vu

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2 thoughts on “Sulla rete e sul fisso-mobile: déjà vu”

  1. I servizi sono 2 e sono diversi.
    Vodafone e’ una questione tariffaria: se stai vicino alla tua cella di casa, paghi l’urbana.
    Con TIM se stai in casa e hai un access point wifi dato da telecom e hai la linea fissa e hai alice e ha il servizio unico, allora, quando fai una chiamata passi dall’access point e non dalla cella GSM e paghi meno.
    Tutti gli operatori mobili possono fare entrambi, sulle proprie celle e sulle DSL di chiunque con il sw opportuno (qualche settimana fa scrissi u post su T-Mobile che fa lo stesso di Unico in USA ma su qualunque DSL e Access Point)
    sono gli altri operatori fissi che non riescono a farlo. Quelli che non saranno MVNO non riescono per nulla e quelli che saranno MVNO lo possono fare SOLO se il loro MNO di riferimento glielo consente tecnicamente.
    Operatori fissi non MVNO sono tagliati fuori; gli MNO di fatto decidono se (bonta’ loro) concedere a un operatore fisso di fare l’MVNO.
    Operatori fissi anche MVNO sono sub judice del loro MNO
    le chiavi del mercato in mano agli MNO.
    a meno che, non ci sia una regolamentazione degli MVNO.

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