La Stampa sul bandwidth crunch

L'Italia alle prese con l'adsl lumaca- LASTAMPA.it.

Ah, i titolisti… non c'entra l'ADSL, nell'articolo si parla di chiavette H3G. E' emblematico del fatto che il wireless mobile venga percepito come ADSL replacement, cosa che non è, strutturalmente.

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10 thoughts on “La Stampa sul bandwidth crunch”

  1. Emblematico ma del tutto motivato. Se nelle pubblicità le connessioni mobili vengono sempre sbandierate come sostitute dell’adsl, o si conosce l’argomento oppure ci si abbocca di sicuro. Si dovrebbero impedire certe pubblicità, ma tant’è…
    Di per sè, conoscendo le connessioni mobili, sono assolutamente d’accordo con le limitazioni. Quale sia la più adatta dipende dal carico di rete. Non a caso ci stanno ancora lavorando.

  2. Concordo nel giudizio sull’articolo. Mi incuriosisce l’aggettivo ‘strutturale’, perché non può essere strutturale?

  3. Motivatissimo… oramai la chiavetta che ci ha accompagnato nel “tour estivo” serve da pacere tra i figli che si litigano quel poco di banda extra che il provider della nostra rete casalinga consente.

  4. @Alessio: perchè anche nelle antenne collegate in fibra ottica (soluzione migliore possibile) il collo di bottiglia rimane sempre la quantità di dati trasmissibili via etere. Detto in altre parole, se anche arrivano 1000 Mbit/s all’antenna, questa ne può fornire solo 7,2 per portante (oppure 21/28 o più a seconda dello standard).

  5. corretto.
    il segmento di accesso alla rete nel wireless è condiviso, nel dsl (il cavo) è dedicato.
    se anche rimuovi tutta la scarsità a monte (backhauling sufficiente, backbone scarico), comunque pochi utenti possono creare congestione sull’accesso.

  6. Scusate vorrei meglio capire la questione del mobile internet: la portante a 7.2Mb è condivisa fra tutti gli utenti di quella antenna. Cioè 10 utenti ottengono 0.72Mbit?

  7. quasi.
    facciamo numeri tondi, per capirci.
    se la capacità della cella è 50Mbps e gli utenti accedono con chiavette a 10Mbps, dopo il quinto utente che fa traffico contemporaneo agli altri, tutti si dividono i 50Mbs.
    10 utenti che fanno traffico contemporaneamente avranno 5Mbps ciascuno.
    attenzione: 10 utentiche fanno traffico contempiraneamente può anche voler dire che ci sono 30 utenti connessi, con 20 che in quellistante non fanno traffico.

  8. Contento di ritrovare qui Pearl… sentivo la mancanza dei suoi interventi… rimane cmq LA DELUSIONE… La Tre (e non solo…) ci ha preso per il cuxxxo per quasi un anno, venendo fuori adesso con questo maledetto “bandwidth management” (che, a dir la verità, ancora non è ufficialmente pubblicato da H3G)… E come la mettiamo con la modifica unilaterale del contratto dal 29 marzo 2010???

  9. cioculetsv, sono politiche aggressive di acquisizione clienti: offerta civetta per un periodo, poi al raggiungimento della soglia di utenti prestabilita si degrada l’offerta osservando quanti ne rimangono; e si continua a degradare fino a che non ne scappano troppi. Sanno che l’inerzia degli utenti e’ forte (“che stronzi, oddio pero’ cambiare operatore e’ una rottura, rimango”, o anche “vabe’, ma tanto la uso poco”, o anche “vedo di farmela bastare”).
    In termini macroscopici l’effetto e’ quello di adeguamento dell’utenza telefonica in generale a servizi di pessima qualità, con restrizioni, non neutrali, etc. Dopo tot anni infatti avrai persone per cui e’ NORMALE che ci sia il bandwidth management, come oggi ad esempio ne hai tante per cui Internet = Facebook, come qualche anno fa Internet = Blog, come qualche anno fa Internet = Google, … , come (piu’ di qualche) anno fa Internet = Usenet+Mail. O piu’ costosi: 5 euro per il web, 5 euro per la mail, 5 euro per facebook, 5 euro per la privacy. Invece di 10 euro per un IP a/da cui fare quello che desideri (fermo restando che nel mobile il bandwidth throttle e’ d’obbligo perchè cmq non hai capacità trasmissiva abbondante al naturale).

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