UPDATE: Domanda e offerta secondo Lapalisse

Stamattina lavoro da casa…

Dopo aver accompagnato la prole a scuola, improcrastinabile taglio di capelli. Che poi e’ di fianco alla videoteca che e’ una vita che non ci vado (la sera corro a casa…) prendo un film e vado a casa, poi quando esco lo rendo.

No, non lo guardo adesso. Nel tempo che ho scritto questo post, lo ho rippato e messo sul server; lo guardero’ con XBMC (xbox media center) quando avro’ tempo.

Non e’ colpa mia se i titolari dei diritti vogliono impormi una modalità d’uso che non è adeguata alla mia vita.

D’altronde sono abbastanza convinto che, nonostante i loro comportamenti suggeriscano il contrario, siano piu’ felici di incassare i miei 4 euro che non incassare nulla.

UPDATE:

Scrive Riccardo nei commenti:

I
noleggiatori di DVD stanno per morire ma nessuno si straccerà le vesti
(btw, se vi capita di vedere “Be kind, rewind” è un filmetto divertente
con Jack Black sull’argomento.
Tu ovviamente non danneggi il tuo noleggiatore se il film te lo guardi
per conto tuo, quando più ti aggrada, senza darlo in giro; forse ne
stai solo prolungando l’agonia (il mio ha chiuso il mese scorso, ora ne
devo cercare un altro, purtroppo quello era sotto casa).
Dei tre paradigmi di distribuzione mainstream ( a)P2P online e offline
di materiale “rippato”, b) distribuzione su supporto fisico originale
tramite negozi o corrispondenza, c) streaming on demand o download
legale), la b) è come un vaso di coccio fra due asi di ferro.
La domanda è: quando non troverai più il negozio dove noleggiare il
DVD, ricorrerai a iTunes/Mediaworld/SKY comprando a 5-10€ un diritto di
visione entro le 24 ore su un solo e particolare dispositivo oppure ti
procurerai il film con una qualche forma di P2P a costo zero e senza
alcuna limitazione di dispositivo e scadenza?

@Riccardo, gliela hai tirata…

Sono passato a restituire il dvd, aveva gli occhi rossi e gli stavano pignorando i computer.

Adesso il tuo quesito inizia a porsi…

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17 thoughts on “UPDATE: Domanda e offerta secondo Lapalisse”

  1. Il punto, IMHO, e’ proprio il controllo, inteso in senso orwelliano ed e’ questo che bisogna rifiutare.
    Fino a una trentina di anni fa sembrava che, tramite la TV, fosse possibile telecomandare i comportamenti della gente: il tiggi’ delle 20, il carosello, il film alla TV, le partite di calcio…
    Poi e’ arrivato il VCR (contro cui le major hanno tuonato e che hanno additato come la fine della civilta’ occidentale) che ha permesso di fruire il film delle 20:40 anche alle 9 della mattina dopo.
    Sono arrivate Internet e la tecnologia (contro cui le major stanno tuonando e stanno additando come la fine della civilta’ occidentale) che ribalta la situazione e permette al fruitiore di decidere sono solamente “se”, ma anche “quando, come e dove”.

  2. ma non ne incassano 4, c’è il taglio del videoclub e poi i costi della logistica e produzione. Ma perchè c…. 10 anni dopo Napster non c’è ancora un servizio UNIVERSALE di download di film a diciamo €1,50 medio per avere tutti i film censiti su imdb, immediatamente disponibili, quando si ha voglia, l’impulso ti fa pagare e il prezzo non ti spaventa? Davvero incasserebbero da me meno dei 4 noleggi al mese che faccio ?

  3. beh si, sicuramente, ed è proprio questo il punto: la distribuzione su supporto è sotto la concorrenza del P2P mentre la produzione potrebbe tentare strategie di distribuzione diretta che valorizzano ulteriormente i film. Ad esempio la domanda che oggi viene rinnovata ogni 15 anni col passaggio dal VHS al DVD al BD a costo di investimenti pazzeschi, standard mancati etc, potrebbe rigenerarsi in tempi molto più brevi, al passo coi formati dei file, la larghezza della banda, l’evoluzione degli schermi.
    E’ chiaro che molto dell’atteggiamento delle major dipende dal successo del BlueRay, ma già il fatto che lo standard sia in giro da 4 anni ma solo ora diventa davvero disponibile al pubblico (ma costa ancora troppo) è indice che il ciclo di innovazione dell’entertainment su disco è molto molto vulnerabile a quello più breve dei computer.

  4. Pero’ se vogliamo sovvenzionare la filiera dobbiamo essere onesti con questi “attori della filiera” e dire che domani il loro business potrebbe sciogliersi come neve al sole. Sta succedendo una cosa simile per i giochi elettronici (PC, console…) che vengono sempre piu’ distribuiti via Internet, con buona pace di chi ha aperto un negozio di giochi elettronici.

  5. I noleggiatori di DVD stanno per morire ma nessuno si straccerà le vesti (btw, se vi capita di vedere “Be kind, rewind” è un filmetto divertente con Jack Black sull’argomento).
    Tu ovviamente non danneggi il tuo noleggiatore se il film te lo guardi per conto tuo, quando più ti aggrada, senza darlo in giro; forse ne stai solo prolungando l’agonia (il mio ha chiuso il mese scorso, ora ne devo cercare un altro, purtroppo quello era sotto casa).
    Dei tre paradigmi di distribuzione mainstream ( a)P2P online e offline di materiale “rippato”, b) distribuzione su supporto fisico originale tramite negozi o corrispondenza, c) streaming on demand o download legale), la b) è come un vaso di coccio fra due asi di ferro.
    La domanda è: quando non troverai più il negozio dove noleggiare il DVD, ricorrerai a iTunes/Mediaworld/SKY comprando a 5-10€ un diritto di visione entro le 24 ore su un solo e particolare dispositivo oppure ti procurerai il film con una qualche forma di P2P a costo zero e senza alcuna limitazione di dispositivo e scadenza?
    Torno con l’occasione a suggerire l’uso del piccione viaggiatore per la distribuzione a larga banda di contenuti digitali

  6. Stefano, rimane il fatto che il tuo è stato comunque un comportamento illecito nonostante tu, come la maggior parte della cittadinanza non lo riconosca (più)come degno di biasimo, se è vero che ne scrivi apertamente su questo blog.
    Una cosa che spesso sfugge quando si parla di questi temi, di modelli di business ormai resi obsoleti dalla tecnologia, di comportamenti protezionistici da parte di industrie che non vogliono rivedere i loro sistemi di distribuzione e, quindi, il loro potere, di assurdi inasprimenti nell’enforcement di normative che non corrispondono più al comune sentire di gran parte dei cittadini è che ci stiamo giocando ben di più e ben altro, ovvero il principio di effettività del diritto, che dovrebbe essere un cardine in una democrazia.

  7. @Riccardo, gliela hai tirata…
    Sono passato a restituire il dvd, aveva gli occhi rossi e gli stavano pignorando i computer.
    Adesso il tuo quesito inizia a porsi…
    @Marco: ecchenonloso che e’ un illecito ? ne ho scritto apertamente sul blog per denuncia (sperando che Davide non mi denunci… 😉 ma proprio per questo ne ho scritto. “disobbedienza civile”, as they call it…

  8. Rivedere un film gratis quando vuoi dopo che hai speso 4 euro.. stai a tirà troppo la corda… se vuoi un modello di business diverso (e sono d’accordo con te) non puoi tenere fermo il prezzo.
    Per correttezza si dovrebbe dire che rivedere un film quando ti garba = comprarlo
    quindi che sei disposto a pagare un po’ di piu ‘per questo nuovo modello.
    Un colpo al cerchio e uno alla botte sennò non si fa mai giorno qui.

  9. Beh… finora abbiamo parlato di ‘modelli di business’ usando il plurale.
    Se esistesse un solo modello di cessione dei diritti, ossia ti do il film e ci fai quel ***** che ti pare (rip, upload, cut, copy, modify), allora avresti ragione te.
    Purtroppo non è così.
    Se mi dici WHAT’S COMPRARE – e con questo intendi che non vuoi usare le categorie classiche (affitto, vendita ecc) allora significa che bisogna crearne di nuove.
    Altrimenti ti diranno sempre che se affitti una macchina una volta, non te la sei comprata.
    Un dibattito di questo tipo porta le persone a pensare che non hai fatto nulla di male a rippare e uploadare perchè non ti danno altro modo per vederti il film con XBMC (es. Pierani)
    Invece secondo me, si dovrebbe fissare l’argomento su un punto vero che è “Nuove categorie di cessione dei diritti”.

  10. Ne parlava anche Linus di Radio DJ del noleggio dei film.
    http://linus.blog.deejay.it/2009/11/11/dvd/
    Io penso che i noleggiatori oggi stiano come le videocassette a 10 anni fa, sul viale del tramonto.
    Peccato è sempre un lavoro che sta sparendo, ma non è successo pure altre volte?
    I prossimi a sparire saranno i rivenditori di musica, che penso non se la passino tanto bene.

  11. @Dario: e’ proprio questo il punto: “comprare” non lo abbiamo MAI fatto con musica o film.
    noi diamo dei soldi per avere in cambio dei diritti (altri ce li abbiamo anche senza soldi, le libere utilizzazioni)
    Il problema e’ che i diritti che i diritti che ti vogliono dare in cambio dei soldi non sono piu’ quelli che interessano ai Clienti (con la C maiuscola) e i Clienti non hanno alternative realmente praticabili.
    Te pensa che, persino in UK dove l’accesso a contenuti in lingua inglese e’ 10 volte piu’ possibile che da noi, il governo ritiene che la colpa della scarsa (!) circolazione dei beni digitali sia nella resistenza dei titolari dei diritti a renderli disponibili ai Clienti in forme adeguate…

  12. @Dario: io sono molto d’accordo con te sul percorrere la strada di nuove categorie di cessione dei diritti, il problema è che a forza di dirlo queste nuove categorie sono diventate vecchie 😉 insomma quanto mi attribuisci è un pochino limtativo, io parlavo del fatto che, andando avanti così, stiamo mettendo a rischio il principio di effettività del diritto …

  13. Faccio una domanda: se acquisto un CD musicale fisico o lo stesso CD via iTunes, pago e ottengo la stessa cosa?
    Teoricamente si: il diritto ad usufruire del contenuto multimediale senza limiti di tempo e di ripetizione (sempre che l’uso sia personale). Nessuno può, infatti, contestarmi nulla se sento la stessa canzone una volta o 100.000 o se risentirò il disco tra 20 anni.
    Il punto è però: se l’acquisto è via iTunes ho un file del quale posso fare il backup per garantire il mio diritto; se però ho comprato il CD e questo si usura non posso farne un backup.
    Allora dovremmo dedurre che il diritto che acquistiamo si esaurisce con la durata del supporto?
    Nel caso di Stefano l’illecito è evidente: ha noleggiato un DVD e si presume che il fatto che si tratti di un noleggio limiti nel tempo la fruizione del contenuto (sebbene non delle volte o del riproduttore usato. A questo proposito se Stefano cancellasse il ripping del film contestualmente alla riconsegna del DVD non credo ci dovrebbero essere problemi).
    Ma nel caso di una persona che acquista un DVD perchè deve essergli impedito di farne una copia per salvaguardare il diritto da lui lecitamente acquisito?
    In altre parole: se acquisto un DVD e questo con l’uso si usura e diviene illeggibile, ho diritto a richiederne la sostituzione se il produttore mi ha impedito, con meccanismi di protezione, di farne una copia?

  14. vincenzo vicedomini

    Il problema, a mio avviso, è sempre il controllo che si vuole esercitare sull’uso del contenuto attraverso il mezzo. Controllo tra l’altro esercitato molto goffamente visto che Stefano ha potuto fare un ripping del contenuto.
    A mio avviso se Stefano ha pagato 4 euro per il noleggio dobbiamo capire che ha noleggiato (un diritto, un supporto che gli permette di esercitare quel diritto ?). Se ha noleggiato il diritto di fruizione del contenuto entro un arco di tempo di 24 ore allora il ripping che ha fatto deve sparire entro le 24 ore di noleggio. Il problema è che nessuno può controllare se Stefano cancella il file, mentre è possibile controllare se Stefano si frega il DVD.
    Badate Stefano ha commesso (probabilmente) un illecito perchè è concessa la copia di backup del supporto, ma solo se lo si acquista. (o si acquista il diritto di fruizione a tempo indefinito ?) Probabilmente se quei 4 euro fossero stati pagati per un’erogazione in streaming fatta on demand, il discorso non si porrebbe, Stefano fruirebbe del contenuto sul dispositivo che più gli aggrada e se tentasse la copia commetterebbe ugualmente un illecito. (a sto punto non giustificabile).
    Cosa si compra diritto al supporto o diritto al contenuto ? I produttori di software l’hanno già capito perchè gli altri titolari dei diritti di sfruttamento dei contenuti fanno ancora finta di non capire ?

  15. @Vincenzo
    “… è concessa la copia di backup del supporto, ma solo se lo si acquista…”
    Con i CD musicali è possibile, ma nell’ambito video le cassette VHS non sono copiabili per via della protezione Macrovision che degrada l’eventuale copia (peraltro espressamente vietata, altrimenti non si spiegherebbe l’introduzione di un meccanismo di protezione alla copia).
    Dobbiamo dedurre che il diritto ad usufruire dei miei film Disney *comprati* decade con la stessa rapidità con cui decade il supporto?
    Voglio sottolineare che non sto parlando di copie pirata o copie effettuate per rivendere o far circolare un contenuto, ma della salvaguardia del mio investimento e del diritto acquisito con l’acquisto.
    Hai perfettamente ragione: il punto è cosa stiamo acquistando. Se il diritto alla fruizione è limitato temporalmente dalla durata del supporto allora più longevo questo è e più dovrebbe costare il diritto stesso. Ma saremmo al paradosso che scaricare una canzone via iTunes dovrebbe costare molto di più che comprarla in CD.
    Un altro appunto: l’acquisto di una canzone via iTunes non è un acquisto in streaming (che va fruito in diretta). Infatti la stessa posso metterla sul mio iPod e sentirla quando voglio per tutto il tempo che voglio. Ho solo un limite nel trasferirla da un iPod ad un altro e anche qui ci sarebbe da discutere: se volessi cambiare un iPod all’anno perchè mi piace averlo sempre nuovo dovrei ricomprare le mie canzoni una volta esaurite le possibilità di copia.

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