I mercati e i tiranni del rating

È il titolo di un articolo su Repubblica oggi.

È vero. Loro parlano e condizionano i mercati.

E i mercati li seguono con conseguenze anche nefaste per alcuni.

E certo, talvolta prendono cantonate, come quella volta, mi pare nel 2003, in cui non ravvisarono rischi dei bond Parmalat. O quella volta, mi pare nel 1999-2000, in cui non ravvisarono rischi dei bond Cirio.

Ma facciamo un esperimento mentale: immaginiamo che il soggetto criticato dalle agenzie sia molto credibile ed autorevole. Più di queste agenzie così frequentemente soggette ad errori. Immaginiamoci _oggi_ una agenzia che sparli della Germania e una Cancelliera che sostenga le proprie argomentazioni.

A chi crederebbero i mercati ? Noi siamo altrettanto credibili o autorevoli ?

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5 thoughts on “I mercati e i tiranni del rating”

  1. C’è gente che proprio non riesce a capire che analizzare, parlare e condizionare è il loro lavoro. Sono pagati proprio per far quello. Bah.

  2. La vicenda lehman è complessa… Ci sono stati cambiamenti regolamentari repentini che a qualcuno sembrano stati disegnati apposta per favorire un certo consolidamento, tipo il book to mark…

  3. quando ci rendiamo conto che ogni nostro gesto influenza irrimediabilmente le lente ruote del destino, allora sì… anche qualcun altro si accorge che siamo autorevoli.
    E siccome siamo piccoli e abbiamo le gambe corte, i nostri sono tempi molto lenti a volte infinitamente lenti, tanto da sembrare immobili agli occhi delle potenti corporazioni, che tipicamente poi si accorgono di noi in ritardo.

  4. Ma “Inside Job” non ha avuto successo in Italia? Mi sembrava che spiegasse bene quanto era successo e, soprattutto, perché. Magari se qualcuno si accorge che c’era anche un pezzo con DSK, e che si parlava anche prostituzione di alto bordo, ricompare nelle sale con qualche sottotitolo “piccante”…

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