Che video hai visto su Youtube ? Non lo sai ? Beh, adesso la Paramount, Nickelodeon e Dreamworks, si.

Mi segnala Marco: Judge Orders YouTube to Give All User Histories to Viacom | Threat Level from Wired.com.

Google will have to turn over every record of every video watched by YouTube users, including users’ names and IP addresses, to Viacom, which is suing Google for allowing clips of its copyright videos to appear on YouTube, a judge ruled Wednesday.

Un giudice americano ha ordinato Google di fornire a Viacom i dati di ogni video visto su Youtube, incluso nome utente e indirizzi IP.  Viacom e’ l’azienda titolare dei marchi citati sopra (e molti altri).

E se invece di essere un giudice americano fosse stato un giudice Cinese ?

Proprio facendo riferimento a questo caso, ieri in una tavola rotonda a Roma ho chiesto a Marco Pancini (affari regolamentari di Google) se, secondo lui, noi utenti abbiamo il diritto all’oblio, ovvero a cancellare i nostri dati personali. La risposta e’ in generale positiva, ma la  discussione si e’ rapidamente spostata durante il caffe’ su cosa siano i dati personali e se tecnicamente si possano cancellare.

Costruire un middleware che mantenga i dati personali degli utenti sulle macchine degli utenti stessi e, quelli che servono (incluso per la pubblicita’ e la profilazione dei servizi) vengano prelevati dal servizio centralizzato solo durante la fruizione, con un meccanismo di gerarchia di trust e certificati di accesso, non poterbbe funzionare ?

A parte questa provocazione, visto che la sede era una sala convegni della Camera e c’era un solo parlamentare ad ascoltare (peraltro vicepresidente di una commissione, il resto del pubblico erano avvocati, giuristi, ecc.) ho portato altri esempi di situazioni di conflitto tra grandi e piccole aziende, tra vecchio e nuovo, tra efficienza economica e diritti delle persone e ho sollecitato una riflessione che parta proprio da questi ultimi, dai diritti degli utenti, magari istituendo un gruppo di riflessione e advisory sul tema.

La decisione del giudice USA mi pare intollerabile e se fossi ministro degli esteri richiederei lo stralcio di tutti gli IP address italiani. 

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7 thoughts on “Che video hai visto su Youtube ? Non lo sai ? Beh, adesso la Paramount, Nickelodeon e Dreamworks, si.”

  1. Notizia molto interessante.
    La decisione e’ molto curiosa.
    Mi domando, assolutamente a caldo, come si possa dimostrare che gli utenti in questione erano consapevoli dell’eventuale illegittimita’ del filmato.
    YouTube e’ un sito su cui sono presenti, per il tramite di accordi, notevoli quantita’ di materiale legittimo, a volte a scopo pubblicitario, a volte a scopo di “catch up tv”.
    I singoli contributors, inoltre, potrebbero aver ottenuto le licenze.
    Non c’e’ un sistema di DRM a certificare se queste sono state o meno acquisite.
    Ci sara’ poi da dimostrare chi e’ stato a visionare effettivamente il filmato.
    E poi, provoco anch’io, ora che Google-YouTube e’ potenzialmente soggetta alla normativa TV (nuova Direttiva), ragioniamo come con la TV.
    Se io vedo in televisione un contenuto in violazione del diritto d’autore sono perseguibile o bisogna seguire un discorso di responsabilita’ editoriale.
    Piu’ in generale, i siti di User Generated Content, possono avere responsabilita’ editoriale?
    Ma, allora, possono ospitare contenuti commerciali (cioe’, non user generated)?
    Ripeto, riflessioni assolutamente a caldo.
    Eugenio

  2. Google ha sottovalutato la causa con Viacom.
    Dopo aver acquistato YouTube molte compagnie hanno fatto causa a Google per questioni di diritti d’autore.
    Troppo ghiotta l’occasione per recuperare soldi da un concorrente.
    Tra queste Viacom che vuole un risarcimento milionario per tutti i video che sono stati uplodati (e visti) su YouTube.
    Come molto spesso accade un giudice crea un precedente molto pericoloso per tutti gli operatori internet.
    La legge è indietro di 10 anni e tutte le proposte che leggo sono per un rafforzamento di una logica ormai superata:
    – Allungamento del copyright da 50 a 95 anni (quando ormai la vita commerciale di un opera si è ridotta moltissimo in internet)
    – Trattare gli utenti come pirati a prescindere e quindi escluderli dal mezzo di comunicazione dominante dei prossimi 30 anni
    – Non accettare che internet è condivisione di file con tutti i pro e contro del caso
    Cosa accadrà adesso?
    Credo che YouTube abbia un brand molto forte per subire contraccolpi pesanti d’immagine anche perchè pochi utenti sentono la questione della propria privacy digitale come una questione primaria.
    Sul lato giudiziario sarà interessante vedere chi la spunterà, in caso di sconfitta sarà dura per Google utilizzare YouTube come una valida fonte di reddito.

  3. Si legge da diverse parti “yt fornirà gli ip a…, in quanto l’ip non è dato personale…”. Mi auguro che forniscano i dati con le tre X al posto dell’ultimo ottetto, oppure senza timestamp.
    Diversamente, che nessuno si meravigli se poi cominceranno a piovere subpoena a tutti gli isp da parte di Viacom.

  4. Vorrei ricordare che la tecnica usata ahime’ spesso nelle cause di lavoro e’ citare a testimoniare tutti i clienti del datore di lavoro per accertare se il dipendente faceva straordinari, se era molestato, se …
    Tecnica processuale. Legittima, ma porta pubblicità negativa e tanta pressione sul datore di lavoro portato a conciliare.
    Consiglierei di attendere come vanno le cose. In ogni caso contare il numero di visioni di un documento, o di un video, aiuta certamente a quantificare e limitare meglio l’ipotetico danno.
    ps: ma per leggere le perle di Giovanni degli Antoni devo leggere sempre Epolis o ha uno spazio sul web ? 🙂

  5. Secondo me Viacom sa di avere perso ed allora ha voluto e sfortunatamente ottenuto il suo contentino: avere l’elenco degli utenti su cui magari rivalersi, premio di consolazione.
    Un esempio:
    Se io ho una casa e per arrivare alla strada attraverso un terreno non recintato di proprietà altrui possono verificarsi i seguenti casi:
    – Il proprietario non mi dice nulla, non gli importa, mi sempbra dopo dieci anni, acquisisco addirittira il diritto di passo per usocapione:
    – Al proprietario importa, mi ferma è mi dà tre possibilità: non attraversare la sua proprietà; pagargli il pedaggio, comprare il terreno.
    Se si verifica il secondo caso e contravvengo a tutte e tre le opzioni propostemi dal proprietario, questo, a ragione, mi può fare causa e la può vincere.
    Ora, tornando ai video di Youtube. Centomila video non si caricano in pochi mesi, ci sono voluti anni. Il portale è pubblico e chiunque compreso Viacom poteva individuare questo contenuto protetto da copyright.
    Mi sembra impossibile che non sapessero della presenza di quei video, in base al dmca potevano chiederne la rimozione man mano che comparivano online ed invece non l’hanno fatto.
    Hanno aspettato che passasse di proprieta per chiedere i danni a chi finalmente aveva tanti soldi.
    E’ come se il propretario del terreno che attraverso, dopo 8 anni, mi venisse a chiedere del denaro a titolo di affitto arretrato. Giustamente io gli dico che non gli dò nemmeno un euro in quanto doveva dirmelo prima, non aspettare 8 anni per chiedermi i soldi.
    Quella di Viacom a me pare essere solo una speculazione, altro che difesa dei diritti di copyright.

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