La casa bianca contro il DNS poisoning

While we believe that online piracy by foreign websites is a serious problem that requires a serious legislative response, we will not support legislation that reduces freedom of expression, increases cybersecurity risk, or undermines the dynamic, innovative global Internet.
 
Any effort to combat online piracy must guard against the risk of online censorship of lawful activity and must not inhibit innovation by our dynamic businesses large and small. Across the globe, the openness of the Internet is increasingly central to innovation in business, government, and society and it must be protected. To minimize this risk, new legislation must be narrowly targeted only at sites beyond the reach of current U.S. law, cover activity clearly prohibited under existing U.S. laws, and be effectively tailored, with strong due process and focused on criminal activity. Any provision covering Internet intermediaries such as online advertising networks, payment processors, or search engines must be transparent and designed to prevent overly broad private rights of action that could encourage unjustified litigation that could discourage startup businesses and innovative firms from growing.
 
We must avoid creating new cybersecurity risks or disrupting the underlying architecture of the Internet. Proposed laws must not tamper with the technical architecture of the Internet through manipulation of the Domain Name System (DNS), a foundation of Internet security. Our analysis of the DNS filtering provisions in some proposed legislation suggests that they pose a real risk to cybersecurity and yet leave contraband goods and services accessible online. We must avoid legislation that drives users to dangerous, unreliable DNS servers and puts next-generation security policies, such as the deployment of DNSSEC, at risk.

via www.whitehouse.gov

 

qualche annetto fa scrivevo:

Una ultima annotazione circa l'enforcement: questo paper Profiting from piracy_preliminary analysis of economics of cyberlocker ecosystem (pdf) mostra che

a cyberlocker which removed its incentive system experienced a large decline in uploader activity

la domanda sorge spontanea: considerando lo scenario sotto

6a00d8341c55f253ef016764655bec970b

dove indirizzereste gli sforzi di enforcement ? nel mettere blocchi stradali sulla RETE 2, dove ci sono centinaia di operatori e centinaia di milioni di soggetti su una rete dove viaggia qualunque tipo di traffico tra estremi facilmente anonimizzabili, o sulla RETE 1 dove viaggiano solo messaggi strutturati tra soggetti ben noti ed identificati su reti di pochi operatori (ordine della decina) fortemente controllati ?

perchè gli sforzi di lobby vanno nella direzione della RETE 2 (internet), dove per inciso c'e' un "piccolo dettaglio" di rapporto dell'enforcement con diritti fondamentali  dei cittadini, come ci ricorda la corte (data la natura delle conversazioni che abbraccia qualunque argomento tra chiunque, a differenza di ciò che avviene sulla rete interbancaria (RETE 1) dove i messaggi sono strutturati e relativi solo a transazioni economiche e fortemente controllati e regolamentati, con rapporto tra privacy ed enforcement già indirizzato e risolto; il tutto in un quadro di rimozione di diritti degli utenti che erano consolidati e la cui rimozione avvantaggia le grandi piattaforme multinazionali, non certo gli operatori italiani. Gli editori faremo la nostra parte (more on this, soon) per nuotare controcorrente, ma partiamo svantaggiati.

La cosa che mi perplime è che dei diritti degli utenti, delle ipotesi alternative di enforcement, di diritti degli operatori nazionali rispetto alle grandi piattaforme, non ne vedo l'ombra.

Forse ha a che fare con il fatto che i partiti designano in questi ruoli perlopiù insigni giuristi ed accademici, a mio avviso abbastanza lontani sia dalla società civile che dalle strategie di business.

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3 thoughts on “La casa bianca contro il DNS poisoning”

  1. La tua posizione è talmente ovvia e condivisibile che non posso pensare che in tutto questo tempo non sia stata presa in considerazione. Quindi se non è stata seguita ci deve essere un motivo…
    Forse non c’è una reale volontà di risolvere il problema e quindi si fa tutto ciò che, essendo più complicato, non porta alla soluzione del problema?
    Forse i player che si occupano di pagamenti non sono così felici che gli vengano tolte fette di mercato (anche se illecito per loro vuol dire soldi che si muovono e quindi guadagni) e quindi sono stati bravi fino ad ora con attività lobbistiche a contrastare questo genere di soluzione?
    Forse i governi vogliono creare strumenti per il controllo (censura) di internet e quindi cercando di indirizzare tutte le “soluzioni” ai problemi di chiunque (pedofilia, pirateria per citare due esempi lontani.. dove la prima conquista l’opinione pubblica e la seconda conquista le major) sull’implementazione di qualcosa che pensano potrebbero poi utilizzare in futuro per avere più controllo su ciò che accade in internet? (vedi il ruolo che si ipotizza abbia avuto nella primavera araba)

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