Ci sono norme UE ? non fare nulla. Non ci sono ? non fare nulla (circa la “Frammentazione nazionale delle regole”)

Oggi mi è arrivato un Comunicato Stampa la cui tesi è:

 “MERCATO DIGITALE: NO ALLA FRAMMENTAZIONE NAZIONALE DELLE REGOLE

Riteniamo che non ci sia un solo motivo che giustifichi l’adozione di leggi particolari italiane per disciplinare un mercato che è concorrenziale e di dimensione europea e, anzi, globale (si riferiscono alle app, NdR). La neutralità della rete è assicurata dalle norme comunitarie e dai poteri di Agcom.

ecc. ecc.

In merito alla valutazione di compatibilità UE  fatta da Camera e Senato e chi sarebbe  contrario e chi no, anche di pezzi confidustriali vari, rimando al post precedente  ed ai siti di Camera e Senato li’ richiamati).

“assicurare” mi pare un termine un po’ forte ricordando che ad oggi, in Italia, la violazione della neutralità della rete non ha sanzioni, che la mia Proposta Di Legge invece introduce (lavorassi ancora in una multinazionale probabilmente direi lo stesso, ma adesso sto in Parlamento…).

 

Però su questa storia di “evitare la frammentazione nazionale delle regole“, che è un nuovo argomento contro la mia PDL, qualcosa la devo proprio dire..

 

Per le “piattaforme” non ci sono regole in Europa. E’ vero.

MA ATTENZIONE:

Considerando le due tesi del comunicato stampa, per rete e piattaforme, viene

  • ci sono norme Europee ? in Italia non si deve fare nulla, perchè ci sono quelle (rete)
  • non ci sono norme Europee ? in Italia non si deve fare nulla, per non “frammentare” (piattaforme)

Cioè il Parlamento non dovrebbe fare nulla, sia perchè in un caso c’è una norma Europea, sia perchè nell’altro non c’è.

Ma allora, di cosa dovrebbe occuparsi un Parlamento ?

Perchè mi  pare abbastanza evidente che l’unione degli insiemi in cui stanno i casi

“ci sono norme europee” U “non ci sono norme europee”

è l’insieme Universo. (perchè una regola europea o c’è, o non c’è. Tertium non datur)

 

Comunque ammetto che è un argomento smart e che a prima vista la tesi possa sembrare ragionevole.

Nel merito della dimensione dei mercati e delle regole applicabili, ne ho scritto nel post precedente :

Gli app store sono nazionali: si acquista la versione italiana delle app, i contratti sono in italiano, l’offerta è specifica per l’Italia, il diritto d’autore sugli store è di competenza nazionale, la tutela dei consumatori è competenza nazionale (e su questo insiste la mia PDL, NDR). Nel caso specifico, poi, nelle condizioni contrattuali c’è persino scritto che l’App store italiano di Apple può essere usato solo in Italia.

p.s. le rettifiche che avevo chiesto ai giornali cartacei dopo i due articoli fake non me le hanno pubblicate. Perchè adesso ho un vago sentore che questo comunicato invece ce lo leggeremo ?

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