Chiuderne 4500 per silenziarne 2: Il governo canadese per chiudere DUE siti critici del suo operato ne rimuove altri 4500 in Germania!

I due siti facevano parodie delle azioni del governo ai negoziati sul clima.

Il governo aveva predisposto una task force per contrastare critiche al suo operato sul clima in seno al Ministero dell’Ambiente.

Questa task force, volendo bloccare questi due siti di parodia, ha mandato una mail al titolare degli indirizzi IP, una società tedesca (Serverloft, che ha anche server a St. Louis in USA, non si viene detto dove fossero questi) che ospita la piattaforma di blogging usata dai due siti in questione.

Come risposta Serverloft ha bloccato gli IP address del suo cliente e cosi’ 4500 siti ospitati sono diventati irraggiungibili.

Sono molte in questa vicenda le cose bizzarre che dovrebbero far ragionare in questo momento in cui si discute  di takedown anche da noi.

  • comportamenti anche peggiori di quanto succede da noi avvengono anche in Canada e Germania (l’erba del vicino non è sempre più verde, la stupidità è globale)
  • non c’e’ stata una decisione di un giudice, di un collegio arbitrale, di un organo di garanzia, nulla..
  • la comunicazione non è avvenuta attraverso i meccanismi preposti delle rogatorie, ma via mail
  • il target oggetto del takedown è stato eccessivo ed operato da qualcuno cui non competeva (avrebbe dovuto essere chiamato in causa il titolare della piattaforma di hosting)

E non dimentichiamo che i provvedimenti di urgenza, in Germania, si ottengono anche in un’ora! (non in un mese o piu’).

Qualche anno fa (almeno 4-5, direi) il Prof. Giovanni Degli Antoni mi esortava a tentare di convincere Lessig (che e’ un costituzionalista) ad occuparsi di un sistema di governance internazionale di internet sulla falsariga della giustizia sportiva.

GdA ci ha sempre visto molto piu’ lungo degli altri. un comune amico mi racconta che a meta’ anni ’70 (non c’era ancora il PC) disse che in futuro ci sarebbe stato un elaboratore domestico in ogni casa e che tutti sarebbero stati collegati ad Arpanet…

A huffy Canada shuts down ‘Yes Men’.

Canada’s government has shut down two parody Web sites criticizing the Great White North’s glacial policy on global warming.
In the process, however, it has taken down 4,500 other Web sites that had nothing to do with the prank played two weeks ago at the global climate summit.

If you like this post, please consider sharing it.

2 thoughts on “Chiuderne 4500 per silenziarne 2: Il governo canadese per chiudere DUE siti critici del suo operato ne rimuove altri 4500 in Germania!”

  1. Infatti il vero problema secondo me è questo: facciamo tanto rumore per opporci alla regolamentazione “esterna” tramite leggi, ma l’autoregolamentazione dell’industria privata probabilmente sarebbe molto peggio, con una pesante influenza “dietro le scene” (e quindi più pesante, non essendo sotto il controllo della pubblica opinione) di governi e poteri forti di vario genere, e con una politica di “rischio zero” per cui qualsiasi sito anche solo vagamente controverso, nel dubbio, verrebbe oscurato dall’ISP alla prima occasione…
    L’autoregolamentazione ha senso solo se viene discussa e approvata con il coinvolgimento di tutti gli attori, non se è scritta dai soli soggetti dell’autoregolamentazione stessa. La deriva autocratica di ICANN ne è un’altra prova…

  2. Tra i miei clienti ho un hosting server provider italiano, posso garantire che a fronte di una mail di chicchessia non viene fermato alcunché. Vengono effettuate sospensioni dei servizi solo dietro provvedimenti dell’autorità giudiziaria italiana, e senza danneggiare gli altri clienti. Non è questione di “bontà”, ma di pura logica commerciale, infatti se venisse bloccato un server con migliaia di siti per un solo sito i clienti andrebbero altrove.
    Un caso simile non è ci ancora capitato, ma per ora le autorità giudiziarie e di polizia con cui abbiamo avuto a che fare si sono sempre mostrate inclini al dialogo, rendendosi conto quando il provvedimento non ha senso (e.g intercettazione di informazioni di cui non si è in possesso).
    Se le cose stanno come sono state raccontate, se fossi cliente di Serverloft cercherei rapidamente un altro hoster

Leave a Comment

Your email address will not be published. Required fields are marked *