L’ordine dei risultati di Google protetti in USA dal primo emendamento

With the First Amendment behind it, Google is now free to put search results in whatever order it wants, according to a recent ruling by a US court in San Francisco. The company has been fighting to earn this right for years, but it wasn't until last week that a judge in the Bay Area decided to grant the search giant such a thing, citing freedom of speech as the main influencer in the decision.

via www.engadget.com

mi chiedo se questo non abbia implicazioni sulla responsabilità (in USA). che ne pensate ?

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10 thoughts on “L’ordine dei risultati di Google protetti in USA dal primo emendamento”

  1. Se non c’è modo di verificare il ranking come fai a sapere che il signor Page non decide di modificare manualmente i risultati delle SERP, facendo quindi una operazione editoriale, per la quale la legge prevede delle responsabilità diverse rispetto al trattamento automatizzato?
    Se un giudice non ha nessuno strumento per verificare che il risultato sia realmente il frutto dell’algoritmo e che su questo algoritmo non incidono scelte editoriali, come si fa ad accertare che Google operi nella legalità.
    Se non puoi far rispettare una legge allora dovresti valutare se sei disposto ad eliminare la legge o modificarla in modo che si possa.

  2. questo vale anche per la legge statunitense? (io non lo so, sto chiedendo)
    poi oggettivamente cosa vuol dire “modificare manualmente”? Un algoritmo che scelga di abbassare i risultati di un sito X è una modifica manuale? e se l’algoritmo abbassa i risultati se trova una parola chiave che guarda caso è presente nei meta del sito X?

  3. Anche senza spingersi nell’ipotizzare che in Google possano avere “leve” per cambiare il ranking dei singoli siti a propria discrezione, supponiamo che nell’algoritmo ci sia un semplice “se dominio finisce con google.com allora raddoppia punteggio ranking”, semplice riga di codice che migliora il ranking di tutte le pagine dei siti google rispetto ai concorrenti.
    E’ giusto che google possa farlo senza nemmeno dichiararlo? Non conosco la legge americana ma secondo me sarebbe meglio se il player dominante non potesse abusare della sua posizione dominante nella search favorendo i propri altri prodotti di altri settori rispetto a quelli di terzi.
    Ma se un giudice non può verificare l’algoritmo non sapremo mai se questo accade o meno.
    Sicuramente sarebbe più semplice fare in modo che la stessa azienda non possa essere leader nei motori di ricerca e allo stesso tempo vendere advertising su altri siti: “posso resistere a tutto tranne che alle tentazioni” diceva Wilde … se io fossi Google temo non resisterei.

  4. Sono d’accordo che ci sono mille sfumature, ma prendiamo il caso più eclatante che ti ponevo nel commento precedente:
    Google inserisce nell’algoritmo una regola per cui facebook viene tolto dai ranking, per cui tutte le pagine che parlano bene di un determinato partito vengono nascoste come quelle che parlano male di un altro partito.
    E’ una cosa che ti/ci va bene? E’ una cosa che va bene per la legge? Se non va bene, esiste uno strumento attualmente per verificare che non stia già accadendo e che non possa accadere?

  5. Se non sai qual è la legge USA, puoi solo fare supposizioni, esattamente come sto facendo io. Quindi scrivere «una operazione editoriale, per la quale la legge prevede delle responsabilità diverse rispetto al trattamento automatizzato» non ha alcun senso, o meglio ce l’avrebbe in Europa.
    Detto questo, la prima frase dell’articolo linkato da Quinta è «A San Francisco court ruled last week that Google has the right to arrange its search results as it pleases, which confirms the company’s long-held position, while underscoring the stark difference in how U.S. and European authorities seek to regulate the search giant» (grassetto mio). Quindi sì, se vuole Google può raddoppiare il punteggio dei siti @google.com oppure può togliere dalla lista i siti @facebook.com. È giusto? Per la legge americana a quanto pare sì. Possiamo discutere se è moralmente lecito, ma i fatti sono quelli. (E per quello che ho capito io dalla mentalità americana, quello non è abuso di posizione dominante, perché chiunque può in teoria fare un searcher migliore)

  6. Hai ragione, io portavo la discussione su un livello più “alto”, non direttamente legato a ciò che oggi le leggi (o chi le interpreta) permettono o meno di fare. Anche però riportando ad un livello legale non sono così convinto che sia così “netta” come la poni tu: alcune leggi sono state interpretate in un certo modo e per alcune persone quel modo è contrario a principi costituzionali (oppure alcune scelte sono state fatte secondo una “interpretazione” di un principio costituzionale che non trova largo consenso).
    Se il motivo per cui Google può ordinare i risultati è per via della libertà di parola/opinione, allora ne consegue che google quando fornisce un risultato sta esprimendo una opinione. Puoi denunciare per diffamazione chi esprime una opinione che ritieni diffamante (anche negli stati uniti e anche con la sezione 230 del CDA, da quello che so): significherebbe che se ritengo che l’ordine dei risultati di Google sia diffamante nei miei confronti posso procedere contro di lui che non può più dire che c’è un ranking automatizzato visto che il diritto di mettere i dati nell’ordine che vuole gli viene dato proprio per il principio di libertà di opinione.
    Nel caso di questo articolo non c’è un problema di diffamazione poichè chi ricorre lamenta di essere stato tolto e quindi l’argomento è sicuramente diverso, ma se io fossi Google non sarei così contento se mi dicessero che posso mettere nell’ordine che voglio in virtù del primo emendamento (credo sia questo che intendeva Quinta con “implicazioni sulla responsabilità”).
    Ritengo che la CoastNews di cui parla l’articolo non avesse realmente ragione in questo caso (perchè non credo che Google abbia realmente messo una penalità legata alla concorrenza con quell’azienda), ma non la penserei allo stesso modo se domani Google togliesse dai suoi risultati tutti i risultati che politicamente gli fanno scomodo.

  7. sulla diffamazione potresti avere ragione, nel senso che se tra i primi risultati ce ne fosse qualcuno di diffamante Google potrebbe essere citata (in US, perché in Europa potrebbe cavarsela dicendo che c’è la legge sull’oblio e lei toglie i risultati, basta che documentino); resto dell’idea che almeno per l’ordinamento americano sia difficile che un giudice affermi che spostare risultati in basso sia illegale. (“togliere” risultati potrebbe essere illegale perché tu affermi di essere un motore di ricerca, e se non mi riporti dei risultati vuol dire che non hai fatto bene il tuo lavoro)

  8. Anne-Marie Guillerm

    Sono venuta sul suo blog dopo l’ascolta di 2024 del 6 febbraio di Radio 24. Sono un seguace di “2024” da anni e ho più volte apprezzato i suoi commenti.
    Quando ho visto il suo post su Flah player, ho pensato che avevo trovato LA soluzione.
    Un mese o 2 fa, ho scaricato, ahimè la versione 16 di FP : volevo rivedere un programma tv e mi é stata notificata che dovevo aver l’ultima versione per vederlo.
    Da questo giorno Firefox non mi permette di vedere il più dei vidéo e neanche la diretta di qualche radio, Radio 24 per esempio (“Error loading player: Flash version must be 10.0 or greater”).
    Per quanto ci provi non riesco a fare nulla.
    Funziona su Chrome, però. Ma a me non interessa usare Chrome regolarmente.
    Ho appena disinstallato FP 16 per mettere FP 11.9.900.170, come consiglia.
    Non va meglio… 🙁
    E il menu plugins di Firefox mi dice che “Shockwave flash 11.9.900.170 è noto per essere vulnerabile et deve essere aggiornato”….
    Sarebbe che il mio antico windows xp mi prenda in girò ?

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