EDITED: Vittorio e il suo commento su wikidemocracy

Ringrazio Vittorio per i bei commenti che ha fatto a Wikidemocracy sul suo blog aziendale.

Wikidemocracy nasce da un mio seme innaffiatto da molte discussioni con molte persone (ricordo Alberto, Luca, Mario, Marco, Guido, Gianmarco, Francesco, Andrea, Alessandra, Michele, Luigi e molti altri ancora. In particolare Mario che dopo aver letto "wikinomics" ha visto la luce..).

L’idea nasce ben prima della crisi di governo; pensavo/amo che la legislatura sarebbe durata; da ingenui non avevamo considerato gli effetti del referendum. Questa repentina crisi ci ha costretti ad accelerare e partire un po’ con le toppe…

Joy aveva immaginato la "circoscrizione Internet"; Fiorello da anni porta avanti "condividi la conoscenza" dove ci sono discussioni no-partisan, un dibattito che, quando era al senato, costruttivamente portava avanti con Palmieri, ponendo la questione del rapporto innovazione tecnologica-società a tutti i livelli. Iniziative "dal popolo della rete" per proposte di innovazione ce ne sono molte. 

Pensavo che tra 3 anni, alle elezioni, i giovani neoelettori e meno-neoelettori, avrebbero avuto un peso piu’ determinante, ma come far sentire la loro voce ? in che piazza ? dove rappresentare le istanze a una classe politica che nemmeno usa il PC ?

Ci sono molti blog dove si discute di politica, anche molti forum, ma come incanalare la cosa ?

Io non condivido l’idea di Beppe che sia possibile una fine della politica. Ma nel contempo le istanze vanno fatte sentire. Il mondo avanza velocemente, piu’ di quanto possiamo immaginare e le avanguardie distaccano sempre di piu’ le retroguardie.

Chi vuole governare si indirizza agli ultra 65enni perche’ solo il 17% della popolazione italiana (vado a mente) ha meno di 25 anni, col risultato che ci si interessa (giustamente da un certo punto di vista) piu’ di prostata che di sequenziazione del DNA (ma avete presente gli effetti sulla sanita’ di uno e dell’altro ? (ci tornero’ su)).

E’ possibile un "partito di Internet" ? ammettiamo di avere posizioni comuni su anonimato si/no, drm+tpm si/no, wifi gratis si/no, neutralita’ della rete si/no, f/oss si/no, ecc.

Quanti siamo gli "internauti hardcore" ? il 22% delle abitazioni ha un broadband. Se anche prendesse i voti dei minori di 35 anni (e maggiori di 18) in queste abitazioni, non credo si potrebbe superare gli sbarramenti e anche se li superasse avrebbe qualche (poco) percento di parlamentari, assolutamente inessenziali e ininfluenti (se c’e’ una maggioranza significativa, proprio perche’ sono pochi se non c’e’ una maggioranza significativa, perche’ bloccati da veti incrociati (es: 120MHz di spettro non licenziato in cambio di 3000 postini assunti…)

Allora abbiamo pensato a come bisogna instillare il tarlo della modernita’ nei partiti che ci sono; abbiamo pensato che, per lungo tempo, per come e’ costituita la demografia e le corporazioni italiane, la politica passera’ ancora a lungo dai partiti tradizionali. (ed tutti i loro schemi di sostentamento anche autoreferenziali dalle banche alla TV, giornali, ecc.).

Crediamo che bisogna cercare di  influire su di loro, aiutarli a capire che il futuro degli anziani c’e’ nella misura in cui c’e’ il futuro dei giovani, che la tutela dell’esistente si fa promuovendo il nuovo, a livello di sistema. Ecco, fare sistema, partire da quello che c’e’ e dal dato di fatto, non fare un nuovo campanile. Spingere per cambiare quelli che ci sono.

Vengo qui all’unica osservazione negativa che fa Vittorio: la mancanza di uno spazio "non partito" di discussione all’interno di Wikidemocray.

Wikidemocracy non e’ la rete; cerca di essere solo un punto di contatto tra persone e programmi verso i partiti, nell’ottica che descrivevo sopra. Partiti che oggi parlano essenzialmente di altri partiti, di alleanze e di liste ma che si sono scollate dalle persone e dai programmi (3P vs 1P (questa e’ di Francesco)).

WD non pretende di essere l’unico forum di discussione; spera di essere una piazza del mercato per presentare idee organizzate e cambiare i campanili.

Ad esempio, quando Marco mi ha chiesto di partecipare a Cittadini Digitali, io gli ho raccontato di Wikidemocracy non vedendolo in "competizione", come non vediamo "in competizione" Openpolis o i blog o ecc… (EDITED: aggiungo alcuni altri segnalati nei commenti al post di Vittorio: Demopedia, imille, wikilex, Costituzione italiana, Wikicraziademocraticidiretti, …)

Discutiamo di programmi e di contenuti ovunque, a casa propria (nei blog), al circolo (forum vari), nelle mailing list [condividi3] in ufficio e al bar e poi diciamolo ai partiti, che sappiano che esistono anche altri che si pongono in modo costruttivo e che inizino ad ascoltarci.

La rete, con tutti i suoi strumenti,  e’ il grande contenitore di tutte le discussioni dove gia’ ci sono da anni e in continuazione; Wikidemocracy non pretende di essere l’unico luogo di discussione; cerca di essere solo un pezzettino dell’imbuto tra la rete e i nostri eletti, eletti che, anche se puo’ non piacerci, stanno raggruppati sotto i simboli che troviamo nelle schede elettorali e su di loro (crediamo) dobbiamo tentare di influire.

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11 thoughts on “EDITED: Vittorio e il suo commento su wikidemocracy”

  1. c’e’ scritto anche nelle FAQ, se non hai una identita’ degli utenti, rischi fortemente il vandalismo. questa e’ l’esperienza di wikipedia che e’ costretta a bloccare le pagine dei temi piu controversi.
    il mincomunicazioni ha stabilito che l’sms e’ un metodo valido ai sensi di legge per consentire alle forze dell’ordine di identificare gli utenti. diversamente non sapremmo come fare…

  2. Complimenti per l’iniziativa,
    noi del gruppo democratici diretti avevamo lanciato in passato già iniziative simile:
    wikicrazia
    http://www.dotcoma.it/2005/06/13/wikicrazia.html
    un programma partecipato
    http://www.democraticidiretti.org/wiki/doku.php?id=programma
    come profondi promotori della dd e dell’uso della e-democracy (vedi http://www.listapartecipata.it) mi piacerebbe pubblicare un vostro comunicato stampa sul nostro portale democraticidiretti.org
    potete inviarmelo nella mail che ho inserito nel commento
    rinnovo i complimenti
    Stefano

  3. Pero’ continuo a pensare che una sezione “Non partito” ci debba essere. Perchè di persone che non si riconoscono in un partito ci sono; che piaccia o no, e’ una realtà, come i simboli dei partiti…

  4. Giusto una considerazione.
    Avete immaginato a come affrontreste l’inevitabile scontro di versioning su temi caldi tipo quello dell’aborto sulla lista del PD, che sarebbero oggetto inevitabilmente di revisioni infinite come accade per molte voci controverse di wikipedia?

  5. Ciao stefano,
    grazie di aver capito che la critica era del tutto costruttiva.
    Del resto siamo qui a tentar tutti, ognuno porta una iniziativa.
    Sono un po’ dubbioso sul potere trasversale di certi contenuti della circoscrizione internet, mentre credo che ciò che ci unisce sia “l’instillazione del tarlo” dell’innovazione. Ma passiamo oltre.
    Ti segnalo però che la mia procedura di iscrizione non si è conclusa: dopo lo sms non ho ricevuto altro. Forse qualcosa si è inceppato.
    p.s.
    “blog aziendale” per scene digitali di repubblica mi pare come se definissi “vertebrato” un essere umano…

  6. Condivido l'”esigenza” di definire un’area per chi ai partiti non sente di appartenere, anche magari per poter lanciare (e discutere) delle idee che non siano necessariamente legate ai partiti stessi, e che poi gli appartenenti ai gruppi “tradizionali” possano liberamente mutuare.
    Gabriele

  7. Participatory democracy

    I have read on Stefano Quintarelli’s blog about the Wikidemocracy initiative: WD is the first experiment in the world to write the parties’ programs bottom-up. It is still under development and focused on Italy, but we plan to internationalize it

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