Concorrenza e diritti (aka. On rights and competition)

Italiano Download 2014.09.28 Concorrenza e diritti (pdf)

Sintesi

Internet rappresenta la dimensione immateriale dell’esistenza, che si pone in continuità e complementarità, non in alternativa, alla dimensione materiale. Le relazioni immateriali sono mediate dalle piattaforme online, che si sono sviluppate con grande rapidità e con pochi vincoli, in particolare grazie alla “Direttiva Europea eCommerce” del 2000 (recepita in Italia nel 2003), che ha introdotto per i gestori l’esonero di responsabilità sui contenuti.

Le piattaforme online sono oggi determinanti per l’utilizzo di Internet e rappresentano non solo il sistema principale per interagire nella dimensione immateriale, ma anche le più importanti interfacce per la dimensione materiale. Tuttavia non si tratta di strumenti neutri: i modi di concepirle e di declinare la user experience sono in grado di orientare e modificare fortemente i comportamenti degli utenti. Non solo: le piattaforme mirano a produrre effetti di lockin (rendere ad un utente molto difficile l’abbandono di un servizio adottato) e di assenza di interoperabilità. Le norme sulla proprietà intellettuale vengono utilizzate per assicurarne, in vari modi, la chiusura. E’ quindi ormai il momento di riesaminaare se la regola dell’esenzione di responsabilità dei gestori non si stia dimostrando inadeguata, se e come sia opportuna una sua riconsiderazione.

Nella dimensione immateriale, ampiamente deregolamentata e veloce, caratterizzata da ritorni crescenti, che tende a monopoli o oligopoli globali, in pochi anni si sono infatti create, e si stanno creando, posizioni di dominanza nella intermediazione di servizi della dimensione materiale, senza le garanzie e i vincoli previsti per gli analoghi intermediari “precedenti”. Si sta inoltre producendo la sostituzione di intermediari locali operanti nella dimensione materiale con intermediari multinazionali operanti nella dimensione immateriale: in altri termini consentire la presenza di gatekeeper nella dimensione immateriale sta producendo la perdita di governo di larga parte della dimensione materiale.

Per difendere il mercato, e con esso i diritti dei cittadini, bisognerebbe intervenire per ridurre il numero di gatekeeper e non consentirne di nuovi, come invece vorrebbe chi desidera eliminare la neutralità della rete. Sarebbero quindi auspicabili provvedimenti ex ante che sanciscano i diritti dei consumatori e degli operatori economici, oggi tutelati solo ex post. L’Europa, con la sua dimensione di mercato di consumatori, dovrebbe decidere se accettare lo status quo o intervenire, anche in modo creativo, per un futuro diverso.

 

English  Download 2014.09.28 on rights and competition (pdf)

Abstract

The Internet represents the immaterial dimension of existence, which complements and acts in continuity with the material dimension rather than being an alternative to it. Immaterial relationships are mediated by the on-line platforms that have developed rapidly and with little control largely because the European e-Commerce Directive of 2000 exempted them from liability.

On-line platforms are now determining factors in the use of the Internet, and become not only the principal means of interacting with the immaterial dimension, but also the most important interfaces for the material dimension. However, they are not neutral: as a matter of fact, the ways in which on-line platforms are conceived and user experiences are shaped are capable of orienting and modifying user behaviours. And that is not all because the platforms are designed to produce the effects of lock-in (which make it very difficult for users to abandon an adopted service) and the absence of interoperability, as the laws governing intellectual property rights are used to assure their closure in various ways.

The widely deregulated and rapid immaterial dimension is often characterised by increasing returns that tend to give rise to global monopolies and oligopolies which, in a few years, have created (and are still creating) positions of dominance in intermediating the services of the material dimension without any of the guarantees or restrictions foreseen for their predecessors. They are replacing local intermediaries operating in the material dimension with multinational intermediaries operating in the immaterial dimension: in other words, allowing the presence of gatekeepers in the immaterial dimension is leading to a loss of governance of a large part of the material dimension.

In order to defend the market (and, with it, public rights), the present gatekeepers should be subject to specific pro-competitive regulation and the entry of the new gatekeepers wanted by those (who would like to eliminate the neutrality the Internet) should be prevented. It is therefore to be hoped that ex ante provisions are introduced in order to protect the rights of consumers and economic operators who are currently only protected ex post. Europe, in its dimension as a market of consumers, should decide whether to accept the status quo or intervene in order to ensure a different future.

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2 thoughts on “Concorrenza e diritti (aka. On rights and competition)”

  1. HTTP, SMTP, DNS sono i protocolli APERTI che hanno permesso di scambiarsi messaggi e conoscenza. Internet era un luogo dove “condividere un protocollo” era la base di tutto. Potevi togliere una qualunque azienda da internet e per gli utenti non sarebbe cambiato quasi niente (qualun altro avrebbe occupato quel “posto” senza effetti particolari).
    Per la maggior parte delle persone se togli Google, Facebook, Apple e Whatsapp internet non esiste più: se ne togli anche una sola crei un disagio enorme. Ammetto che a me stesso succederebbe se Google domani scomparisse di punto in bianco.
    Google ha provato ad usare l’approccio del protocollo aperto con tutto ciò su cui non aveva il monopolio e nonostante sia google non ha avuto successo. Quindi l’unica speranza di vedere interoperabilità è che i governi la pretendano.
    Io vorrei poter scegliere di avere i miei dati su Google Drive, iCloud, DropBox, SkyDrive o Owncloud e poterli spostare in qualunque momento senza problemi potendo continuare ad usare gli stessi siti e stessi software per gestire i miei file online.
    Vorrei poter decidere di usare un software di messaggistica piuttosto di un altro non in base al fatto che tutti gli altri usano quel particolare software ma in base alle mie preferenze. Vorrei che un Hangout, Whatsapp, Line, Telegram e chi più ne ha più ne metta potessero interoperare o per lo meno permettessero in maniera aperta a terzi di creare alternative per operare sulla loro rete. Vorrei poter convincere un amico a cambiare software di messaggistica come una volta lo convincevo a cambiare client di posta elettronica, ma non è più possibile farlo, perchè non puoi più cambiare il client senza cambiare il servizio.
    Come si potrebbe pensare di imporre questa interoperabilità senza “uccidere” il mercato? Forse quando i tuoi utenti superano una certa percentuale del mercato nazionale (quella percentuale che crea effetto rete e lockin) dovrebbe scattare automaticamente un meccanismo per cui devi diventare interoperabile (o almeno rendere il protocollo aperto)? E’ pensabile? Ci sono alternative?
    Dobbiamo anche ammettere che Whatsapp e Facebook hanno contribuito ad allargare internet enormemente: tantissimi amici non avrebbero mai fatto un piano dati sul loro smartphone (e forse non avrebbero nemmeno uno smartphone) se non fosse per questi due. Quindi bisogna trovare l’equilibrio giusto per consentire a queste realtà di creare nuove dipendenze ma allo stesso tempo non consentire loro a chiunque altro di entrare.

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