L’erba del vicino: Verizon traccia il browsing degli utenti

Verizon Wireless, the nation's largest wireless carrier, is now also a real-time data broker. According to a security researcher at Stanford, Big Red has been adding a unique identifier to web traffic. The purpose of the identifier is advertisement targeting, which is bad enough. But the design of the system also functions as a 'supercookie' for any website that a subscriber visits. "Any website can easily track a user, regardless of cookie blocking and other privacy protections. No relationship with Verizon is required. …while Verizon offers privacy settings, they don’t prevent sending the X-UIDH header. All they do, seemingly, is prevent Verizon from selling information about a user."

via beta.slashdot.org

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4 thoughts on “L’erba del vicino: Verizon traccia il browsing degli utenti”

  1. uhmmmm! sbaglio o questo si configura come una alterazione(manipolazione del traffico)?
    forse è il caso di ripartire dall’ABC del trasporto e ricordare che la net neutrality anche a questo serve.
    perchè chi trasporta (ed in special modo l’operatore di trasporto che eroga la parte di accesso in quanto è il solo che conosce identità o del mittente o del destinatario) :
    1) non deve analizzare il contenuto del trasporto
    2) non deve modificare il contenuto
    3) non deve modificare l’intestazione del contenuto (lo può fare solo chi fornisce un servizio a valle di una richiesta esplicita del cliente del servizio non chi fa il semplice trasporto all’insaputa del suo cliente)
    4) non deve alterare l’ordine di transito nella sua rete (FIFO tra tutti i pacchetti che viaggiano sulla rete Best Effort modificare l’ordine di transito su infrastrutture dedicate al Best Effort è una violazione contrattuale nei confronti di tutti gli utilizzatori della infrastruttura Best Effort.
    solo l’utente (dopo aver ricevuto o prima di spedire) può alterare l’ordine di transito.
    il vero problema (peccato originale) è che NESSUN operatore di trasporto (in particolare quello di accesso) comunica i dati che servirebbero per una valutazione efficace delle sue prestazioni e del rapporto prezzo/prestazione e cioè:
    1) come sia fatta la sua rete di trasporto a disposizione del best effort (per ogni tratta la sezione e per ogni router/switch la capacità di commutazione)
    2) quanti sono gli utenti contrattualizzati che possono usare la rete best effort
    3) quanti sono gli utenti operativi o quale sia il tasso di saturazione di ciascuno degli elementi che compongono la rete di trasporto best effort una sorta di “onda verde” della sua rete.
    4) come siano dimensionati i suoi gateway verso il resto degli utenti internet.
    senza le informazioni di cui sopra (misura internet da quest punto di vista non serve a NULLA) è impossibile stabilire quale sia la causa di una congestione (calo di prestazione)
    a) esterno al proprio confine di responsabilità
    b) superamento del condizioni statistiche minime dichiarate nei contratti
    c) overbooking sulla propria rete
    d) distrazione di risorse Best Effort verso altri scopi.
    Ovviamente se l’operatore eroga solo e soltanto Best Effort restano solo le ipotesi a) e b) c) e sapere quanti sono gli utenti operativi e quelli contrattualizzati aiuterebbe a capire quale livello di condivisione statitisca è stata utilizzata per dimensionare la rete best effort di quel operatore di trasporto
    I contratti di trasporto best effort sono come una lotteria dove non è dichiarata ne ne la probabilita di vittoria ne il monte premi … e tentare di capirlo dall’esterno è quasi impossibile.

  2. il problema è che la tutela di qualsiasi diritto fondamentale deve essere ex ante non ex post e per essere veramente ex ante deve essere strutturale in altri termini le tutele vere (quelle che impediscono anche a chi è veramente grande di commettere il reato) non devono essere una grida manzoniana che al massimo impedisce il reato al ladro di polli ma deve essere qualcosa che non è scavalcabile.
    Nelle “comunicazioni” fatta salva la liberta dei singoli di dire e/o ascoltare cio che vogliono è divenuto fondamentale il “trasporto” se il trasporto è nelle mani di pochi il pericolo è strutturale e per superare strutturalemnte il problema del trasporto la rete di accesso deve essere a proprietà “diffuso”/”distribuito”.
    Quando il solo mezzo di trasporto delle comunicazioni era l’aria esisteva un problema di contiguità tra chi parlava e chi ascoltava ma non era necessario alcun intermediario e quindi strutturalmente o si segregavano le persone o era impoossibile impederne o modificarne le comunicazioni …. dobbiamo tornare strutturalmente alla medesima condizione anche in presenza di una diversa forma di “trasporto” dell’informazione e l’unica soluzione è mantenere un controllo trasperente dell’accesso in seno alla comunità locale.

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