Accordo Telecom-Fastweb per sperimentazione: e chi decide chi usa quale spettro ?

Roma, 5 mag. – Telecom e Fastweb hanno siglato un memorandum d'intesa per avviare una sperimentazione congiunta tesa a dimostrare che, anche in presenza di piu' operatori contigui e con cabinet saturi di linee, si potra' raggiungere stabilmente con l'Fttc (fibra fino al cabinet) la soglia di 100 Mega attorno alla quale si stanno sviluppando i ragionamenti sul roll-out della fibra ottica in Italia. A partecipare a questa sperimentazione ci sono anche i 'vendor' Alcatel Lucent e Huawei. Secondo Fastweb e Telecom, in sistesi, l'Fttc puo' aiutare a raggiungere – e aggirando molti problemi, innanzitutto economici e di investimento, oltre che di tempi – gli obiettivi dell'Agenda digitale. Tutto questo grazie a una tecnologia nota come Vdsl Enhanced (o E-Vdsl). .

via www.repubblica.it

Da quanto capisco, l'idea di base è dividersi l'uso dello spettro nel cavo, per non interferirsi.

un po' come decidere che si divide lo spettro in 2 canali e Tizio trasmette sul canale 1 e Frizzo sul canale 2.

e quando poi arriva un terzo, che succede ? si restringono tutti (e si rallentano gli abbonati già collegati ?) o si ritorna alla mutua interferenza ?

come per i canali TV, dovrebbe esserci una allocazione fatta da una autorita' (Agcom) che garantisca tutti i player…

imho funzionerà. (in laboratorio)

oppure ho informazioni sbagliate io ?

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23 thoughts on “Accordo Telecom-Fastweb per sperimentazione: e chi decide chi usa quale spettro ?”

  1. Antonio Baldassarra

    A me invece è chiarissimo, se guardi una piantina dove si vedono le tratte in fibra cantierate da Infratel capisci subito tutto.
    La “strategia” Infratel è quella di “completare la rete telecom” andando a mettere fibra dove Telecom ha ritenuto (o ritiene) non metterla perchè antieconomica.
    In sostanza Infratel serve per “completare la rete di Telecom” con soldi pubblici, un modo “Italiano” per aggirare le normative europee che lo vieterebbero.
    Ricordo con molta “simpatia” una presentazione che Infratel fece ad un’assemblea AIIP di qualche mese fa…. sicuramente qualcuno ti potrà raccontare.
    Ciao
    Tutto qui.

  2. condivido quanto detto sopra, ha sintetizzato perfettamente, Infratel è la società di scopo costituita su iniziativa del Ministero delle Comunicazioni e l’Agenzia nazionale per l’attrazione degli investimenti e lo sviluppo d’impresa Spa già Sviluppo Italia per: http://www.sviluppoitalia.it/societa.jsp?ID_LINK=1431&area=126 ci sono una miriade di progetti in Sicilia, http://www.provincia.trapani.it/comunicato.asp?C=1945, e non so che fine abbiano fatto

  3. @antonio
    ..le cose non stanno esattamente così.
    Infratel è una società di scopo che nasce per portare Internet nelle aree a fallimento di mercato, aree dove non solo Telecom, ma NESSUNO avrebbe interesse a fare investimenti. Non è solo a favore di Telecom, visto che Telecom paga per avere quella fibra, ma la potresti avere pure te.
    Infratel ha una ragione di esistere che è difficile da capire per un imprenditore. Chi mai andrebbe a buttare i soldi in Aspromonte? Loro lo fanno istituzionalmente. E’ l’unico modo serio per affrontare il digital divide. Non è un modo ‘italiano’ per aggirare normative europee. Al contrario, è un modo EUROPEO di affrontare il problema ITALIANO.
    Ciao
    Dario Denni

  4. ho linkato il sito, quanta adsl e banda larga ha portato in aspromonte? o nei paesini dei nebrodi siciliani? qualcuno sa fare un esempio 1?

  5. Antonio Baldassarra

    Ciao Dario, intanto un caro saluto.
    Sicuramente tu se sai più di me, non mi è molto chiaro però “perchè” tutte le tratte realizzate o in progetto Infratel stanno tra siti serviti *esclusivamente* da centrali Telecom.
    Del resto la frase “completare la copertura di Telecom italia” non l’ho detta io, o sbaglio? 😉
    Comunque sia se qualcuno ha voglia presenti un progetto per coprire in FTTH un’area “depressa”, magari Infratel non aspetta altro e gli da retta così come adesso sta dando retta a telecom.

  6. @ Darmix – La Sicilia è più cablata della Corea proprio grazie ad Infratel! Ricordati che non sono loro ad arrivare dentro casa tua e nemmeno sono interessati a vendere a te direttametne perchè disturberebbero il mercato.
    @ Antonio – Siamo allienatissimi. Se Telecom compra fibra da Infratel, poi la deve rivendere in wholesale. Se altri operatori hanno interesse, chiedessero anche loro un accordo a Infratel. UNICO PROBLEMA è il Ministero delle Comunicazioni che stavolta ha sbagliato sottoscrivendo un accordo con Telecom e Infratel .. E’ anomalo che ci sia di mezzo il Governo e la cosa alimenta giustamente i tuoi dubbi sulle discriminazioni a favore della sola Telecom sul mercato. Su questo siamo allineatissimi.
    Ciao
    Dar

  7. Denni io ho chiesto se hai notizia di un cablaggio di un paesino dei nebrodi o dell’aspromonte fatto da Infratel, non altro, lavoro nella p.a. e ne ho nozione, quando rispondi sul tuo sito o commenti su altri siti cerca di immaginare che non ci sono solo ignoranti da “acculturare” dall’altro lato 🙂

  8. ‘boniii….’ (Maurizio Costanzo) 😉
    la missione di infratel non e’ offrire a utenti finali. cio’ detto, e’ la struttura del mercato che e’ sbagliata. per fare il bene delle minoranze bisogna aiutare un monopolista.
    Infratel e la sua storia e’ la riprova che la rete e’ un monopolio naturale.

  9. le “lezioni” con relativi “pregiudizi” mi piace ascoltarle da Stefano Quintarelli. La penso come te infatti, avevo solo lasciato intuire a chi voleva capire di capire, a parte che spesso, secondo me, naturalmente, posso sbagliarmi, naturalmente, non si fa è fatto neanche il bene delle minoranze.

  10. Riguardo alla “Sicilia più cablata della Corea” faccio notare che, almeno a Palermo, gli armadietti in strada, parlo di quelli del progetto Socrate di Telecom(in plastica con i tubi flessibili blu all’interno) sono stati divelti e vandalizzati in gran parte della città. E la rete non è mai stata completata.
    Inoltre, sempre a Palermo, essendo la condizione dei doppini in rame in uno stato pietoso, anche l’ADSL non è che brilli in quanto a performance e continuità di servizio.
    Non mi risulta nemmeno che località turistiche come le Egadi, San Vito Lo Capo o Cefalù siano particolarmente “cablate”. Anzi.. di queste l’unica coperta da ADSL è Cefalù.

  11. @all
    Intanto sappiate che Infratel, nella realtà e non nei sogni o nei progetti deliberati dal CIPE ( perchè, cambia qualcosa?), era e rimane una presenza fantasmatica in tutto il Sud. Lo affermo senza ombra di dubbio e con cognizione di causa per la Puglia. In bilico tra liquidazione e rilancio, su strategie più regionali che statali, deve pur dar corso alle gare pubbliche di cablaggio che ha aggiudicato due anni fa (SIRTI per la Puglia). Non avendo alcun possibile mercato di reselling per la fibra, la gente di Infratel aveva perfino immaginato di virare pesantemente sul wimax (magari costruendo qualche rilegamento ottico a reti di backhauling locali), ma il punto decisivo è passare da accordi con le Regioni e/o con i Comuni, altrimenti non si scava nè si affittano cavidotti esistenti (solo nelle città!). L’idea balzana di fare società miste tra le Regioni e la Infratel che vendessero le infrastrutture agli Operatori sembra tramontata (sia per la prospettiva augurabile dello scorporo, sia per la Bersani art 13 che presenta diversi vincoli insuperabili per l’affidamento allo Stato stesso di tali attività “di mercato”). Ecco allora il restringimento rigoroso alla montagna e alle zone rurali, ciò che serve poi soltanto a Telecom (ma lo sapevamo già!). Il punto è che sono stati sottoscritti con soldi CIPE impegni a cabalare città meridionali con > 50.000 abitanti..E adesso? Che succede? L’accordo tra Bernabè e Infratel avvolge ancor di più la banda larga (wireline/wireless) nelle zone svantaggiate nel più fitto mistero. Mio suggerimento: facciamo il leapfrog! Il salto della rana deve servire a superare stadi di sviluppo lineari ormai inutili! Laddove non si possa cablare con fondi pubblici, andiamo sul wimax sussidiato (frequenze regionali, così apriamo il mercato e costa pur di meno). Ma non scordiamoci il fatto banale che il wireless banda larga chiede una densità sufficiente di rilegamenti al backbone nazionale. Se non fosse Infratel a farlo, ma l’One Network di Stefano sarebbe molto meglio!

  12. Mi riferivo agli operatori che detengono reali porzioni di infrastruttura di rete fissa non includevo gli ISP in Whole-Sale, gli MVNO e/o gli altri Operatori cosiddetti “terze parti”
    Io purtroppo conosco e nemmeno tanto bene, solo i primi d’importanza nazionale , anzi come da richiesta postata http://blog.quintarelli.it/quintanews/2008/06/20080604-punto.html#comments desidero approfondire e cercherò maggiori dettagli.
    Concordo un ‘attività SuperPartes dell’AGCOM per una regolamentazione del mercato che vivacizzi la competizione a favore della produttività ma che soprattutto dia spazio e possibilità di ritorno degli investimenti nelle infrastrutture fisse più gravose dal p.to di vista del capitale ma forse tutto subito è chiedere troppo

  13. esisotono molti ISP in wholesale che possiedono anche fili, ponti radio, ecc.
    non esiste un censimento.
    era una idea del governo precedente (Lanzillotta, piu’ precisamente di Paolo Zocchi) ma non e’ stato fatto

  14. Certo la nostra produzione nazionale è forte grazie a numerosi distretti industriali a molte imprese familiari ma che tra le tante virtù soffrono di nanismo industriale e non permettono la competizione in realta dove si richiedono ingenti capitali ovvero nelle infrastrutture .
    Per cui i tanti ISP in Wholesale che hanno molte antennine e fili sottraggono risorse a chi potrebbe sfrutare economie di scala per implementare strutture adeguate al business internazionale senza cadere però nel monopolio che vediamo anche nel settore dell’energia.

  15. la divisione che vende all’ingrosso di BT in UK e’ la piu’ redditiva di BT. Segno che chi compra all’ingrosso e vende al dettaglio e’ piu’ efficiente di BT. Segno che nella vendita al dettaglio non ci sono economie di scala ma di skill.
    il protocollo IP (la tecnologia, in realta’, ma in prima approssimazione IP) ha separato l’infrastruttura dal servizio.
    chi costruisce cse non e’ il piu’ efficiente a gestirle. Chi costruisce strade non e’ il piu’ efficiente a gestirle. ecc.
    le risorse devono andare da chi le prende in affitto e le gestisce a chi (uno solo, perche e’ un “monopolio naturale”) costruisce l’ infrastruttura.
    leggiti i miei post che contengono “one network” e poi scrivimi direttamente, che’ i miei lettori queste cose le hanno sentitie decine di volte..

  16. Cmq non è detto che debbano per forza essere posate in microtrincea…..
    possono posarle con un altra lavorazione e chiunque incrocia chiunque…..

  17. Useranno la fibra ottica plastica.
    Cosi si evitano casini, si risolvono problemi di incroci, e in caso di interruzioni di linea, bastera’ intervenire con una grimpatrice ed un elettricista minimamente skillato.
    IMHO

  18. Se dovessi “taggare” il comunicato stampa sceglierei:
    consip, swisscom (ghost tag 🙂
    Mi pare una manovra intelligente di Swisscom, senza la quale (la manovra, non Swisscom) Fastweb non sarebbe mai evoluta dal ruolo locale che ha (anche se molto importante ma cmq locale). E poi Consip … in tempi magri la Pubblica Amministrazione rimane un cliente appetibile.
    Forse l’ho sparata grossa ma mi pare abbia un senso.
    Ciao,
    mauro

  19. Scusate l’ignoranza in materia e la domanda stupida che sto per porvi. Ma queste microtrincee non si possono mettere a vari livelli sotto la strada? Cioè non puo Telecom mettere le sue fibre a 2 metri sotto l’asfalto in direzione nord-sud e un altro operatore a 1 metro in direzione est-ovest? In questo caso non si correrebbe il rischio di tranci quando qualcun’altro vorrà posare il proprio tubetto di fibra..

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