Corte di giustizia europea: i link a materiale protetto non sono illegali

Non costituisce un atto di comunicazione al pubblico, nell’accezione di tale disposizione, il collocamento su un sito Internet di un collegamento ipertestuale verso un altro sito Internet sul quale opere protette dal diritto d’autore sono liberamente accessibili al pubblico senza l’autorizzazione del titolare del diritto d’autore.

qui. parere dell'avvocato generale.

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5 thoughts on “Corte di giustizia europea: i link a materiale protetto non sono illegali”

  1. Quando saremo nel 2026 ci spiegheranno chi è responsabile nel caso in mezzo tra sorgente e destinazione venga usato un url shortener (io non linko il sito finale, linko l’url shortener che poi, in teoria, può cambiare destinazione quando vuole).
    Nel 2040 forse ci sarà spazio per discutere della contendibilità degli utenti 😉
    Quindi i vari siti che linkano film e serie tv da scaricare non potranno più essere chiusi dalla finanza italiana? Se così fosse l’unica strada sarebbe quella di arrivare alla fonte e bloccare i siti di “download” (o come tu suggerisci, il flusso di soldi verso di loro).
    Il giro dei “soldi” in questo caso lo fa proprio chi pubblica i link alle varie serie, mettendo banner: se non è illegale mettere i link allora non dovrebbe nemmeno essere illegare guadagnare dai banner presenti in quella pagina, e quindi col giro di soldi arrivi a trovare una attività perfettamente legale? E quindi l’unica strada perseguibile è quella di chiedere a chi fa hosting la rimozione dei singoli contenuti. Sbaglio?

  2. Calma, per ora hanno deciso come funzionano i normali link http, che esistono circa da 20 anni (1996).
    Per sapere come si “inquadra” un torrent dovrai aspettare una sentenza del 2025 (visto che bittorrent risale al 2005).
    Ma prima ci sono gli URL shortener che risalgono al 2002.
    E mi sa che questa mia ipotesi che il tempo rimanga costantemente 20 anni tra l’introduzione della novità e il suo inquadramento non è azzeccatissima. Le novità sono in crescita esponenziale, quindi anche il tempo per arrivare a normarle. E’ più probabile che tramanderemo i nostri dubbi ai nostri nipoti che finalmente scopriranno se i loro nonni hanno vissuto nella legalità o nell’illegalità.

  3. chiedere la rimozione dei contenuti a chi fa hosting è già oggi l’unica “pratica tutelativa” concreta che possono fare le aziende. a Hollywood hanno già in preventivo le varie task force che fanno monitoraggio del web e chiedono rimozione a nastro fino a quando i film/videogiochi primetime non arrivano alla prima vecchiaia (uscita in dvd per i film e uscita scontata per i videogiochi)

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