Chi sono i nativi digitali, quali sono e quanti sono ? – breve riflessione quali-quantitativa sull’argomento

La suddivisione nativi/immigranti digitali mi e’ sempre sembrata riduttiva. Mi sono divertito cosi’ a fare delle ipotesi e alcune classificazioni.

L’inizio dell’epoca va piazzato, a mio avviso, tra il 2000 e il 2001, anno in cui sono apparsi l’ADSL e l’iPod, di fatto staccando l’informazione definitivamente dal supporto e innescando la rivoluzione digitale.

In prima approssimazione, i nativi digitali sono quindi quelli che, quando questo e’ avvenuto, potevano goderne, ergo, avevano una decina di anni o piu’ nel 2000.

Poi ci sono quelli che si, usavano la rete, perche’ all’universita’ te la facevano usare, perche’serviva, ma non e’ che fosse proprio che ci sguazzavi dentro, che la usavi come complemento di vita.

Dopo ci sono quelli che la digitalizzazione e la rete hai dovuto beccartele, volente o nolente, perche’ servivano in ufficio.

Ovviamente ci sono anche i troppo piccoli e quelli piu’ anziani. Ed ecco cosi’ ho definito alcune categorie:

  • Nativi
  • Immigranti scolastici
  • Immigranti lavorativi
  • Estranei

A questo punto ho preso le tabelle demografiche dell’Italia e gli studi Istat sull’utilizzo di Internet ed ho incrociato i dati.
I “Digitalizzati” sono cosi’ quelli che, per volontà o loro malgrado, sono stati costretti ad usare la tecnologia. In larga misura, gli immigranti lavorativi usano si’ la rete, ma non è il loro mezzo, il loro acquario in cui sguazzare. Tornano a casa e spengono il computer. Non aspettarti di vederli twitterare in autobus. La rete non e’ parte di tutta la loro vita, ma solo di quella lavorativa. Il loro non e’ un Digital lifestyle.
Piramide Famiglie

Digitalizzati Digital Lifestyle
Io ? mi ritengo nella media del pollo, come “immigrato scolastico”

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5 thoughts on “Chi sono i nativi digitali, quali sono e quanti sono ? – breve riflessione quali-quantitativa sull’argomento”

  1. sul friendfeed di Marco Massarotto ci sono stati alcuni commenti che riprendo e posto qui, per fissarli un po’. (friendfeed scorre)
    Molto interessante, finalmente si cerca di andare oltre la semplice approssimazione immigrato/nativo. Non dimentichiamo comunque che esiste anche un ambiente, oltre a un periodo in cui si nasce 🙂 – Federico Fasce
    ha ragione Federico, io ho 33 anni, eppure mi sento un nativo. A casa mia il computer è entrato quando ancora non andavo a scuola così come internet, è arrivata praticamente subito. Definire nativi quelli che avevano 10 anni nel 2000 mi sembra un concetto troppo restrittivo e infilarmi negli immigrati scolastici/lavorativi mi sembra una forzatura, io navigavo, lavoravo e cazzeggiavo sulla rete quando i ragazzini di 10/12 anni nemmeno usavano la playstations… Poi vabbè saremo eccezioni che confermano la regola… – Emiliano Sanguigni
    bell’analisi, ma effettivamente la suddivisione per fasce di eta’ (che pure imperversa: GenY…) rimane piuttosto equivoca: non tutti i ggiovani sono su internet, non tutti i vecchi sono a digiuno di internet – Gino Tocchetti
    Mie risposte:
    infatti. il rosso digitale c’e’ in tutte le colonne. e in tutte le fasce. ma permetti che tra quando uno ha iniziato a a usare parafernalia digitale quando aveva 17 anni ed uno che ha iniziato quando aveva 10 anni, una differenza c’e’. quello che aveva 10 anni, tra i 10 e i 17 si intratteneva in modo diverso.
    Io ho 44 anni, uso internet da quando ne avevo 21 ed eravamo in qualche decina/centinaio di migliaia di persone. sono uno dei primi colonizzatori, forse, ma non sono “nativo”. quando avevo 13 anni il divertimento era andare a giocare a pallacanestro e il primo walkman e’ stato un sogno. ci si trovava a casa dell’amico col registratore a due piastre per duplicare.
    Emiliano, tu, tra i 10 e i 23 anni, che facevi ? avevi il walkman ? e le videocassette VHS ? e andavi al bar ? e il video sul pc lo ricordi a 160×120 a 8 fps ? si… Sei un immigrato, non sei un nativo. Un colonizzatore, ma sempre immigrato
    Federico, hai ragione, infatti c’e’ il rosso e il blu… non basta essere nella fascia d’eta’ dei nativi per esserlo, bisogna anche esservici.
    Chiariamoci, la qualifica di immigrato non e’ in relazione agli altri, ma in relazione a se stessi. Uno puo’ essere stato un colono, anche tra i primi esploratori, ma non e’ un nativo, non ci e’ nato, non e’ l’ambiente che ha sempre conosciuto; lui ha conosciuto (anche) altro, “prima”.
    Io mi reputo un immigrato scolastico; colonizzatore, ma pur sempre un immigrato

  2. Decisamente interessante. Mi chiedo però se fissando “l’inizio” come dici tu intorno al 2000 non si perda di vista un decennio, la fascia 30-40enni che hanno visto la nascita e l’evoluzione della rete in Italia (videotel, bbs, fidonet, etc etc).
    Questi come rientrano del tuo scenario? Tra essi ci sono molte persone tecnicamente esperte e soprattutto consapevoli delle potenzialità e peculiarità del mezzo.

  3. credo di no.
    il 2000 e’ stato l’anno dell’inizio di cambio di paradigma, l’anno in cui l’informazione si e’ staccata dal supporto e in cui e’ arrivato l’always on.
    mi sembrano due pietre miliari.
    colgo l’occasione per chiarire che “i vecchi” spesso si ritengono dei nativi. I nativi sono quelli che ci sono nati. non e’ che hanno un merito speciale, e’ solo un fatto anagrafico (e di contesto). I Coloni sono quelli che ci sono arrivati per primi, possonoe ssere stati nativi (in minimissima parte) immigrati scolastici o lavorativi (piu’ che altro questi ultimi, in realta).
    faccio la distinzione tra scolastici e lavorativi (sempre intendedo il periodo in cui si e’ immigrati) per il tipo di tempo libero che si ha. in fase scolastica, hai mezza giornata libera che in fase lavorativa non hai. ergo l’approcci alla tecnologia puo’ essere piu’ pieno e non finalizzato, come invece lo e’ nel periodo lavorativo.

  4. Le forze del nemico ci superano di sole 3 volte… e’ un buon giorno per morire, Stefano… e la giornata non e’ ancora finita.

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