Exclusive: Telecom Italia, Oi in talks as Brazil may ease rules

Oi SA (OIBR3.SA), Brazil's most indebted phone carrier, has started talks with the controlling shareholder of rival TIM Participações SA over a merger, with discussions initially focusing on governance issues, two sources with direct knowledge of the matter said on Thursday.

The board of Telecom Italia SpA (TLIT.MI), which controls TIM (TIMP3.SA), and Oi Chief Executive Officer Bayard Gontijo are leading the talks, which are also centering on possible changes in Brazilian telecommunications industry rules that could favor a tie-up, said the sources, who requested anonymity to discuss the issue freely.

via www.reuters.com

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13 thoughts on “Exclusive: Telecom Italia, Oi in talks as Brazil may ease rules”

  1. Noto che la farina ed i fornai ti piacciono.
    😉
    E’ un tuo esempio ricorrente( ricordo il tuo intervento a Diano d’Alba ) e rende molto bene l’idea ai non addetti ai lavori .
    Posto che sia molto importante la decisione assunta da Telecom,si spera poi che venga confermata(dagli organi preposti)in modo positivo per gli operatori e quindi per gli utenti nel futuro prossimo.
    Ora secondo te come sarebbe possibile,nell’immediato, mettere a disposizione la farina agli altri fornai ( ISP TLC concorrenti grandi e piccoli , grazie ) ?
    Col “One Network” ( assai improbabile nel breve termine ) oppure col Wi Max ( altrettanto improbabile,preso atto delle probabili ASTE , ma non
    impossibile ) ?

  2. Beh, in realta’ la farina e’ disponibile, e’ la farina per fare il pane integrale che non lo e’ (IP a 20Mbps con un prezzo compatibile)
    Il wimax serve a far cambiare la dieta e managiare tortillas…

  3. ecco le prospettive del settore secondo il ft lex, misere a dir poco, anche perchè telefonica ci ha ripensato, sembra, dal comunicato ufficiale di questo pomeriggio,
    ciao cam
    European telecoms
    Published: March 1 2007 14:44 | Last updated: March 1 2007 14:44
    While companies across Europe are reporting record results and raising dividends, life is still nasty and brutish for incumbent telecoms operators. On Thursday Deutsche Telekom confirmed that its domestic business suffered a 10 per cent decline in 2006 earnings before interest, tax, depreciation and amortisation. That is the kind of punishment that can land any company in real trouble. Fourth-quarter earnings from the peer group have been lacklustre. Pirelli’s current efforts to lower its exposure to Telecom Italia are as good an indicator as any that the sector’s fundamental outlook remains dim.
    Deutsche Telekom is pulling all the levers it has, with the appointment of a new chief executive late last year, refocused branding, new tariff structures and some non-core disposals. But the reality is that a company with an enterprise value of €100bn in decline is difficult to change organically. In spite of an aggressive headcount reduction programme – producing €2bn of savings this year – ebitda is expected to be flat in 2007 at €19bn.

  4. Dirò un eresia….
    Non è che sia collegata alla nuova finanziaria per fare un offerta VOIP globale per le PA e che magari temano di creare un servizio che poi non funziona bene?

  5. Piu’ modestamente penso che con l’attuale livello di saturazione dei NAS ( dall’80 al 96%) pensino di nn poter gestire tutto il traffico voip.Attualmente non hanno risorse per implementare i NAS e hanno spesso congestioni, con il blocco del servizio.

  6. Il CAC non gestisce solo la congestione. E’ (in parte) un meccanismo di esclusione a chi (per motivi definibili dall’operatore) non deve accedere (transitoriamente) alla rete.
    Inoltre, non facciamo confusione sulla congestione…che già crea confusione di per se :).
    Se un certo utente viene sbarrato a livello di CAC, può voler dire:
    a) mancanza di banda
    b) problemi sulla segnalazione stessa
    c) come detto, operazioni di maintenance
    La b) è *molto* frequentemente causa di problemi sul VoIP. Quando Skype è rimasta inutilizabile due giorni, dove credevate fosse il problema?
    No, ti posso garantire, problemi di banda *non* esistono. La latenza è un problema oggi, non la banda. Il problema sta nel manico: gestire in maniera efficace milionate di utenti VoIP e la loro segnalazione sulla Core Network, che non è stata pensata per il VoIP, o l’IP in generale.
    NB: io sviluppo SW per questo prodotto: http://www.nokiasiemensnetworks.com/global/SSP/Radio+access/3G_Femto_HomeAccessSolution.htm
    e so di quello che parlo 😉

  7. ok, “banda” e’ troppo generico..
    distinguiamo tra throughput e latenza.
    il tuo discorso e’ sensato, ma non mi convince fino in fondo.
    continuo a ritenere che un po’ di prioritizzazione sia sufficiente o, al limite, in ambito metro in alcune zone, sarebbe preferibile aggiungere qualche scheda e accendere una fibra in piu’.
    sono piu’ incline a pensare che rimuovendo la saturazione che dicono scoppe e gianluca, i problemi spariscono.

  8. Sono convinto che esistano problemi a livello NAS, ma NAS!=CAC!
    CAC è solo ed esclusivamente un concetto telefonico, legato ai protocolli usati dalla rete telefonica per accedere ai suoi servizi.
    NAS invece, è una roba IP-LAN, e viene usato da chiunque veicoli traffico su quella interfaccia (quindi non solo VoIP, ma anche il resto).
    L’utente prima passa da un NAS, poi da un CAC, se telefona in VoIP.
    Queste sono le due “forche caudine”.
    Attenzione quindi ad individuare il bersaglio giusto…

  9. Nel frattempo deve o vuole licenziare 20 mila dipendenti. Non credo che ci si possa fidare ancora di una azienda che eredita un patrimonio ed ora pensa solo alle loro buono uscite.
    Qualcuno mi informa su come è andata a finire la questione backbone italiano? Di chi è? Chi lo gestisce?
    Scusate ma non ci sto più capendo nulla.

  10. Vincenzo Vicedomini

    @andrea – io prima vorrei capire: cosa è oggi Telecom Italia ? Stefano, a te convince il piano industriale ? (ammesso che esista) Quante teste devono cadere prima di avere l’apparato dirigente “(ri)pulito” dalle persone legate alla gestione Pirelli ? Io vedo che non ci sono più le sinergie che esistevano quindici o forse più anni fa, il carrozzone è stato portato avanti solo dai buoi e lo stato attuale di Telecom non è diverso da quello di Wind o di Fastweb : grandi Call Centers con giovani presi dalle agenzie interinali a fare l’Help Desk o a vendere servizi.
    Fine del know-how che è passato ad aziende che forniscono manovalanza per tutti i players (tipo la Ericsson). Quindi piuttosto che chiedermi dove siano finiti i pezzi di Telecom direi : “Dove è finita la Telecom?”

  11. Vincenzo Vicedomini

    Dai che se continui, alla prox assemblea dei piccoli azionisti Bernabè dovrà prendere appunti durante il tuo intervento e non fare solo la presenza istituzionale (con relativa pennichella)…
    Da quel che ho letto mi sembra di capire che ormai SOLO le banche di telco hanno interesse a non far scendere il titolo, mentre Telefonica ne potrebbe trarre dei vantaggi. Ma a questo punto un ritorno al passato con una struttura fatta da una società finanziaria (tipo la vecchia STET) e un “gruppo” tipo RETE FISSA, RETE MOBILE, SERVIZI costituito da società separate che tipo di asset potrebbe portare ? Migliore o peggiore dell’attuale ? Ovviamente nell’ipotesi di reale separazione delle infrastrutture e di adeguata regolamentazione sull’accesso alle stesse.

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