Crisi di suicidi: Notizie che non lo erano ?

Mi ha scritto Roberto segnalandomi il dramma dei suicidi:

Leggo oggi che i suicidi da recessione-depressione sono saliti ieri a 23

accompagnando una riflessione sulla crisi.

la prima risposta che gli ho dato è stata: "saliti" rispetto a quanto ?

Sos suicidi per debiti, almeno 18 da inizio anno – Cronaca – ANSA.it.

Sos suicidi per debiti, almeno 18 da inizio anno Nasce associazione dei familiari, fiaccolata a Roma

L'ANSA riportava 18, diciamo che sia un intorno di 20.

Incuriosito, sono andato a guardare i dati ISTAT (riferiti a tutto il 2010). Download Suicidi e tentativi di suicidio – 05_mar_2012 – Tavole (xls)

Nel 2010 ci sono stati 2399 suicidi in Italia; assumento una distribuzione lineare, al 14 aprile 210 c'erano stati 684 suicidi 684! (Oggi siamo al giorno 104 dell'anno, ovvero al 28,5% dell'anno).

In realtà dai dati ISTAT si rileva che nei primi mesi c'e' stata una incidenza maggiore: nei primi 33% dei giorni dell'anno ci sono stati il 42% dei suicidi. (ovvero una concentrazione del 47% superiore rispetto al resto dell'anno), ma teniamo buona l'assunzione lineare per i conti.

A marzo 2010 ci sono stati in Italia 10 suicidi *al giorno* !

Vediamo le situazioni che potrebbero avere a che vedere con il lavoro:

  • Nel 2010 ci sono stati 310 suicidi di disoccupati. sempre assumendo una distribuzione lineare, come oggi, sarebbero stati 88.
  • I suicidi per ragioni accertatamente economiche (quelli per ragioni ignote sono il 38%) sono stati il 7,6%. Come oggi, sarebbero stati 52.

E' certamente salita l'attenzione che i media danno al fenomeno. Sul fatto che il fenomeno sia aumentato, bisognerà vederlo nei numeri.

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11 thoughts on “Crisi di suicidi: Notizie che non lo erano ?”

  1. Credo che la distribuzione dei suicidi sia linare quanto quella del consumo di gelati, ma comunque i dati della CGIA di Mestre che sono qui http://www.cgiamestre.com/2012/04/suicidi-con-la-crisi-quelli-economici-sono-aumentati-del-246/ sembrano abbastanza chiari (e con un dato 2010, motivi economici più basso di quello che indichi).
    Se non sbaglio i media hanno sempre scelto di non evidenziare i suicidi perché si crerebbe un effetto traino pericolosissimo. Quindi, se è così, sarebbe meglio non evidenziare affatto queste notizie.
    Ma, fermo restando che parlare di “motivazioni” per un suicidio è insensato quanto parlare di “equità” ad un miliardario, il punto qual è?
    Se serve capire se la crisi crea tensioni sociali nuove ed estreme ci sono anche tanti altri indicatori a portata di mano. Dalle rapine (fatte) dai pensionati all’affollamento alle mense dei poveri ( http://www.caritasitaliana.it/materiali/Pubblicazioni/libri_2011/rapportopoverta_2011/schedadati_rapportopoverta2011.pdf ), dall’usura alla facilità di vedere qualcuno che fruga nei bidoni della spazzatura, c’è solo da scegliere.
    O il punto è, come qualche anno fa, dire che la crisi riguarda solo greci e spagnoli?

  2. d’accordissimo, ma in una società dove vince chi urla, il fenomeno rischia di passare in sordina e col menefreghismo di tutti.
    Se servisse a dare una regolata a certe procedure e miopie di (dis)Equitalia, per esempio, si potrebbe dire che non sono morti invano.

  3. Se servisse a dare una regolata a pagare le tasse, anziché aspettare un condono fiscale, potremmo dire che non sono morti invano. Ah no, quello si è solo barricato nell’agenzia delle entrate.

  4. Meglio leggere il rapporto che uscirà in gennaio e non la pubblicità .gov altrimenti è ovvio che non si capisce non solo quali sono le cifre in gioco ma anche perché e come la spesa bellica continua a crescere con “discrezione” da tempo.
    Ad esempio è scontato che l’apposito ministero dello sviluppo economico usi il proprio budget principalmente per finanziare l’industria bellica? Intuitivamente direi di no e guardando al numero di imprese, di addetti e di fatturato dei settori non armati neppure. Anche se consideriamo le tecnologie più recenti per lo sviluppo economico di una nazione non direi che sono da usarsi con lo scolapasta protettivo in testa, eppure…
    Ma il rapporto esce a gennaio perché le cifre non sono ancora definitive. Magari, dopo anni di “tecnologie contabili”, “fatturazioni curiose” e “tag bizzarri”, questa volta cambia tutto!

  5. @Bubboni quindi dici che la cifra dell’articolo è giusta e che il check del Quinta è sbagliato perchè in realtà i missili li sta pagando il ministero dello sviluppo economico? Sotto che voce li avrebbero nascosti?

  6. No, dico di leggersi il rapporto (che esce a gennaio) perché è da migliaia di anni che i soldi non sono tutti in un barattolo con su scritto “soldi” ma una bella parte è in quello dove c’è scritto [NON LO DICO PER SICUREZZA].

    Il ministero che si chiama “sviluppo economico” non nasconde affatto che usa il grosso del suo budget per un certo settore industriale che non ha più addetti, non genera più PIL, non è più innovativo o contribuisce meglio alla pace mondiale di tutti gli altri messi assiseme. E’ una scelta politica ma che serve anche, a mio parere, a non permettere di fare facilmente i conti di quanto va effettivamente in armi e di quanto cresce la spesa bellica.

    Ma non è assolutamente l’unico caso. Ad esempio se tu finanzi integralmente una banda musicale composta tutta da dipendenti a tempo pieno poi pensi che quando vuoi ascoltare della musica li chiami e suonano per te, dato che sono tuoi dipendenti. E invece, da oltre vent’anni, se vuoi che allietino i tuoi viaggi in autobus li devi ripagare da capo. Ma tu non ci avevi pensato e non guardi nei posti giusti del bilancio dato che le spese per i dipendenti sono da una parte e quelle per “viaggi lieti e sicuri” sono da tutt’altra. Tutto è correttamente etichettato ma va visto secondo dei principi che si sono affermati negli anni ’90 e non secondo una visione della guerra e dei relativi finanziamenti adatta al tempo degli spadoni a difesa dei sacri confini.

    Ma tutto questo sarà presto superato. Infatti è notizia che questa settimana che in futuro, quando si parlerà di bilancio comunitario…

  7. @Bubboni: Attendiamo Gennaio così ci darà le chiavi per leggere i costi nascosti e le ipotesi per le quali quei costi nascosti servano a finanziare i missili (piuttosto che le escort di qualcuno): del resto se chi riesce a leggere tra le righe poi si tiene per se il metodo di lettura, non può lamentarsi che gli altri non sanno farlo.

  8. Beh, intanto su milex.org trovi l’anticipazione con le note e per una serata hai già da leggere anche prima che il panettone sia finito.
    Però non è che si tratta di voci “nascoste” nel senso di “sotto la mattonella” ma piuttosto, come dicevo, di “nel barattolo con su scritto ben chiaramente zucchero” (ops, spero non sia un segreto militare!). Del resto se la contabilità non è finita con Pacioli forse c’è un po’ di discrezionalità nello scegliere le cassettine dove mettere i soldi e non solo stupido determinismo alla ricerca di un tag.
    Comunque io che destinerei in ben altro modo soldi, materie prime, frequenze e cervelli sono contento di questo sforzo per smentire, tra l’altro, i dati NATO sulla crescita della spesa bellica locale.
    Si nasconde anche quello che puzza, non solo quello che vale.

  9. Parlo per me e non per il padrone di casa: se i bilanci sono falsi, allora che i soldi siano nella difesa o altro mi interessa poco, mi interessa che venga smascherato il bilancio falso e che chi l’ha fatto paghi per questo. A quel punto i soldi per la difesa saranno chiari e chiunque potrà valutarli a proprio modo. Mi sembra poco utile mischiare due cose: sarebbe altrettanto grave se nelle spese dello zucchero ci nascondessero un rimborso ai malati di qualche malattia rara. Mischiare l’illegale con il cattivo o lo sbagliato rischia di passare come operazione complottistica e populista.

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