Google disattiva gli smart hub domotici di una società che ha comprato

Shutting down Revolv does not mean that Nest is ceasing to support its products, leaving them vulnerable to bugs and other unpatched issues. It means that the $300 devices and accompanying apps will stop working completely.

As one customer puts it, Google parent company Alphabet is "intentionally bricking" the devices on May 15, 2016.

Arlo Gilbert, CEO of medical app company Televero, is infuriated by Nest's decision. He has written a Medium post about the impending closure, labelling it a "pretty blatant 'f–k you' to every person who trusted in them and bought their hardware."

via uk.businessinsider.com

Alla fine i clienti si trovano un simpatico mattone.

E Nest (di Google) ha comprato una società solo per spegnerla.

Com'era il motto di Google ?
Le aziende non sono enti benefici e per questo occorrono regole e regolatori. E se un'azienda ti regala qualcosa, ci sarà un perché..

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3 thoughts on “Google disattiva gli smart hub domotici di una società che ha comprato”

  1. Sìsì, io dico che è meglio fare regali ai regolatori che fidarsi dei regalatori!
    Ma non mi risulta che qualche regolatore si sia mai interessato a stabilire obblighi di rilascio del codice alla scadenza dei termini di garanzia o regole di riparabilità o sostituibilità. Anzi il regolatore, molto ecologicamente, prevede che scaduta la garanzia di legge, gli oggetti si *buttano* ma in modo tutto ben regolato, autorizzato ed etichettato.

  2. Certo che partire da uno strumento con forte lock-in e spegnerlo non lo capisco.
    Sicuramente ci vorrebbero regole: vuoi fermare un servizio online NECESSARIO per il funzionamento di un hardware che hai venduto? OK, rendi pubblico il protocollo e fai un asta sull’hostname che viene richiesto (se non hai modo di far aggiornare il software per far scegliere all’utente un nuovo hostname) e chiunque potrà erogare lo stesso servizio. Magari lo farà pagare di più, magari no.
    La stessa cosa che oggi capita con Nest potrà capitare con uno smartphone android o un iphone o qualunque altro smartphone (l’iPhone non lo usi nemmeno come torcia se non è d’accordo apple e non fai l’attivazione trami i server di apple).
    Mi sembra che HP vendesse (forse le vende ancora) cartucce di inchiostro con “data di scadenza” con le quali non era possibile stampare dopo tale data anche se avevi ancora inchiostro (eppure le avevi comprate e sia la cartuccia che la stampante erano le tue). Non so se questo comportamento sia mai stato sanzionato dalla legge.. non c’entra con l’online ma mi sembra una casistica simile (un po’ meno malvagia perchè, se informato, potevi conoscere in anticipo la tua data di scandenza… ma diciamocelo, chi guarda alla data di scadenza di una cartuccia e pensa che si possa autodisattivare?).
    https://www.google.it/webhp?ion=1&espv=2&ie=UTF-8#safe=off&q=hp+ink+expiration

  3. Se questo comportamento non viene punito mi immagino le pubblicità delle auto dove al posto di dirti “tua per 5000€, poi dopo 2 anni puoi restituirla o finire di comprarla” ti diranno solo “tua per 5000€” (poi dopo 2 anni la disabilitano da remoto e sei libero di tenerla ferma in garage o di pagare un riscatto per riattivare l’abbonamento al servizio “accendi la tua macchina”… in fondo la garanzia è 2 anni, no?).

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