Sulla condivisione delle infrastrutture in Francia

Scrive Enrico:

"E’ stupido che ogni società di Tlc stenda la sua fibra fissa e scavi le strade. Le società di tlc esaurirebbero immediatamente le loro risorse senza concludere molto" ha detto Gabrielle Gauthey dell’Arcep.

Ocio Enrico che a Parigi, nelle fogne, ci fanno le gite turistiche…

La struttura della rete da noi e’ diversa. L’ultimo miglio, con la fibra, diventano gli ultimi 10 chilometri…

Non e’ un caso che chi dice "fermi tutti, ragioniamo", siano quelli che hanno messo apparati a 1,5 km da casa dell’utente e che verrebbero "scavalcati".

E’ stata una scelta sbagliata, perche’ guardavano al mercato senza considerare l’evoluzione tecnologica, la migrazione su IP del local loop, la fibra, il costo degli apparati/costo dell’housing, l’andamento della diffusione, ecc.

Sbagliata, a partire da chi la teorizzava a chi la spingeva. Il "periodo buono" in cui poteva funzionare e’ durato meno dell’ammortamento degli apparati. Adesso tutti dobbiamo pagare le conseguenze degli errori strategici di alcuni…

Chi spingeva la "ladder of investment", forse, lo faceva pensando che si poteva fare in modo di far partire dai gradini piu’ alti, togliendo i primi, limitando la concorrenza…

One network, bitstream access.

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3 thoughts on “Sulla condivisione delle infrastrutture in Francia”

  1. non capisco cosa intendi per “wireless” in questo contesto.
    Per banali ragioni geografiche, ci sono posti migliori e posti peggiori per mettere le antenne, e generalmente i posti migliori sono vicini. Quindi anche se paradossalmente tutte le antenne TIM avessero anche BTS Vodafone e viceversa, non è che si raddoppierebbe la banda complessiva, perché ci sarebbero troppe interferenze con le celle già esistenti.
    Più che altro si possono eliminare i doppioni, il che è utile, e si può coprire meglio certi posti – ad esempio quest’estate a Marettimo ho notato appunto che c’era una sola antenna, e se non sbaglio c’era anche Wind.

  2. certo, per questo dico “il limite superiore”, in realta’ e’ molto inferiore, ma non so quanto potrebbe essere.
    Immagino che nelle citta’, dove i costi di site acquisition sono maggiori, un beneficio di aumento della capillarita’ ci possa essere.
    aggiungo un elemento. con vodafone che ha un ebitda in italia del 52% circa, che ha appena beneficiato di un regalo di raddoppio gratuito della durata delle frequenze, che ha appena esternalizzato i call center, non sembrerebbe che ci sia questo grande bisogno di ridurre capex e opex per la rete, a meno che non si preveda una riduzione dell’ebitda nel medio termine, o comuqnue, quantomeno, non si prevede una possibilità di espansione significativa con i vas.
    in altri termini, siamo forse arrivati al massimo di redditività in Italia e la finanza spinge verso la unificazione delle infrastrutture. E’ il buon senso che prevale…

  3. Devo confessare di non avere capito tutto il tuo post. Comunque sono d’accordo con te, per l’Italia e in generale: è meglio one network e bitstream access. Il ladder of investment è poco praticabile per la NGN. Tuttavia anche la soluzione francese è da esaminare con molta attenzione. E comunque oltralpe gli investimenti si fanno. E c’è molta più concorrenza che da noi. E i prezzi sono quindi bassi. Free offre accessi a 20 Mbit/s, telefono fisso illimitato, e centinaia di canali tv per 30 euro al mese. Cuccagna…

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