tensione Vodafone-Google: l’impressione netta che uno e l’altro non sappiano bene cio’ che vogliono/dicono

Google Seeks to Ease Wireless Tensions – WSJ.com.

Vittorio Colao, the chief executive of Vodafone Group PLC, called on regulators to pay attention to “the fact that 80% of the advertising online goes down one funnel.”
The comments came in a speech at an industry conference in Barcelona, where wireless carriers and handset makers showed they are stepping up their efforts to compete with Google even as the Internet company continues to line up new allies in the industry.

Colao (Vodafone) dice: Google fa l’80% della pubblicità online, i regolatori devono darci un’occhio.. E, fin qui, nulla di nuovo.

“With regards to Google, we need to be able to freely deal up and down the value chain,” said Mr. Colao, whose company plans to offer service for the Google’s new Nexus One phone.

“deal up & down the value chain” significa farsi pagare anche a monte (da Google) oltre che a valle (dagli abbonati).
Questo e’ un argomento trito e ritrito che non manca di saltar fuori ad ogni convegno, tirato in bllo da telco sotto pressione, un po’ invidiosi del successo di Google, salvo poi spegnersi per una semplice ragione: Il fatturato di Google e’ marginale se confrontato con il fatturato delle telco.
Il discorso di Colao vale solo per vodafone o per tutte le telco ? perchè se vale per tutte le telco e anche Google usasse tutto il suo margine per pagare le telco, a ciascuna arriverebbe al massimo ricavi equivalenti a qualche giorno di SMS.
Ovvero le telco nemmeno se ne accorgerebbero…

In a speech at the same conference Tuesday, Google Chief Executive Eric Schmidt fought back against the perception that Google was out to hurt wireless carriers. He argued the industry could benefit if it works with Google to figure out how to share revenue and devise ways to handle bandwidth-intensive Internet traffic.

Anche Schmidt va retoricamente fuori strada.
Ricordiamo che il luogo e’ un convegno di operatori cellulari.
Schimdt non solo non vorrebbe pagare gli operatori (come vorrebbe Colao), anzi, vorrebbe una quota dei ricavi degli stessi (revenue sharing), aprofittando del fatto che questi hanno una relazione di billing con gli utenti.
Gia’ questo…
Ma non solo, Schmidt dice poi che bisogna collaborare per trovare modi di gestire traffico “pesante”.
Difetto di briefing evidente… Il problema, per gli operatori cellulari, non e’ mettere delle cache sulle loro reti core, il loro problema e’ un backhauling insufficiente e ancora di piu’ la limitatezza dello spettro.
Lo spettro e’ quello che è ed il backhauling anche. Servirebbero secoli di margini di Google per risolvere questi problemi (cambiando anche la testa dei regolatori e dei cittadini che non vogliono la proliferazione delle BTS)

L’unica iniziativa plausibile per gli operatori per gestire traffico pesante… e’ non trasportarlo…

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2 thoughts on “tensione Vodafone-Google: l’impressione netta che uno e l’altro non sappiano bene cio’ che vogliono/dicono”

  1. Senza considerare che adesso che gli operatori mobili si sono accordati per una bellissima piattaforma comune di applicazioni per cellulari nessun utente vorrà più usare le SUE applicazioni trattando l’operatore come un misero bit-pipe.
    E che dire dei magnifici servizi interoperabili (tra due operatori) per unire rubrica e presence? Neppure unendo Google e Apple sarebbe saltata fuori (per l’n-esima volta) tanta innovazione!
    Speriamo che almeno l’iPAD non scontenti le loro maestà. Tutto sommato fa poco traffico e solo dati.

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