Ri-decentralizzare il web per aiutare l’innovazione

Scrivevo cinque anni fa su Diaspora

[in estrema sintesi: gestione delle identità fatte da ciascuno, con un pezzo di software locale che presenta le informazioni che uno desidera ai servizi che desidera, dove non è un terzo ad essere padrone della tua identità online]

Pero' anche questa, in fondo, e' un sintomo di una piega che ha preso Internet che non mi piace un granchè.
Io amo Internet, quella dei protocolli, del rough consensus and running code, non quella dei servizi centralizzati o comunque proprietari…
Immaginiamo la mail che nasca ora: non c'e' nessuno che usa la mail. Parte mailbook.com e offre la mail. la fa aperta ed interoperabile ? no; dice (legittimamente) "venite tutti da me perche' offro la mail"
Internet non poteva nascere fuori dalle università: il privato cerca di massimizzare il proprio interesse, di raggiungere autnomamente la massa critica perchè una volta che ce l'hai, hai conquistato il mondo.
Le università, invece, fanno la mail aperta ed interoperabile e fanno raggiungere al sistema intero la massa critica.

E' una grande soddisfazione per me constatare come le università abbiano intrapreso la strada di ri-decentralizzare il web!

Ragionavo l'altro ieri con dei colleghi sull'effetto che la centralizzazione ha sull'innovazione

I business model dei campioni di internet sono basati su effetto rete e lockin:

[effetto rete vuol dire che più persone usano un sistema, maggiore è l'incentivo per gli altri ad usarlo. tradotto dal lato del fornitore, il costo di acquisizione degli utenti diminuisce progressivamente (prendere un utente per un nuovo sistema di chat è costosissimo, dato che non può comunicare con nessun altro; una volta che ci sono 100mila utenti, prenderne uno in più è estremamente più semplice)

lockin vuol dire che una volta che ti ho preso, è molto difficile per te abbandonarmi: c'è un costo di cambiamento (switching cost) elevato. come abbandonare ebay ? chi compra e chi vende sta li. come abbandonare dropbox ? spostare tonnellate di file richiede un sacco di lavoro e comunque per scambiare file con gli altri il sistema e' quello. come abbandonare google docs o youtube o skype o gmail con iTB di mail archiviata ? o per un albergo cambiare da booking o per un autista abbandonare uber o per un affittuario abbandonare airbnb, ecc.]

questi sono i due ingredienti principali per la costruzione di posizioni difendibili nel tempo, con costi decrescenti di acquisizione e manutenzione dei clienti. se ci sono entrambi, per l'azienda è il nirvana. ai competitor possono restare solo le briciole.

se una persona viene da me con una idea  che ha queste due caratteristiche per un servizio che le persone possano essere interessate ad adottare, diventa molto interessante pensare ad un investimento.

appena hai un prodotto che può essere sufficientemente pronto per essere lanciato sul mercato e conquistare una fetta di utenti, devi  correre a farlo, perchè una volta conquistati gli utenti, per successivi eventuali competitor, il costo per strapparti gli utenti sarà molto maggiore.

l'incentivo per degli innovatori e' cercare di conquistare fette di mercato che non siano già occupate. magari lanciare servizi simili a quelli di massa su un target corporate, piuttosto che cercare di occupare nuove nicchie per servizi diversi da quelli esistenti.

immaginiamoci che invece di internet stessimo parlando di elettrodomestici: sarebbe come dire che gli innovatori nel campo delle lavatrici cercano di conquistare il nuovo mercato delle lavatrici industriali o il nuovo mercato delle lavastoviglie perchè quello delle lavatrici è già occupato e non è concretamente contendibile.

settimana scorsa a bruxelles a un convegno, un avvocato che rappresenta gli interessi di multinazionali di internet ha detto che "la competizione è a distanza di un clic, che esistono numerose applicazioni di messaggistica e che uno può cambiare semplicemente, in un attimo".  al che, con una battuta, l'ho invitato ad abbandonare whatsapp ed usare indoona di Tiscali (c'era Renato Soru in sala). Tutto il pubblico è scoppiato a ridere…

spesso si sente dire che non bisogna nnemmeno pensare a nuove forme di regolamentazione per i servizi online, perchè bloccherebbe una innovazione che è vibrante.

ma lo è davvero ?

è davvero vibramte una innovazione che vede, per ogni ambito applicativo un monopolista/oligopolista e la competizione è per la conquista di nuove nicchie e non per la contesa delle posizioni esistenti ?

nella quasi totalità dei casi, non appena uno ha successo nella sua nicchia, arriva uno dei player consolidati che ti acquista, anche per cifre assolutamente esorbitanti, non correlate ai fllussi di cassa generati dall'azienda.

[la valutazione di una azienda si fa sostanzialmente in tre modi: il DCF (Discounted Cash Flow), ovvero la valutazione del valore attuale dei flussi di cassa futuri (sulla base delle prospettive di utili futuri), il confronto con i valori di società simili (peer) quotate in borsa  e sulla base della stima dei costi da sostenere per poter ricostruire una azienda simile partendo da zero.

facebook ha comrpato whatsapp per 19 miliardi  di dollari.

essendo facebook una società quotata, è da escludersi che abbia preso dei soldi e li abbi aregalati a degli amici, altrimenti sarebbe un reato; altrettanto il valore non può essere basato sulla stima attualizzata dei ricavi futuri, avendo utili risibili (a meno di estendere il business partendo dalla sua posizione dominate attuale per conquistare mercati adiacenti), nè sull abase del valore di società confrontabili, dato che non ce ne sono. pare quindi plausibile che 19 miliardi sia una misura del costo di rifare una operazione ex novo per conquistare lo stesso mercato.]

naturalmente non è che possano restare a dormire sugli allori, devono introdurre features e dare un prodotto eccellente, ma sono decisamente in una   posizione di vantaggio rispetto a qualunque possibile competitor. poi, male che vada, se c'e' qualcuno che potenzialmente potrebbe dare fastidio, possono sempre comprarlo[come ha per l'appunto fatto facebook con whatsapp che aveva conquistato il mercato della messaggistica tra i più giovani. Generalmente vengono acquistate ad un livello di maturità precedente, quando le valutazioni sono ingenti, ma non stratosferiche. quando stanno iniziando a dimostrare una trazione nella crescita esponenziale].
non deve sorprendere che i gli investimenti in startup si concentrino e finanzino enormemente la conquista del mercato
ieri ero con degli amici che presentavano un business plan per un prodotto con le caratteristiche di cui sopra: lockin, effetto rete. costo di realizzazione del prodotto: 500k; costo del marketing per il lancio in alcuni paesi europei: 15M. il marketing prevale sul prodotto.

non credo ci sia stato nella storia un momento simile in cui chi vince conquista tutto  il mercato mentre a chi perde non rimane nulla.

il fatto che i costi dei mezzi di produzione per queste innovazioni siano estremamente contenuti favoriscono che l'innovazione venga fatta all'esterno di una azienda. se i  mezzi di produzione fossero costosi (macchinari, strumentazione costosa), non potrebbero essere alla portata di chiunque e l'innovazione dovrebbe avvenire in una azienda che disponga di tali risorse.

qui invece i mezzi di produzione hanno costi trascurabili e non è necessario appartenere ad una azienda per realizzare un prodotto.

in questo modo le aziende possono esternalizzare i costi di innovazione, riconoscendo un premio a quelle che si rivelano vincenti, tramite una acquisizione con valori importanti.

ma se il sistema tende a monopoli solo il vincitore nella propria nicchia godrà del premio che sarà assai ingente, commisurato al valore degli effetti di dominanza del suo mercato di riferimento.

[e da qui in cascata sugli ecosistemi dell'innovazione che a questi mercati afferiscono. in questo senso è molto saggio quanto fatto da israele e UK di raccordarsi con il mercato USA che, grazie alla grande disponibilità di capitali dei suoi operatori dominanti godono di un vantaggio competitivo incredibile nel lancio di nuovi prodotti]

 

per riassumere, penso che l'assenza di regole che favoriscano la decentralizzazione del web e la contendibilità degli utenti produca come effetti che

  • l'innovazione prevalentemente compete nella conquista di nuovi mercati, non nella contesa dei mercati esistenti
  • la contesa, esterna alle aziende, premia solo un vincitore per nicchia mentre gli altri ne sostengono i costi
  • il vincitore in larga misura è sostenuto dalla disponibilità di capitali per il marketing

per cui, vedo con molto favore i lavori delle università per ri-decentralizzare il web e le riflessioni politiche in corso per aumentare la competizione anche all'interno dei mercati.

due trend che in ultima analisi, probabilmente troveranno un punto di convergenza.

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5 thoughts on “Ri-decentralizzare il web per aiutare l’innovazione”

  1. vorrei capire meglio il tuo pensiero, ed estrapolo le due frasi del testo a cui mi riferisco:
    – “..se una persona viene da me con una idea che ha queste due caratteristiche per un servizio che le persone possano essere interessate ad adottare, diventa molto interessante pensare ad un investimento.”
    – “..per cui, vedo con molto favore i lavori delle università per ri-decentralizzare il web e le riflessioni politiche in corso per aumentare la competizione anche all’interno dei mercati.”
    queste due posizioni mi paiono “apparentemente” contraddittorie e mi spiego meglio.
    mi sembra di capire che quindi il Quintarelli “Imprenditore” ha un obiettivo diverso del Quintarelli “Policy maker”. ho capito giusto?
    voglio chiarire subito che personalmente in genere non mi meraviglia osservare questi conflitti all’interno della persona.
    ritengo che in genere ognuno racchiuda contemporaneamente tre punti di vista diversi:
    – il cittadino che tende al bene comune
    – il “cultore della materia” che si focalizza solo sulla “innovazione tecnologica” (spesso fine a se stessa)
    – il professionista che deve ottimizzare il suo personale “ritorno dell’investimento”.
    l’unica cosa che puo’ risolvere, secondo me, in generale, questo “conflitto interiore”, e’ la sua esplicitazione nella massima trasparenza, per questo mi piacerebbe avere un chiarimento.
    grazie

  2. mi pare che il conflitto sia solo apparente.
    cercare investimenti in aziende con quelle caratteristiche serve ad avere un buon rendimento.
    realisticamente non credo che i miei investimenti possano arrivare alla “world dominance”, ma quei principi vanno bene lo stesso.
    posso benissimo immaginare uno scenario regolamentare in cui dinamiche simili sono accettate in una prima fase e successivamente vengono limitate solo al raggiungimento di una certa scala.
    un esempio di regolamentazione, abilitata dalle tecnologie cui si lavora per ridecentralizzare il web, può essere l’adozione di regole asimmetriche per aprire quote di mercato in modo analogo a quanto e’ stato fatto nelle telecomunicazioni con la portabilita’ del numero. oppure puo’ essere stabilito un market cap, o ancora altre modalità ispirate da principi antitrust.

  3. Sarebbe veramente auspicabile che almeno si cominciasse a cercare di regolamentare alcuni settori… ma la vedo dura….
    Come rendi competitivo il mercato degli “instant messenger” e come fai a creare un concorrente reale per Whatsapp se non tramite interoperabilità? E’ pensabile costringere operatori di questo genere ad interoperare? Con chiunque? Il “gioco” cambia parecchio non solo commercialmente, ma anche tecnologicamente.
    Sicuramente però, si potrebbe cominciare con chiedere a tutti coloro che trattano dati personali (oltre certe soglie) di decentralizzare i propri datacenter in modo che i dati degli europei stiano in europa… questo sì.
    “Wave” era un progetto Google nato per fare comunicazione realtime in maniera aperta e “federata” (simile alla gestione NNTP/newsgroup). Tutti sanno che fine ha fatto…

  4. giorgio giunchi

    “Scrivevo cinque anni fa su Diaspora”, lo so, ce l’ho: nessuno come te [e joy] batte con piu’ costanza i tasti intermediazione/disintermediazione, centralizzazione/decentralizzazione
    Meno originale ma ben supportato, 14 anni fa distribuivo una roba detta detta nel ’64 in sessione onu da un ministro della economia centroamericamo, secondo me la metafora perfida sarebbe da tener sempre sul comodino; nel tuo blog non la avevo mai citata, lo faccio ora
    https://cctld.it/sociologia/fonti/guevara.html
    so che tieni duro, giorgio

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