Cose da sapere sull’intelligenza artificiale

  • Avere performance più che umane in un task non significa capire cosa si stia facendo.
  • L’elefante nella stanza: inserendo l’immagine di un elefante in una immagine di una stanza, l’oggetto non viene riconosciuto e causa l’errato o mancato riconoscimento di altri oggetti.
  • Audio adversarial examples: 100% di successi nell’attaccare un sistema di riconoscimento del parlato che parte da un brano audiom ne deriva uno simile al 99,9% ma genera un testo diverso che il ricercatore decide.
  • Vulnerabilità alle contaminazioni delle facce nel riconoscimento di volti.
  • Physical-World Attacks: 100% di errato riconoscimento di cartelli stradali in laboratorio e 85% da video di un veicolo in movimento, attaccando sui cartelli di adesivi bianchi e neri 
  • Adversarial Examples for Evaluating Reading Comprehension Systems: Esempi avversi inseriti nei testi che fanno crollare l’accuratezza del riconoscimento dei contenuti al 7%
  • Errati riconoscimenti di immagini: Applicando perturbazioni impercettibili alle immagini. Le immagini a sinistra sono riconosciute correttmente, inserendo le perturbazioni centrali, tutte le immagini a destra sono riconosciute come struzzi. 

In sintesi: tutti i sistemi funzionano benissimo, a meno che qualcuno non abbia forti incentivi a farli non funzionare, fregandoli…

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1 thought on “Cose da sapere sull’intelligenza artificiale”

  1. “tutti i sistemi funzionano benissimo, a meno che qualcuno non abbia forti incentivi a farli non funzionare, fregandoli…”

    Credo che sia la più netta equiparazione dell’AI all’intelligenza “naturale” che abbia letto ultimamente.
    Senza considerare che l’AI può (potrebbe) “migliorare” mentre all’intelligenza “naturale” si applicano sia l’assioma di Cole che le leggi del Cipolla. Però entrambe potrebbero anche avere una versione AI…

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