Circa Wikileaks ed Assange

Cominciamo col non dimenticare che il "rapporto Caio", che non conteneva nulla di imbarazzante, salvo tre ipotesi di futuro, è stato svelato grazie a Wikileaks. Ancora non capisco perchè fosse diventato un tale segreto. Meno male che c'era wikileaks.

Di Assange non ho una grandissima opinione, o meglio non ho un opinione. Certo che questo suo atteggiamento da "…e fortunatamente che ci sono io che rivelo, decidendo cosa rivelare e cosa no" mi lascia perplesso.

Ad agosto scriveva Andrea nei commenti:

Il problema di come gestire la segretezza in una moderna democrazia ai giorni nostri si porrebbe anche senza wikileaks, la facilita' di reperimento e circolazione dell'informazione e' aumentata di ordini di grandezza, ed e' un fatto. Vedo wikileaks come un proof-of-concept, e vedo anche gli americani impreparati di fronte a cio'…

E trovo che sia sacrosanto.

Il fatto è che non è tecnicamente evitabile; lo sviluppo dell'elettronica sposta il controllo dal centro alla periferia e l'unico modo per evitare la diffusione di contenuti (eventualmente cifrati) è "disattivare" la possibilità di accesso always on (e quindi l'esistenza di server o peer disponibili) insita nelle reti digitali.

O la spegni, o l'informazione gira.

Ma non è una cosa poi molto grave il fatto che non si possa proteggere il segreto in modo assoluto "by design", vuol dire che devi starci attento e gestirlo con altre tecniche (come non si può garantire che un fertilizzante non venga usato per un attentato, ma in Israele ne sventano uno alla settimana).

In questo senso il "cablegate" ha aumentato di ordini di grandezza l'attenzione sulla questione e con essa anche il numero di blasonati commentatori che scrivono a vanvera (washington post).

Strano solo che non ci sia ancora un disegno di legge presentato "per risolvere la questione". Una volta tanto anche la crisi ha un effetto positivo…

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10 thoughts on “Circa Wikileaks ed Assange”

  1. In questo video della redazione di Repubblica
    http://tv.repubblica.it/rubriche/repubblica-domani/la-paura-di-mr-wl-un-processo-in-america/57822?video=&pagefrom=1
    Ezio Mauro a partire dal minuto 3.00 da la sua visione di cosa è un giornale ed un giornalista.
    Secondo la definizione che Mauro da dei giornalisti (da contrapporre a suo giudizio alla stessa Wikileaks, considerata un mero “mezzo” per far arrivare le notizie ai giornalisti veri), Assange svolge proprio quella stessa funzione (ed è fra laltro ciò che lui stesso ritiene di essere, un giornalista).
    Da qui la spiegazione, imho, di come mai i leaks filtrati siano solo quelli che decide lui.

  2. >> Strano solo che non ci sia ancora un disegno di legge presentato “per risolvere la questione”. Una volta tanto anche la crisi ha un effetto positivo…
    A dire la verita’ e’ stato presentato al Congresso Usa il 2 dicembre.
    Si chiama Shield act, e’ stato proposto dal Democratico Joseph Lieberman e sottoscritto anche dai Repubblicani.

  3. Io non vedrei male un disegno di legge per prendere provvedimenti contro le nazioni che fanno spionaggio industriale ai danni di aziende italiane o uno per espellere dal territorio nazionale i diplomatici impegnati in crimini contro l’umanità.

  4. Non c’è ancora un disegno di legge, e forse non ci sarà a breve, ma sono certo che la questione della riservatezza delle informazioni porterà a uno sconvolgimento nel medio-lungo termine. Come giustamente dici, una volta creata l’infrastruttura e spinti tutti ad essere on-line, l’informazione gira e l’unico modo di garantire i privilegi oligarchici sarà quello di imporre misure coercitive.

  5. temo di non essere daccordo.
    Non ci può essere una misura efficace, a meno di non vietare la cifratura, cosa che non può avvenire perchè eliminerebbe tutte le transazioni a valore (ecommerce, trading, ecc) e gli usi aziendali (servizi remoti, vpn, ecc).
    Se cè la cifratura, ci sono i leak. La tecnologia per farli è funzione degli ostacoli. Aggiungi ostacoli ed il sw diventa più smart.
    È inevitabile…

  6. « 4. This has little to do with WikiLeaks. WikiLeaks is just a website. The real story is that “least trusted person” who decided to violate his security clearance and make these cables public. In the 1970s he would have mailed them to a newspaper. Today he uses WikiLeaks. Tomorrow he will have his choice of a dozen similar websites. If WikiLeaks didn’t exist, he could have put them up on BitTorrent. » (Bruce Schneier)
    http://www.schneier.com/blog/archives/2010/12/wikileaks_1.html

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