Tirateci giù

Economyup:

I notai ricorrono al Tar contro la norma che consente alle startup innovative di registrarsi come tali senza ricorrere alla loro prestazione professionale ma utilizzando invece la firma digitale.
Il Consiglio nazionale del Notoriato ha infatti deliberato di presentare ricorso al Tar Lazio contro il decreto ministeriale (dm) 17 febbraio 2016, quello che stabilisce le modalità di redazione degli atti costitutivi di società a responsabilità limitata startup innovative e, di conseguenza, contro il decreto direttoriale del primo luglio 2016 e la circolare 3691/C 2016, che sono strettamente connessi al dm di febbraio. Lo scrive Italia Oggi.

proprio ieri parlavo con un gestore di un piccolo fondo USA, che ha scelto di venire ad abitare in Italia per la qualità della vita, che sostanzialmente, in Europa, non prendeva nemmeno in esame le forme societarie italiane per la complicazione burocratica ed io l’ho pregato di guardarsi le normative attuali, chè gli ultimi governi hanno fatto molto per semplificare, per farci assomigliare ad un paese moderno.

questi avranno tutte le ragioni del mondo, in punta di filologia del diritto, ma non si rendono nemmeno conto del danno reputazionale che fanno al paese.

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30 thoughts on “Tirateci giù”

  1. Ludovico Capuano

    Egregio Onorevole, la necessità dell’intervento notarile in sede di costituzione di società, oltre ad essere espressamente prevista da una direttiva europea (la cui violazione comporterebbe una procedura di infrazione a carico del nostro paese, di cui non si sente il bisogno), è stata espressamente riconosciuta di recente durante l’esame del ddl concorrenza (in merito al quale, nel mio ruolo all’epoca ricoperto di Presidente dell’Associazione Italiana Giovani Notai sono stato audito sia alla camera sia al senato), con cui si è soppresso un emendamento analogo alla norma che lei indica, che prevedeva la possibilità di costituire srl semplificate senza notaio. Come saprà per le srl semplificate non e’previsto alcun corrispettivo per il notaio e dunque non vi era alcuna difesa di interessi di categoria dietro la nostra richiesta di soppressione fortunatamente accolta, ma da un lato la necessità che i dati che alimentano il registro imprese, registro pubblico e totalmente informatizzato anche grazie al nostro contributo, e per cui oggi siamo saliti nelle classifiche del Doing Business (una rarità per l’Italia), siano certi (cosa che non avverrebbe se una parte dei dati non avesse una partenità certa). Inoltre è stato dichiarato che costituire società senza notaio sarebbe “un varco formidabile” aperto al crimine organizzato e un “sistema di controlli indebolito”. Le parole non sono mie ma del Procuratore Nazionale Antimafia Franco Roberti. Mi sembra che in un momento particolare come questo meritino la massima attenzione. Infine, oggi, tramite il notaio, si costituisce la società in un giorno. Questo ha un costo, certo. Ma tutte le attività professionali è giusto che lo abbiano. Illudere gli startupper ad aprire una società senza pagare il notaio (il cui onorario per una costituzione può oscillare tra gli 800 e i 1500 euro a seconda dei casi e della complessità), senza fargli capire che poi comunque dovranno pagare contributi, tasse e altri oneri, significa semplicemente gonfiare il numero delle società iscritte, senza creare effettivamente valore. Discutiamo, sicuramente, di modalità alternative per la costituzione delle società, interveniamo, questo si sarebbe un passo in avanti, sulla riduzione dei costi a carico delle imprese (Diritti Annuali, di segreteria, inps e via dicendo). L’imprenditore è giusto che faccia impresa, ed è altresì giusto che possa essere affiancato dai professionisti e dal notaio che è un pubblico ufficiale e svolge una duplice veste anche di garante per conto dello Stato. Disponibile sempre a un confronto, sono sicuro che Lei vorrà approfondire il tema senza pregiudizi.
    Ludovico Capuano

    1. Buongiorno,
      Innanzitutto NON c’e’ alcuna norma europea che obbliga uno Stato ad usare il notaio per costiuire una societa’ a responsabilita’ limitata. C’e’ la possibilita’ ma NON l’obbligo. Ricordiamo infatti che sono molti gli Stati Europei dove si puo’ costiuire una societa’ senza notaio.
      Per le societa’ semplificate Lei scrive che non si paga il notaio ma qualsiasi modifica allo standard (come spesso serve) deve essere pagata profumatamente. Non e’ cosi’ in molti Stati Europei, piu’ progrediti di noi dove le modifiche agli atti costitutivi possono essere fatte anche dai soci senza notaio.
      Il pagare il notaio 1500 Euro e’ spesso un costo ENORME per una start up, come per molte societa’ che magari si devono costiuire per un singolo affare. Ricordo che in UK aprire una SRL costa 15 sterline e ci si impega 10 minuti . In Estonia 180 Euro e non piu’ di 15 minuti (ovviamente senza notaio). A New York poche centinaia di dollari.
      Il fatto poi di parlare di antimafia e’ semplicemente ridicolo. Le ricordo che la Mafia di solito opera con societa’ costutite davanti ai notai…
      Per chi lavora in contesti internazionali comprende quando sia inutile il costo dei notai in Italia.
      Un’ultima domanda: Mi puo’ spiegare cxome mai le due economie del G7 che crescono di piu’ (UK e USA) non usano i notai? E’ forse perche’ hanno eliminato la burocrazia ed i costi inutili?

    2. lorenzo viscanti

      Ludovico, commento convincente, ma mi viene da porle una semplice domanda: l’intervento del notaio previsto fino ad ora per ogni società di capitale è stato mai in alcun modo un freno alla costituzione di società di comodo, società intestate a prestanome, società i cui capitali non hanno provenienza chiara?

      Chiunque ha avuto a che fare con il mondo imprenditoriale sa quanto i notai e il registro imprese o le varie cciia non esercitano alcuna forma di controllo per evitare il proliferare di questi fenomeni.

      Per cui ritengo giusto e onesto cercare il valore del notariato in altri interventi, più che in questo campo.

  2. Credo che per attribuire paternità certa ai dati relativi alla costituzione di società sia ormai sufficiente far passare il processo da una blockchain.
    Insomma, pensare che il pur prezioso lavoro notarile sia insostituibile è un po’ come dire – oggi – che le raccomandate possono avere solo forma cartacea. Non è (più) così.

    1. Antonella Trapanese

      Tema interessante da affrontare senza pregiudizi.
      Anche per chi pensa che il lavoro notarile si svolga ancora solo con la stilografica.
      Non è (più) così.

    2. Affrontiamolo senza pregiudizi.
      La maniera migliore è alleggerire il lavoro notarile su fronti che possono essere alleggeriti – sollevando da spese evitabili – e rafforzare gli ambiti in cui, davvero, i notai rappresentano una garanzia per chi vi si affida.

    3. Manlio Carlo Soldani

      Senza pregiudizi significa cominciare col pensare che il notaio non sia solo un costo ma rappresenti anche un valore. Lo sostengono premi Nobel come Stiglitz. Non petizioni di principio ma studi sull’efficienza economica di un sistema giuridico provano che l’intervento notarile sia l’unica misura efficace contro le asimmetrie informative che rappresentano per gli attori del mercato un costo sensibilmente superiore al costo determinato dall’intervento del notaio

    4. Mi preoccupo: sto scrivendo in un italiano incomprensibile? Quale parte di “rafforzare gli ambiti in cui, davvero, i notai rappresentano una garanzia per chi vi si affida” non è chiara? 🙂

    5. Alberto Brandolini

      … Senza pregiudizi forze significa anche cominciare col pensare di non poter interpretare automaticamente il pensiero di chi ha un’opinione diversa. :-/

    6. Blockchain funziona quando si gestiscono oggetti omogenei, come i Bitcoins. Con quantità eterogenee, suscettibili non solo di essere trasferite da un soggetto all’altro, ma di vicende della più varia natura, e ad opera di soggetti diversi, il modello non funziona più. Si potrebbero fare mille esempi, dalla fusione al fallimento, ma ne faccio solo uno: immaginiamo che io possegga azioni di una società, ma che io abbia molti debiti. Le azioni saranno pignorate e vendute dal Tribunale: avrà quindi luogo un trasferimento senza (ed anzi, facilmente: contro) la mia volontà. Dovrà quindi concedersi all’Autorità il modo di modificare d’imperio la proprietà delle azioni, l’opposto della filosofia Blockchain. Certo, si possono introdurre meccanismi aggiuntivi in modo da sovvenire a tutto, ma questo significherebbe reinventare la ruota, ricreando sistemi di gatekeeping analoghi a quelli esistenti, e forse persino più complessi. Immaginiamo poi che gettando via un PC si rischi di gettare via tutti i propri risparmi (coi Bitcoins è accaduto qualcosa di simile) … DISCLOSURE: sono notaio, Past Chairman del New Technolgies Working Group del notariato europeo a Bruxelles

    7. In realtà mi riferivo esclusivamente all’esempio posto da Stefano e cui rispondeva Ludovico Capuano.
      Credo che in quel caso l’adozione della blockchain regga. Sbaglio?

    8. Manlio Carlo Soldani

      Rispondo al messaggio di sotto: quell’uso della blockchain per interessi privati, se ci riflette, può già essere soddisfatto tramite l’invio di una PEC con allegato cifrato.
      Il pubblico registro immobiliare o delle societa assolve a interessi e produce benefici che trascendono la sfera privata dei contraenti. E torna allora ad essere fondamentale -a mio avviso – quello che le ho scritto sull’importanza del filtro dei dati al loro accesso nella blockchain. Consideri ancora che chi scrive di blockchain additandola come sostitutiva delle funzioni notarili ha come riferimento il public notary USA che svolge una mera funzione certificatrice. Consideri ancora che i geni informatici (in senso autentico) che lavorano e scrivono per la blockchain e smart contracts non supeterebbero un esame di diritto privato. Questo per dire che a livello informatico si sono macinati chilometri e chilometri mentre a livello di integrazione col sistema economico e giuridico c’è ancora moltissimo da fare e, purtroppo, l’ideologia anarchica che anima molti di loro, rappresenta un grave freno in questa direzione.

    9. Manlio Carlo Soldani

      Sono curioso: in che modo la Blockchain può attribuire paternità certa a un documento e soddisfare la verifica dell’identità dei soggetti che costituiscono una società?
      La blockchain del Bitcoin si basa su identità pseudonime.
      Grazie

    10. Per i controlli che fanno i notai e’ sufficiente un impegato comunale.
      Per certificare la paternita’ basta una carta d’identita’ digitale ed a quel punto non serve ne’ l’impiegato comunale ne’ il notaio.
      Ripeto chi lavora in contesti internazionali comprende perfettamente quanto inutile sia la figura del notaio e quanto costi in termini di immagine per l’Italia avere un sistema bizantino dove i notai la fanno da padrone.

    11. Manlio Carlo Soldani

      Curiosità soddisfatta: ha citato a sproposito la blockchain.
      I contesti internazionali di cui parla lei stanno lavorando per istituire i nostri registri immobiliari e societari. Che danno certezza preventiva e consentono di non ingrassare le societa di assicurazioni e sono un valore per il mercato. Non è un caso se Nick Szabo nel lontano 98 già preconizzava per la blockchain una futura applicazione come land registry. A riprova di quanto sia matura la consapevolezza dell’importanza di un pubblico registro immobiliare nei paesi che ne sono sprovvisti.
      E la blockchain è proprio lo strumento informatico che potrebbe essere impiegato per istituire land registry dove mancano con costi sicuramente ridotti rispetto a quelli che abbiamo noi per conservatoria e registro imprese. Ma la bontà di un registro è legata alla attendibilita dei dati che vi si immettono. Altrimenti tutta l impalcatura crolla e la certezza del diritto è ompromessa. La rete Bitocint è a circuito chiuso. Gestisce pagamenti in bitcoin che sono generati al suo interno. Non si pone quindi l’esigenza di filtrare dati che vengono immessi dallesterno. Sarà una scelta politica quella relativa alla natura e tipo di controllo che dovrano essere effettuati all’ingresso dei dati nella blockchain. Dovrà essere un sistema capace di offrire le garanzie che richiede il mercato nè di piu nè di meno (es. Una banca che prende una ipoteca da 50.000 o 10.000.000 di euro su un immobile in italia è garantita dal fatto che solo notai e magistrati immettono i dati nei registri immobiliari e non chiede ulteriori assicurazioni come avviene in usa dove le frodi ipotecarie rappresentano una grave piaga del sistema creditizio).
      Ovvio allora che per i dati medici non occorrerà un notaio ma per l’attivita negoziale non basta un impiegato pubblico nè la carta d’identita digitale o un dispositivo di lettura delliride o ancora del DNA. Se occorre garantire al mercato (e glielo garantisco io che occorre!) che il contratto immesso nella blockchain sia pure un contratto valido (conforme a legge) posto in essere da soggetti legittimati in concreto (titolari del diritto negoziato) e in astratto (dotati di capacità di agire).
      Guardi quello che è successo a The Dao a causa di una clausola scritta male e poi mi dica se non occorre l’intervento di un terzo super partes che garantisca, a beneficio del sistema e del mercato, il corretto svolgimento dell’attività contrattuale.

    12. Se sia un valore od un costo lasciamo che lo decidano le persone e le aziende e che non sia imposto per Legge. Poi con il libero mercato chi vorra’ andra’ dal notaio, chi lo riterra’ inutile ne fara’ a meno.
      Che in UK o in buona parte degli USA vogliano utilizzare i notai per le compravendite immobiliari e per le costituzioni di societa’ e’ FALSO. E’ vero invece che sempre piu’ Stati stiano sostituendo i notai con la firma digitale che puo’ essere utilizzata anche senza notaio.

    13. Manlio Carlo Soldani

      Lasciare decidere ai privati se sia un costo o un valore significa rinunciare ai pubblici registri (come in UK e USA). E’ evidente che l’attendibilità dei pubblici registri dipenda dal presupposto che tutti siano obbligati a farne uso e secondo le modalità prescritte dalla legge a presidio della autenticità dei dati e della validità delle transazioni ivi inserite.
      In UK e USA – si informi – ma come in Cina e Russia e nella stragrande maggiornaza dei paesi che vogliono modernizzare i loro ordinamenti si lavora all’istituzione di Registri Immobiliari.
      La stessa Blockchain – lo ricordava prorpio lei – si propone quale formidabile strumento per assolvere alla funzione fondamentale dei registri della proprietà immobiliare.
      Il questionario del Doing Business – bandiera del mondo neoliberista – dà un peso molto rilevante nella parte relativa alle transazioni immobiliari, all’esistenza di pubblici registri consultabili da chiunque e alimentati con dati filtrati sia sotto l’aspetto formale (autenticità) che sotto l’aspetto sostanziale (conformità a legge della transazione). Perchè i costi del contenzioso hanno ricadute negative sull’intero sistema e non solo per le parti in lite.
      Allora si metta d’accordo con se stesso: o dice che i registri immobiliari non servono a nulla (scelta politica coerente con un sistema degno della giungla) o se afferma che servono (e la blockchain potrebbe fare al caso) prenda atto che:
      – i registri sono un “bene pubblico” e come tale tutti sono obbligati ad usarli pena l’incompletezza che li renderebbe inutili danneggiando l’intero sistema (come sono inutili ed esosi i registri facoltativi che trova nel mondo anglosassone, le cui visure terminano sempre con disclaimer che avvisano della non attendibilità dei dati!!);
      – i dati in essi contenuti devono essere filtrati sia sotto il profilo formale (funzione certificatrice che puo essere assolta da un impiegato pubblico) ma anche sotto il profilo sostanziale, trattandosi di attività giuridica; per assolvere a questo tipo di controllo occorre un giurista molto qualificato (non basata ahimè un impiegato comunale) che sia super partes e che faccia quindi parte dello Stato (tali sono il magistrato o notaio);
      – il controllo di un pubblico ufficiale qualificato deve essere reso obbligatorio nei settori reputati “strategici” dal punto di vista economico, quale quello immobiliare, che è fondamentale sia per i cittadini che per le imprese, facilitando l’accesso al credito e rendendo accessibili i capitali alle imprese e la prima casa ai cittadini.

    14. L’esperienza ci mostra che le economie che vanno meglio sono quelle senza notai. Ed e’ un dato di fatto.

      Ricordiamo che le grandi multinazionali e le grandi banche hanno spessissimo sede in UK e USA dove le societa’ si costituiscono online e non in italia dove ci sono ancora delle Leggi bizantine (come quelle sui notai).

      In Europa il mercato immobiliare piu’ florido non e’ quello italiano con i notai ma quello inglese che e’ SENZA notai.

      Sembra quindi che negli Stati dove non ci sono i notai le cose vadano MEGLIO .Cio’ dovra’ essere tenuto in seria considerazione dal Legislatore italiano.

      Oltre a cio’ c’e’ da dire che con la blockchain e la firma digitale il notaio e’ inutile anche per avere registri affidabili.

      Tornando all’argomento del post sempre piu’ Paesi nel mondo, soprattutto quelli piu’ avanzati, grazie anche alla firma digitale, stanno permettendo ai cittadini di aprire societa’ online senza dover utilizzare i notai. E cio’ sta portando enormi benefici e minori costi per i cittadini.

      Chi racconta il contrario, oltre a daneggiare l’Italia, o e’ in malafede o non conosce gli ordinamenti degli altri Paesi.

    15. Paolo Mistrangelo

      La sua curiosità potrebbe però portarmi a pensare che la firma digitale non ha alcun valore legale, dettà così. E’ vero che la blockchain di Bitcoin è pseudonima, ma è possibile costruire una blockchain in cui i token debbano obbligatoriamente essere firmati digitalmente. Nulla lo impedisce, o mi sbaglio? Altrimenti come mai in Grecia e Honduras stanno lavorando ad un catasto interamente basato su blockchain?

    16. Manlio Carlo Soldani

      Mi spiega la differenza fra firma digitale e firma autografa sotto il profilo probatorio? È sempre curiosità la mia. Da quando sono diventato curioso ho fatto scoperte davvero interessanti

  3. Buonasera onorevole, mi permetto di segnalare il recente ddl concorrenza che ha visto l’eliminazione di un articolo che permetteva la costituzione di SRL semplificate senza ricorrere ad un intervento notarile, dopo audizione in Commissione parlamentare del Consiglio del notariato e intervento del procuratore nazionale Antimafia, che vedeva in questa norma l’anticamera di un ingresso in massa delle mafie nel mondo delle società di capitali.
    Ora, sorridendo davanti a queste ipotesi assolutamente qualunquiste e volte a mantenere il solito status quo, vi chiederei di analizzare recenti fatti di cronaca, quali ad esempio le decine di società coinvolte nell’inchiesta di Mafia Capitale, e mi domando: sono state costituite senza intervento notarile? Vista la perizia di tutti i notai italiani, come mai nessuno ha immaginato che potesse esservi qualcosa di losco? A cosa è servito il controllo notarile? Questo è solo un caso, ma ne potrebbero essere citati a centinaia.
    Vi chiederei anche di fare una piccola analisi presso il Registro Imprese, verificando quante sono le società costituite e amministrate da ultraottantenni o da soggetti extraeuropei (che nell’60/70% dei casi non conoscono nemmeno la lingua italiana): sono state forse costituite per virtù divina?
    Leggo poi di norme europee vincolanti: strano pensare che diverse nazioni (Inghilterra, Irlanda, Estonia, Lituania solo per citarne alcune) non prevedano alcun intervento notarile, e che alcune nazioni siano sicuramente anni luce da un punto di vista imprenditoriale rispetto alla nostra, senza doversi porre alcun problema di ingresso della mafie nella società. Come già scritto, le norme europee citate prevedono la possibilità, e non l’obbligo.
    In sintesi, una società non è sicuramente l’unico veicolo per riciclare denaro, commettere reati, consentire a mafiosi di agire alla luce del sole, visto che volendo sarebbe possibile utilizzare una semplice ditta individuale, quindi tali controlli (ancorchè effettuati, cosa che nella pratica non avviene, e vi inviterei a fare una bella ricerca stile Le Iene per provarlo) possono essere benissimo fatti da un qualsiasi pubblico ufficiale o soggetti abilitati al rilascio di dispositivi di firma digitale, come ad esempio la Camera di Commercio.

    1. A rettifica, intendevo dire che i controlli vengono effettuati, ma dalla mia esperienza non in maniera tale da riconoscere un mafioso o un soggetto che ricicla denaro, anche perché i notai non sono in possesso degli strumenti di polizia adatti

  4. Manlio Carlo Soldani

    Umberto risponda anche lei: quale la differenza sotto il profilo probatorio tra firma digitale e firma autografa?

    1. Che nei Paesi civili la firma digitale di un documento lo rende immodificabile ed ha valenza legale, anche nei processi mentre la firma autografa puo’ essere falsificata (come il documento sottoscritto) e quindi spesso gli imprenditori ed i cittadini (nei Paesi civili e tecnologicamente avanzati), per motivi di sicurezza preferiscono la firma digitale e non si fidano delle firme autografe (a me ad esempio e’ stato chiesto piu’ volte di firmare digitalmente e non con firma autografa un contratto). Un contratto firmato con firma digitale puo’ essere anche firmato a distanza senza rischi. Cio’ e’ impossibile per un contratto autografo. Nei Paesi baltici ed in Finlandia ad esempio i Tribunali si fidano molto di piu’ di un documento firmato digitalmente rispetto ad uno con firma autografa, appunto perche’ il primo NON e’ falsificabile, a differenza del secondo. Questo nei Paesi civili dove le caste non la fanno da padrone., in Italia ed in Somalia forse e’ diverso.

    2. Manlio Carlo Soldani

      Cosa significa ha valenza legale? Che valore ha la firma digitale apposta con dispositivo di firma sicuro utilizzato dal soggetto diverso dal suo titolare?

    3. La carta ha bisogno di un PIN che puo’ comunicato solo al titolare. quindi il caso da Lei previsto sarebbe contro la Legge.
      Invece che valenza ha la firma autografa di un soggetto incapace messa su un atto davanti ad un notaio compiacente (come molti casi di cronaca raccontano)?

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