Cabine telefoniche e cassette per la posta vittime dell’evoluzione tecnologica

Non sapevo quanto riportato sulle cassette postali, ma mi pare credibile.

Recentemente Telecom decide che con il 2010 ne devono sparire 30 mila sulle 130 mila ancora presenti in Italia. Costa troppo il loro mantenimento, nessuno le usa più, si tratta di soldi letteralmente buttati visto il traffico telefonico che le cabine ormai generano. Secondo la stessa Telecom, il 54% delle cabine viene utilizzato ogni giorno per fare un massimo di tre telefonate; mentre il 27% per un massimo di 2 telefonate. Le tolgono però senza neppure porsi il problema di cosa farne di questi spazi. In Spagna, anche loro alle prese con lo stesso problema, hanno scelto qualcosa di più sensato, saranno convertite in postazioni per ricaricare le auto elettriche. In Inghilterra British Telecom le trasforma in hot-spot. Sfruttando le cabine già dislocate sul territorio, ma sempre meno sfruttate dall’utenza ormai assorbita dalla telefonia mobile, l’azienda inglese vuole installare hotspot per il collegamento wi-fi nei centri strategici delle maggiori città. Le cabine telefoniche in pratica faranno da ponte per la comunicazione wireless dei pc che vogliono accedere ad internet a banda larga. In Italia tra qualche anno non ce ne sarà neppure una ed al loro posto solo qualche badile d’asfalto od un po’ di cemento. Certo, al di là della nostalgia, viene da chiedersi quale sarà il prossimo oggetto o luogo, che condividiamo con gli altri, destinato a scomparire. Che fine faranno ad esempio le storiche cassette della posta, che oramai cedono sempre più il passo alle più semplici e gratuite e-mail? Già negli Stati Uniti hanno preso la decisione di abbandonarle. È stato posto un tetto minimo di lettere giornaliere che una cassetta dovrà contenere a fine giornata: quelle con meno di 25 missive saranno rimosse. In vent’anni, negli Usa, ne sono state rimosse via via circa 200mila. Tra un po’ toccherà a noi. Scommettiamo?

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3 thoughts on “Cabine telefoniche e cassette per la posta vittime dell’evoluzione tecnologica”

  1. hai proprio ragione Stefano. Già ora basta guardare gli sportelli negli uffici postali: ce ne sono molti di più per la parte finanziaria che per quella postale.
    Entrambi gli approcci spagnoli e inglesi sono assai innovativi, troppi per il nostro paese… ma magari il wi-fi ha qualche chance in più, rientrerebbe nel core business di TI, l’elettricità per le auto elettriche un po’ meno…

  2. Credo che le poste abbiano già effettuato (senza rumore) una riduzione delle cassette postali. Perlomeno negli anni ne ho viste sparire diverse. Recentemente ho avuto problemi anche a trovare francobolli fuori dagli uffici postali.

  3. Fabio Spagnuolo

    Ciao… temo che il problema sia un po’ più complesso e spero entro breve di scrivere un articolo in merito.
    TI in teoria ha un obbligo per ciò che riguarda il Serv. Universale. infatti si paga un canone per questo.
    Se unilaterlamente si decide di cambiare le regole che essa stessa ha sottoscritto… direi che non è molto affidabile come partner dello stato.
    In più se meramente un’autorità di controllo si limita ad annuire a queste prese di posizioni unilaterali… non svolge, a mio avviso, il suo lavoro ed andrebbe sostituita.
    Se cmq queste cabine risultano un costo e la loro rimozione porterebbe un risparmio, allora ci vuole la diminuzione contestuale del canone o cmq azioni che vadano a colmare il risparmio avuto da una soc. privata che spendesse gli stessi denari nell’interesse del servizio Universale…
    (ricordo allora la proposta di ADD di dare il servizio Universale non solo a TI…)

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