Guest post di Maurizio Decina: I dieci anni che hanno sconvolto le telecomunicazioni in Italia

Il grafico sotto mostra un calo dell’80% nelle iscrizioni al Corso di laurea in Ingegneria delle Telecomunicazioni al Politecnico di Milano, dal settembre 2000 fino al settembre 2009.
Mi sembra che, ad esempio, anche la quotazione di Telecom Italia in borsa abbia subito un calo simile (del 75%, da circa 4,4€ a circa 1,1€).
Anche gli investimenti e gli addetti alla ricerca intra moenia, hanno subito in questi 10 anni un calo di grandi proporzioni, simili a quelle di questi due indicatori.
Mentre il fatturato totale del settore TLC in Italia è invece cresciuto in 10 anni del 20%, dai circa 36,9 miliardi di euro del 2000, ai circa 44,3  miliardi di euro previsti per il 2009 (fonte: Netconsulting).

Certo che il Paese non ha fatto un grande affare con le Telecomunicazioni negli ultimi 10 anni!

Matricole
Autore: Maurizio Decina

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12 thoughts on “Guest post di Maurizio Decina: I dieci anni che hanno sconvolto le telecomunicazioni in Italia”

  1. Mi sono laureato nel 1997 in tlc ed era il vero momento d’oro ma, salvo per appassionanti come il sottoscritto,
    tra gli iscritti si palesava l’idea “tlc = lavoro”
    Capisco che i giovani dopo piu di dieci anni non ci credano (ed a Milano lo capiscono prima come gira il mercato)
    Oggi consiglierei loro, se vogliono rimanere in italia, di studiare agronomia 😉

  2. Io mi sono iscritto nel 96 quindi il periodo d’oro me lo sono perso. Al tempo eravamo un buon numero, credo paragonabile al 2000; un calo così drastico non me l’aspettavo. Elettronica e informatica come vanno?
    Bel post del prof Decina, mi piacerebbe sentirlo commentare i dati in aula 🙂

  3. Giuliano Peritore

    Visto il livello di concorrenza del mercato italiano magari molti possibili futuri ingegneri hanno ritenuto più opportuno iscriversi al “corso di laurea per addetto al call-center”… E’ un dato che inquieta ed e’ un bene che Dècina aiuti a renderlo visibile.

  4. da iscritto 2004/2005 al corso di tlc, ora migrato al corso di informatica per la specialistica, posso rassicurare che ancora oggi valga per molti l’equazione “tlc=lavoro”.
    passione se ne vede poca.
    nel corso di informatica va decisamente meglio 😉
    Certo che il tema è serio, e meriterebbe approfondimenti. Magari qualcosa di cui si potrebbe ragionare con l’orientamento studenti, per capire cosa pensa un neo diplomato.

  5. secondo me non si può prendere un dato (matricole di ing tlc a Milano) e costruirci una teoria sopra. Bisogna prendere i dati di tutte le università dove si studia ing tlc. Pradossalmente, un calo di Milano potrebbe significare un aumento di iscrizioni di tlc in un’altra università. E gli altri corsi di ingegneria che andamento hanno avuto??

  6. Io mi sono iscritto nel ’96 come Paolo, quindi (come Paolo) il periodo d’oro delle tlc me lo sono perso… o quasi… nel senso che nel 1997 per problemi a casa, ho iniziato anche a lavorare. Indovina dove? In un ISP. Solo che io facevo, e il manager (che ora fa il galoppino-strozzino finanziario per Fineco; una piccola filiale nella burinia romana) mangiava. 2 manager e 1 tecnico (il mio primo mentore, che e’ SEMPRE stato Giusto; ma purtroppo era succubo del suo amico d’infanzia manager, e del padre pizzicagnolo di provincia come il mio), mangiavano. Mmm… nel ’97 prendevo 40 mila lire al giorno… chiedi conferma a Giuliano, lui sa’, perche’ il lavoro tosto lo faceva lui da Latina insieme al suo piiiiiccolo societto managerino. Parlo senza cattivaria alcuna; se ho imparato un po’ di managerismo – che fa sempre bene – lo devo a loro; e’ solo come io ho vissuto quegli anni. De facto tutti noi eravamo dentro una speculazione economica di cui al tempo forse non potevamo nemmeno renderci conto (per lo meno non io; ero l’ultima ruota del carro e mi veniva da vomitare solo a sentir parlare di bilanci; la mia giornata lavorativa tipo iniziava la mattina con una quest in un MUD, Ravenloft per prendere oggetti di scaglie di drago… il server del mud resettava alle 9.00 e li’ bisognava sbrigarsi a prendere le chiavi della citta’ maledetta litigandosele con le altre squadre ammazzando zombie e rifugiandosi nella taverna del birraio che cantava Stairway To Heaven … poi appena completata la quest bisognava fare pure qualcosa di concreto se no mi si incazzava il boss).
    La mia fortuna – paradossalmente – e’ stata che all’universita’ ho trovato professori non degni di me… e quindi fatti quei 15 esami di Matematica Strettamente Indispensabile (quelli s’hanno da fare sempre; io li farei fare pure a chi studia lettere&filosofia) l’ho lasciati li’ a discutere tra loro su chi era piu’ bravo… l’ultimo (Cantone, programmazione oggetti e concorrente) voleva mandarmi in Alenia a sviluppare sistemi di puntamento per missili… tze’… Bruce Colin (Colon Bruciante; cfr. film Love Guru; e’ il manager di Guru Pitka)… barone col pepe al culo… fumava talmente tanto che i baffetti bianchi per l’eta’ erano trasfigurati in Mustachos alla Adolf Diderot… marrone-neri al centro.
    Pero’ non penso che il problema sia serio. Non lo chiamerei proprio “problema”. Perche’ fondamentalmente tutto cio’ che c’e’ a livello elettronico e’ gia’ in circolazione. Se ci sono risonanze magnetiche utili non lo so, ma e’ inutile addestrare tonnellate di ingegneri tlc (ie: carne da macello) se poi non c’e’ nient’altro da fargli fare; o cmq lavoro che puo’ benissimo svolgere un perito tecnico industriale. E per le risonanze magnetiche vedo meglio i fisici. Analogamente gli ing. informatici: a che servono? Integratori di lusso, pagati pero’ come un cameriere, che non sanno fare come gli Informatici della facolta’ di scienze, e sono troppo lenti rispetto a quelli come me? Servono solo a far dire al commerciale “Le presento l’Ingegner Rossi, l’Esperto For Your Courtesy”. E cmq, inutile addestrarli in universita’ classiche; perche’ attualmente sono troppo lente e non formano uomini (solo automi).

  7. per rispondere a sante, anche all’Università di Pisa si avverte un calo di iscrizione della stessa dimensione, me lo confermano i prof con cui sono rimasto in contatto. D’altronde, anch’io sono un ingegnere delle tlc, iscritto nel ’97, e posso confermare che se non c’è passione non c’è lavoro: quali sono gli sbocchi occupazionali? il programmatore? quando esci a 25-26 anni puoi avere tutti i 110 cum laude che vuoi (cosa abbastanza facile ultimamente), ma un informatico o un ing. informatico al 2°-3° anno ti da le piste. il progettista hardware? ma figuriamoci! Il network engineer, il sistemista, tutta la fetta di torta correlata? Sei in competizione con i periti tecnici e gli smanettoni, quelli che a 18 anni si ciucciavano D&D e server invece di fare 15 esami di matematica per dar lavoro ad un baronato che sa interagire col mercato quanto una biscia con un sassofono.
    E i miei colleghi di studi dove sono finiti? buona parte è finita a fare l’automa da macello nelle società di consulenza, incoraggiati ad essere ricchi null’altro che della boria del logo per cui lavorano; un’altra buona parte si ritrova a lavorare con la stesse verve del para-statale nella galassia Finmeccanica. Quelli che se la sono cavata? Sono passati subito alla consulenza in ambito business. Personalmente sto cercando di fare lo stesso. E allora a che è servito fare telecomunicazioni?

  8. E’ servito nel 1992 a dare lavoro ai baroni di Ingegneria che vedendo calare gli iscritti hanno preso Elettronica (di cui probabilmente c’e’ SEMPRE bisogno IN LOCO) e l’hanno fratta in Elettronica, Informatica (sovrapposizione con Informatica, che esiste dal ’67 mi pare) e TLC. Analogamente con Ing. Gestionale. In linea con la politica del secolo scorso secondo cui basta frattere… fraggere… frazionare la ricchezza ulteriormente, per far girare la ruota ulteriormente (cfr. 1974, “An Open Letter To The Hobbysts”, firmata Bill Gates)… peccato che la terra e’ tonda, quindi limitata, e non sempre si riesce a trovare-implementare-distribuire-godere_di tecnica sufficiente a sfruttare al meglio le risorse naturali. Per lo meno non li’ nel tuo laboratorio, non li’ nella tua fabbrichetta, non li’ nella tua citta’-regione-continente, sicuramente non in quei paesi dove i nonni sono stati troppo insicuri perche’ avevano perso la guerra. Quindi a forza di “fraggare”… ehm… frazionare, e’ guerra totale tra poveri stronzi; tra intellettuali naif.
    Cmq ritieniti fortunato; ho un amico che a 5 esami dalla fine di Ingegneria Del Suono, gli hanno soppresso il corso di studi sotto il culo… altro che creative destruction… bruciato prima ancora di godersi il giorno della laurea; un traguardo che toglierlo ad un ragazzo e’ peggio di adescare un bambino con un lecca-lecca per fargli vedere TUTTO 2001 Odissea Nello Spazio. Non so per quale motivo non ha preso un Bazuka e non ha fatto saltare per aria il dipartimento; non mi sono azzardato a chiederglielo per evitare di suggerirgli idee malsane.
    P.s.: bello “per dar lavoro ad un baronato che sa interagire col mercato quanto una biscia con un sassofono”. Gli ingegneri, una volta su strada, sono veramente tonti (non te la prendere; anche io tonto). Questa me la sparo quando racconto La Storia di Alfonso.
    P.p.s.: cmq non credere che a 18 anni, fuori dall’Universita’, ce la siamo goduta molto eh… raccontare tutti i giorni che eri arrivato in ritardo perche’ non c’era parcheggio (ie: che spesso era vero, ma alle volte era una “auto-licenza per gli straordinari non pagati” che il manager ti faceva fare “perche’ siamo una famiglia”; per poi pero’ proporti un tanto atteso contratto… di apprendistato, invece di uno normale, cosi’ pagava meno tasse) era un mestieraccio…

  9. Dimenticavo: “Sei in competizione con i periti tecnici e gli smanettoni, quelli che a 18 anni si ciucciavano D&D e server”. A cui aggiungerei: “e che quando tu sei arrivato alla laurea sono gia’ mooooolto piu’ esperti di te”. Te lo dico perche’ ho un amico Ing. Elettronico che attualmente lavora come sviluppatore software, che l’anno scorso aveva bisogno di una mano con un server… ed e’ venuto da me…

  10. E’ con piacere che leggo questa discussione (mfp grazie per il link) e mi sono detto: perché non riportare la mia esperienza.
    Per onestà intellettuale, sono la persona a cui mfp ha dato una mano(grande)sul server nominato nel post precedente.
    In breve: studi terminati nel 2005 (Ing Elettronica, spec. in programmazione di dispositivi digitali), poi la ricerca di un lavoro. All’inizio i grandi gruppi elettronici sembravano interessati, ma intanto iniziavano a bloccare le assunzioni per scarso lavoro, per cui mi sono rifugiato nella ricerca universitaria condita con un po’ di consulenza informatica. Nel tempo ho scoperto che nella mia zona potevi soltanto ambire a diventare un consulente presso le società “dal grande marchio” ma che in realtà ti trasformano in un granello nell’oceano, oppure lavorare nel settore militare (con un po’ di fortuna anche con assunzione diretta).
    Che dire, io non ero proprio contento di queste prospettive e ho cercato e scelto una realtà “a misura d’uomo”.
    Si è vero, nel campo dell’informatica (progettazione e sviluppo di sistemi informativi) con tutte le problematiche connesse al settore IT, ma piccola, in cui per forza di cose il rapporto umano diventa importante.

  11. Bello questo post, io inscritto Ingegneria telematica (ad Enna/Catania) sono ancora a tribolare. Ora Catania a chiuso il corso ed io che sono fuoricorso devo correre dietro i prof per fare un esame.
    Peccato che le prospettive future siano tutt’altro che rosee. Inoltre come al solito ho fatto molta matematica (teoria) e pochi laboratori (pratica).

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