Un modello di sviluppo che guarda agli anni ’60

Mi scrive Luca:

Ho ascoltato Radio Anch'io stamattina con il Min Mattioli che parlava degli stanziamenti per le infrastrutture (ferrovie, austostrade, ponti, Mose etc etc) per Eur14 miliari decisi dal Governo; non ho volutamente chiamato al numero verde per chiedere dei famosi Eur800 milioni CIPE per la larga banda
In un'intera ora di trasmissione non se ne é mai parlato e neppure il giornalista, Zanchini, una persona cmq capace, ha mai fatto domande in proposito.
Grave l'idea che un'infrastruttura per essere tale deve essere tangibile o visibile; siamo ancora indietro in questo paese purtroppo. A livello istituzioni non si capisce ancora che la dematerializzazione di documenti e di pagamenti e l'uso ad es della PEC sarebbero essenziali anche per le PA, speriamo Brunetta ne cavi qcosa.

In effetti non e' dato sapere cosa hanno deciso al Cipe. Qui c'e' l'elenco delle sedute con i relativi comunicati. A differenza dei precedenti comunicati, in cui si dettagliava il fondo per la strada statale x dal km y al km z, in questo comunicato si dice solo

Il Comitato ha espresso parere, con adozione di apposita delibera, sull’Allegato Infrastrutture al Documento di Programmazione Economico-Finanziaria (DPEF) per gli anni 2010-2013….
La delibera adottata dal CIPE nell’odierna seduta verrà trasmessa alla Conferenza Unificata per la prevista intesa e alle competenti Commissioni parlamentari per il parere.

L'altro ieri sono andato a sentire l'amico Fiorello Cortiana a un convegno in cui si parlava di sviluppo per Milano; ne sono uscito con 5 pensieri, purtroppo prima del dibattito (avevo una cena)

  • ero l'unico under-50 in sala (avevo anche il mac, ed era il solo, ma questo e' un dettaglio)
  • le alternative di sviluppo auspicato sono varianti di attività immobiliari
  • un giornalista del corriere della sera ha detto che il giornale ha ed avrà sempre piu' un ruolo di aggregazione e condivisione delle istanze che emergono dalla città
  • hanno parlato di cio' che vogliono i giovani e cosa bisogna fare, convenendo che i giovani devono darsi da fare e diventare protagonisti (avanti c'e' posto ? ndr)
  • l'unico discorso serio lo ha fatto Fiorello, con qualche slancio di modernità che i presenti non hanno capito. es. la riorganizzazione sociale spinta dalla digitalizzazione, l'importanza della strategia di Lisbona (varie persone intorno a me si rivolgevano al vicino chiedendo "che c'entra lisbona ?" con il tradizionale gesto della mano)

fossi rimasto al dibattito, avrei detto semplicemente che c'e' un documento del Dipartimento del Tesoro del Ministero dell'Economia di luglio 2008 che si intitola "Are Italy's public finances sustainable ?".
Scritto da degli economisti italiani, arriva alla conclusione che si,
le finanze pubbliche sono solidamente sostenibili, se si fanno un certo
insieme di interventi.

Cito:

Nevertheless, labour productivity gains should be considered as the most important factor in ensuring long-term fiscal sustainability, and in this respect, the implementation of public policies such as those included in the Lisbon Strategy package is an essential condition to boosting labour productivity and fostering potential growth. 

"Investire in ICT e' una condizione essenziale per pagare le vostre pensioni e sanità".

A chi capisce l'inglese, consiglio questo documentario della PBS. Le prospettive in USA sono che l'assistenza sanitaria e farmaceutica per gli oltre-65 saranno l'elemento principale di spesa pubblica e saranno insostenibili tra poco, per cui cosa fanno gli USA ? investono in ICT per ridurre i costi della sanità.

Come da noi, uguaglio uguaglio.

p.s. parlavo ieri a pranzo di queste cose con un amico che occupa una posizione di rilievo e gli facevo osservare che l'attività di un programmatore viene venduta ad una tariffa oraria analoga a quella di una badante alla quale pero' non e' servito studiare e non deve aggiornarsi continuamente. In UK, in crisi, almeno il doppio. Cio' determina, oltre ai negativi effetti economici e fiscali, una fuga dai settori della Strategia di Lisbona, a vantaggio di emigrazione o, nella migliore delle ipotesi (per il paese), agriturismi.

Se proprio non potremo pagarvi pensione e medicine, almeno vi faremo aria stesi sotto un leccio.

pp.ss. un aumento delle tariffe (e il loro pagamento) da parte delle PA orienterebbe la offerta e farebbe salire le tariffe di tutto il mercato. se il volume delle prestazioni nel privato e' il 50% (circa) in piu di quelle del pubblico, l'aumento del gettito fiscale compenserebbe la spesa aggiuntiva della PA, innescando pero' un circolo virtuoso. E' la solita storia della spesa pubblica come rilancio dell'economia, solo che noi lo facciamo sempre per ponti e strade.

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9 thoughts on “Un modello di sviluppo che guarda agli anni ’60”

  1. “In UK, in crisi, almeno il doppio”
    Vero e aumenta con l’esperienza, anche in tempi di crisi. Che poi, l’impressione è che nel settore IT-informatica il mercato è stato solo rallentato dalla crisi, non fermato.

  2. Sono completamente, pienamente, assolutamente concorde!!!
    Aggiungerei solo, come ne discutevamo settimana scorsa, che l’IT in Italia è visto come un costo e non come una risorsa!!! (anche da gente sotto i 50…ehehhe)

  3. Una precisazione, il mio stimolo non impica che io abbia detto che i ponti non servano ma, invece intendo dire che serve ANCHE una infrastruttura ICT nazionale.
    Sono appena stato a Lisbona e ci sono due ponti realizzati nel 1998(!! Beati loro!) uno di 2,5 km e l’altro di 12 km ed entrambi elminano il collo di bottiglia del traffico di Lisbona, traffico che sicuramente è “robetta” per chi ha visto cosa avviene tra Reggio C e Messina. Allora perchè non andare a cavallo per inquinare meno o direttamente andare a piedi? Nessuno conosce poi quel ponte splendido tra danimarca e Svezia, il più lungo d’Europa, se loro che sono tra i più attenti a impatti ambientali lo hanno fatto vuol dire che avranno valutato bene costie benefici. Non voglio finire come i No Global che nloccavano la TAV in Piemonte

  4. Non avevo alcuna intenzione di farti dire cose che non hai detto, ho espresso un mio parere.
    Penso che le priorità in Italia siano ben altre (rispetto al ponte di Messina).
    Mi è venuto ora in mente che da noi si costruiscono male (e crollano) ponti ben più corti rispetto a quello sullo stretto, così come le case (v. Abruzzo) e le scuole.
    Tu dici ANCHE le ITC, io dico sopratutto le ITC, insieme a tante altre cose più importanti dei ponti e delle strade mal costruite.

  5. “l’attività di un programmatore viene venduta ad una tariffa oraria analoga a quella di una badante”
    la differenza principale tra un programmatore ed una badante e’ che il lavoro di programmatore si puo’ dare in outsourcing in India ad un quarto del costo mentre il lavoro della badante non si puo’ dare in outsourcing. Sono d’accordo con lo spirito del post e non voglio sminuire il lavoro del programmatore, ma dobbiamo fare i conti anche con questa realta’.
    Gli eredi della classe operaia sono in qualche modo i colletti bianchi.

  6. In Italia, le infrastrutture sono cose tangibili. Potenziare la logistica vuol dire costruire strade o ferrovie, punto. Hai voglia di parlare di ICT, organizzazione, banda larga, non capisce quasi nessuno che vuol dire.
    Ma almeno le costruissero queste infrastrutture tangibili (sopratutto al sud). Macché, ne parlano e basta.

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