Confronto tra i contratti di Dropbox, Skydrive, Google Drive, iCloud, Box.net

Dropbox
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Microsoft Skydrive
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Apple iCloud
Except for material we may license to you, Apple does not claim ownership of the materials and/or Content you submit or make available on the Service. However, by submitting or posting such Content on areas of the Service that are accessible by the public or other users with whom you consent to share such Content, you grant Apple a worldwide, royalty-free, non-exclusive license to use, distribute, reproduce, modify, adapt, publish, translate, publicly perform and publicly display such Content on the Service solely for the purpose for which such Content was submitted or made available, without any compensation or obligation to you.

Google Drive
When you upload or otherwise submit content to our Services, you give Google (and those we work with) a worldwide license to use, host, store, reproduce, modify, create derivative works (such as those resulting from translations, adaptations or other changes we make so that your content works better with our Services), communicate, publish, publicly perform, publicly display and distribute such content. The rights you grant in this license are for the limited purpose of operating, promoting, and improving our Services, and to develop new ones.

Box.net
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9 thoughts on “Confronto tra i contratti di Dropbox, Skydrive, Google Drive, iCloud, Box.net”

  1. Mah.. a me sembrano diverse parole per dire la stessa cosa.
    Su Skydrive mi sembra strano che ci sia solo quella frase riguardo alla gestione dei contenuti. Altrimenti potrebbero fare ben poco con i file che hanno in mano, anche a livello di servizi all’utente.

  2. L’inglese lo mastico poco, ma se ho capito bene i file che si caricano su Google Drive diventano di proprietà di Google che li può però usare limitatamente, ovvero solo per “operare, promuovere e migliorare i nostri servizi, e di svilupparne di nuovi.”

  3. Sulla citazione di Drive vi siete dimenticati della riga sopra:
    “Some of our Services allow you to submit content. You retain ownership of any intellectual property rights that you hold in that content. In short, what belongs to you stays yours.”
    Quella che avete pubblicato serve per far funzionare il servizio di indicizzazione ed altri. Senza quelle righe google non potrebbe ad esempio mostrare le anteprime dei video nella ricerca di youtube oppure permetterti di scaricare i file da docs in altri formati. Il bello di google e che ti permette di sciogliere il contratto quando vuoi ed eliminare tutto dai loro server.

  4. “Il bello di google e che ti permette di sciogliere il contratto quando vuoi ed eliminare tutto dai loro server.”
    Non è vero: le condizioni dicono invece tutt’altro, ovvero che la licenza è perpetua, e tranne alcuni servizi specifici, per i quali è prevista la possibilità di cancellare i propri dati, per il resto anche se chiudi tutto loro possono continuare a usare i tuoi contenuti.
    La frase esatta riportata nel TOS italiano è infatti: “Questa licenza permane anche qualora l’utente smettesse di utilizzare i nostri Servizi … Alcuni Servizi potrebbero offrire modalità di accesso e rimozione dei contenuti forniti a tale Servizio.”. POTREBBERO: quindi se un loro servizio non prevede la cancellazione, la regola generale è che i contenuti che gli hai mandato loro possono usarli quasi per fare qualunque cosa.
    Il fatto, inoltre, è che nella frase “I diritti che concede con questa licenza riguardano lo scopo limitato di utilizzare, promuovere e migliorare i nostri Servizi e di svilupparne di nuovi.” quel “svilupparne di nuovi” significa che in futuro potrebbero lanciare un servizio “compra i dati privati di un altro utente a 1€ al mega” e vendere i tuoi dati e tu avresti ben poco da difendere visto che loro stanno semplicemente “comunicare, pubblicare, rappresentare pubblicamente, visualizzare pubblicamente e distribuire tali contenuti” per sviluppare alcuni loro nuovi servizi.
    Purtroppo al momento le loro linee guida non fanno distinzione tra un video caricato su youtube per essere reso pubblico, un messaggio lasciato su google plus, una email inserita in gmail o un documento privato inserito in google docs. Se la frase avesse detto “limitatamente allo scopo del servizio nel quale sono stati inseriti” poteva andare.. ma la frase dice che tutti quei diritti (anche quello di comunicare a terzi o pubblicare genericamente un dato privato) possono usarli anche limitatamente a nuovi servizi che si inventeranno. Probabilmente non hanno bisogno di stare a specificare meglio perchè tanto la base di utenti ce l’hanno comunque e quindi tanto vale dire “possiamo fare tutto quello che vogliamo, fidatevi che non abuseremo ma se lo facciamo cavoli vostri”.

  5. Stefano Quintarelli

    la seconda parte è una bella frase ad effetto che però legalmente non vuol dire un granché. la prima parte vuol dire che eventuali violazioni di copyright sono responsabilità tua.
    se tu mi chiedi di fare una traduzione, non mi devi dare una licenza. la licenza me la devi dare affinché io possa farla non “at the user’s direction” e se mi dai una licenza per qualunque servizio futuro io voglia fare, vuol dire che mi dai una licenza per qualunque cosa.

  6. Vi metto i link di due articoli, uno di Ars Technica e uno di The Verge, riguardo alle policy di Google Drive. A quanto pare Google non vanta alcuna proprietà sui file. Forse vuole utilizzare quelli condivisi come pubblici per fini pubblicitari:
    http://arstechnica.com/gadgets/news/2012/04/your-google-drive-files-now-in-googles-promo-materials.ars
    http://www.theverge.com/2012/4/25/2973849/google-drive-terms-privacy-data-skydrive-dropbox-icloud
    Leggete 😉

  7. A me sembra che senza dei termini di servizio come quelli potrebbe delinearsi uno scenario in cui un orda di patent troll passi il tempo a caricare contenuti e idee su Google Drive (o servizio equivalente) con la speranza che Google (o società equivalente) faccia qualche servizio simile al contenuto descritto per poi rivendicare la paternità dell’idea e conseguenti diritti di sfruttamento. Vista anche la loro acquisizione degli asset di Motorola proprio in ottica litigation, forse temono che un scenario del genere sia effettivamente possibile e hanno ritenuto di mettersi al riparo alla meglio per loro e alla peggio per gli utenti.

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