Come si nominano i controllori ?

Tra poche settimane scadono i mandati dei commissari AGCOM e andranno ri-nominati.

Qqualche giorno fa Mucchetti su Il Corriere ha scritto un pezzo circa il rischio di continuare nella lottizzazione partitica delle autorità di controllo, dedicando attenzione specificatamente all’AGCOM. una autorità centrale per lo sviluppo (il futuro è digitale e sia tlc che media passano da questa autorità)

I professionisti delle Authority e le scorciatoie del potere.

Il
governo Monti fonda sulla legge 481 del 1995 le procedure di nomina
dell’ Autorità dei Trasporti, che assegna al ministro competente il
compito di proporre i nomi, al Consiglio dei ministri sotto la guida del
premier la conferma o meno della proposta e alle commissioni
parlamentari del ramo in seduta congiunta l’ ultimo vaglio, previa
audizione dei candidati, e la nomina a maggioranza qualificata. Nel 1995
governava Lamberto Dini. Con la 481, si varò l’ Autorità per l’
Energia. Nel 1997, quando si trattò di istituire l’ Agcom, che
interessava Rai, Mediaset e gli editori, sparì il voto a maggioranza
qualificata e ricomparve la lottizzazione. Ora, con la pur meritoria
riduzione da 8 membri a 4 più il presidente, per i meccanismi
parlamentari il collegio può finire preda esclusiva di Pdl e Pd.

Luca de Biase ha scritto un interessante post, invitando ad una consultazione multistakeholder

Consultazioni allargate per le nomine Agcom – Crossroads.

E non a caso ci si comincia a domandare se non sarebbe il caso applicare una logica multistakeholder anche alla nomina della prossima Autorità per le Comunicazioni che – con le dovute differenze – è una responsabilità del governo e del parlamento. Due mesi sono sufficienti a impostare una larga consultazione tra editori, piattaforme, autori, gestori di reti e tutti gli inetressati. Le decisioni della prossima Agcom saranno importanti per lo sviluppo dei media in piena trasformazione e di conseguenza per la crescita del paese. Cercare di costruire un consenso preventivo attorno all’Autorità potrebbe ridurre la litigiosità e aumentare la capacità decisionale.

Luca Nicotra ha trascritto una parte del dibattito in parlamento che portò alla nomina di un commissario; con le attuali regole si vota un nome, di fatto su indicazione dei partiti, senza avere una certezza di chi sia la persona cui quel nome fa riferimento. Si potrebbe votare “paolo rossi” ma non essendovi un obbligo di deposito delle candidature, potrebbe essere un “paolo rossi” qualunque.

Il
futuro dell’informazione e dell’innovazione in mano a cinque persone.
Che non conosci tu. Ma neppure quelli che dovrebbero sceglierle. | un
blog di Luca Nicotra
.

Se
il processo di nomina non cambierà ci ritroveremmo a fare delle
consultazioni senza avere i nomi dei candidati che nella storia
dell’Autorità mai sono stati pubblici in anticipo.

Quello della nomina dei controllori è un tema assai dificile.
Credo che non esista un criterio “giusto”; ogni scelta, per costruzione, tralascia qualche aspetto che per qualcuno è rilevante; soprattutto una scelta irrevocabile si presta a malcontenti.

Vi racconto brevemente una esperienza di processo di costruzione informata di un compromesso, una “esperienza ‘sciame'”, cui ho partecipato nel 1991 (!) al Siggraph. Loren Carpenter ci fece giocare a pong, tutti 1600 nel salone, dandoci una palettina catarinfrangente verde da un lato e rossa da un altro; la metà di sinistra della platea contro la metà di destra, verde faceva salire la racchetta, rosso la abbassava. tanto maggiore la densità del colore quanto maggiore la velocità di spostamento della racchetta. 800 persone agivano come una unica mente accelerando e rallentando lo spostamento della racchetta usando come feedback solo la proiezione sullo schermo della racchetta che si muove.

è un esempio di processo di formazione di decisioni in cui le scelte degli altri (che io vedo in tempo reale) condizionano la mia decisione, che cambia nel tempo fino a raggiungere un equilibrio, sulla base del principio “una testa, un voto”.

non è detto che tutti i problemi affrontati convergano ad una soluzione, teoricamente una soluzione di compromesso potrebbe non esistere, e ci potrebbe essere una perfetta parità (ma è molto improbabile)

un video del sistema si puo’ vedere qui.

dando per assodato che sarebbe bello che i candidati ad AGCOM fossero noti a priori e che la decisione fosse multistakeholder tra gli interessati, un tale sistema darebbe scientificamente il miglior compromesso, ma è evidente che non può essere implementato.

Mi sbaglierò ma non mi pare che da parte del governo ci sia il tempo e la “management attention” per definire ed attuare nuove regole di nomina (sarei piacevolmente sorpreso del contrario!) per cui immagino che avverrà comunque un processo non formale e non pubblico di formazione delle candidature e di negoziazione delle nomine, in cui governo e partiti discuteranno e le principali aziende del settore marcheranno entrambi.

Mi pare difficile che si possa evitare una forma di lottizzazione ma forse almeno sui requisiti si potrebbe lavorare.

Che so, richiedendo che i candidati non siano politici trombati (o loro parenti), che siano competenti di qualcuno degli argomenti gestiti dall’autorità, e che non siano manager, consulenti e azionisti rilevanti (o loro parenti) di aziende aventi significativo potere di mercato.

IMHO

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