Youtube-Viacom: documenti e analisi

Il caso Google(Youtube) – Viacom è veramente molto interessante Qui sono linkati il post al riguardo sul blog di Youtube, la posizione di Viacom ed un interessante articolo sul NYTimes.

Piu’ sotto riporto le “pistole fumanti” con gli estratti delle mail di
YT e Google..

Youtube dice “noi siamo uno strumento di libertà e democrazia, se la decisione ci è avversa l’interesse pubblico, lo sviluppo tecnologico e la libertà di espressione saranno minati, Viacom ha caricato del materiale appositamente per poi denunciarci”.

Viacom dice “Youtube sapeva dall’inizio che violavano il copyright e lo facevano apposta per aumentare la viralità, la questione degli upload fatti da Viacom e’ una red herring che non ha effetti sull’essenza del fatto” (red herring: una cosa tirata in ballo solo per sviare l’attenzione).

Noto alcuni paralleli interessanti con il caso Vividown: Anche in questo caso Google non ha voluto che ci fossero giornalisti presenti, non ha pubblicato gli atti (come invece ha fatto Viacom), scrive rivolgendosi direttamente agli utenti argomentando non in punta di diritto ma richiamandosi a principi, propone l’equazione Google=Internet e quindi un attacco a Google è un attacco ad Internet. (che in alcuni casi, la’ dove le decisioni dei giudici fanno legge, se sono decisioni generali e non di merito, è vero). La precisazione che fanno per cui tutti i contenuti nascono protetti da copyright è probabilmente il cuore della loro linea argomentativa

Altra considerazione: Microsoft è stata per anni l’azienda IT odiata dagli utenti, per antonomasia. Apple è considerato un regno di un omnarca assoluto, Google un benefattore che regala tutto.

Microsoft ha costruito il suo successo generando un mercato immenso (prevalentemente aziendale) e basandosi su una rete di business partner che sono cresciuti con essa. Non ho i numeri, ma se prendiamo la spesa degli utenti attorno alle tecnologie MS, certamente la maggior parte resta ai business partner.  Ha fatto un gioco a guadagno condiviso con l’ecosistema.

Apple ha costruito il suo successo in larga misura disintermendiando il rapporto con gli utenti (prevalentemente privati) dalla presentazione dei loro prodotti alla commercializzazione. Anche qui non ho numeri, ma ho la netta sensazione che la spesa degli utenti intorno a tecnologie Apple sia maggiormente indirizzata verso Apple stessa. Un gioco con molto poco guadagno condiviso.  (vinco io, tu vinci poco)

Google ha costruito il suo successo disintermediando all’estremo il rapporto con gli utenti, trasferendo loro valore facendo leva su ecosistemi precedenti cui non ha retrocesso valore se non in misura trascurabile, e in molti casi (secondo gli interessati), distruggendolo.

Scrivevo poco meno di un anno fa: Verso la fine
dell’egemonia culturale di Google ?
.

Se
ho ragione, questa e’ una reazione che vedremo aumentare. Una prossima
sfida per Google potrebbe essere, per mantenere la sua egemonia cultura e
limitare reazioni avverse, trovare un modo di allargare e condividere
il proprio successo con una base piu’ ampia di persone, non comprando
ogni tanto qualche startup e alimentando il principale business model di
oggi: farsi comprare da Google.

Il tema e’ assai complesso e ha impatti profondi: prendiamo il caso dei giornali (banalizzando un pochino): il mondo sta meglio o peggio per il fatto che tutte le notizie si trovino gratuitamente ovunque ? la sola pubblicità è in grado di sostenere la produzione di notizie ? ci si può basare per questa attività solo sulla attività di persone non remunerate ? o la produzione di notizie può essere solo una attività sostenuta dalla fisclaità generale e la loro distribuzione ubiqua e gratuita ? o piuttosto occorre un meccanismo di billing (ed incassing) esteso a livello di sistema ? perche’ e’ indubbio che la filiera vada rivisitata, efficientata, le norme riviste ecc. L’evoluzione tecnologica è irresistibile e i business model vanno ripensati

Scrivevo qui:

Se arriva uno che ti dice “mi stai distruggendo il business” non
rispondere “nessuno ti obbliga, puoi
sempre non giocare con me
” ma chiedersi “come facciamo ? come posso
aiutarti”. lui, l’altro, non ha alternative, bigG e’ monopolista.

Invece
ho come l’impressione che, legittimamente, il personale di Google non
stia facendosi la punta al cervello per massimizzare i ricavi
dell’ecosistema, ma solo i propri. Non riesco a percepire (sbaglio ?) un
impegno a generare un gioco a somma positiva. Il sogno delle startup
non e’ fare un buon prodotto o avere dei grandi ricavi, ma
vendersi a Google
; l’unico modo in cui possono condividere parte
del guadagno che per l’appunto non e’ teso al guadagno condiviso.

E veniamo infine alla pistola fumante secondo Viacom, ovvero mail e documenti sequestrati che direbbero quanto sotto (libera traduzione, perdonate imprecisioni)

L’obiettivo di YT era aumentare i visitatori per vendere in fretta:

  • Chen: “… concentrare tutti i nostri sforzi in aumentare i numeri il più aggressivamente possibile attraverso qualsiasi tattica, per cattiva che sia”
  • “in che momento gli diremo il nostro piccolo sporco segreto che effettivamente ni vogliamo solo vendere in fretta”

YT sapeva che c’erano violazioni del copyright

  • Chen: “puoi trovare camionate di contenuti protetti da copyright”
  • “Rubalo ! … Dobbiamo tenere presente che abbiamo bisogno di attirare il traffico. Quanto traffico possiamo ottenere da video personali ?”

Un fondatore di YT era un violatore seriale

  • “Avremo un bel da fare a difenderci sostenendo che non siamo responsabili… quando uno dei cofondatori sta sfacciatamente rubando contenuti da altri siti e cercando che tutti li vedano”

YT si basava su contenuti protetti da copyright per aumentare il traffico e ha fatto miti sforzi di protezione del copyright per raggiungere quell’obiettivo.

  • “Se tu rimuovi le possibili violazioni del copyright … il traffico del sito e la viralità cadranno probabilmente al 20% di quello che e’ adesso”.
  • Chen: “Ma noi dovremmo tenere quella roba sul sito e basta. Veramente non credo che succederà. Cosa ? Qualcuno dalla CNN li vede ?  Per caso è qualcuno con il potere sufficiente ? E lui vuole togliere il contenuto immediatamente. Parla con gli affari legali della CNN. 2 settimane dopo ci mandano una lettera di cease & desist e noi rimuoviamo il video”. (ndr: consiglio di leggere qui)

YT conosceva le conseguenze dei propri atti:

  • Hurley: “Risparmiate i soldi della cena per le azioni legali !”

Google non voleva YT – all’inizio …

  • Eun a Schimdt, prima del deal: “Penso che dovremmo battere Youtube … ma non a tutti i costi. Loro sono un Grokster per il video” (ndr: Grokster era una azienda che faceva software P2P e che fu chiusa per effetto di una decisione della corte suprema USA in un caso iniziato dalla MGM)

I dirigenti di Google discussero per decidere se adottare un modello pro-infrazione:

  • citazione di Brin, fondatore di Google: ” cambiare la policy per trarre profitto dai download illegali è come vogliamo fare affari ? questo comportamento è Googley ?”

Google ha invece deciso di essere cattivo (“be evil”) nella sua acquisizione di Youtube e successiva gestione del sito:

  • Manager di Google Video: “Sorpassa la soglia del Don’t be Evil facilitare la distribuzione della proprietà intellettuale degli altri”
  • “un trend che vediamo è che la gente carica contenuti protetti da copyright come video privati … e poi invita  grandi numeri di persone a vedere il video che bypassa le nostre limitazioni del copyright”

Google limita l’applicazione della protezione dei contenuti a chi concordava di pagare una licenza

  • Eun: “Il sistema di fingerprinting audio per cui il partner di contenuti ci manda dei fingerprint di riferimento al database Audible Magic adesso è pure attivo e viene offerto solo ai partner che fanno un accordo di ricavi con noi”
  • “Fare pressione ai fornitori di contenuti premium di cambiare il loro modello verso il gratis … Minacciare un cambiamento nella policy del copyright” e “usare la minaccia per fargli firmare il contratto”

Se volete passare la serata a leggere atti legali, potete scaricarvi questo zip.

Update: YouTube-Viacom,
Part Two: YouTube Founders’ E-Mails Show Struggles Over Copyrighted
Works | paidContent
.

—Keeping
copyright bastards at bay: By June 2005, Hurley was looking for a way
to circumvent the copyright problem: “So, away to avoid the copyright
bastards might be to remove the ‘No copyrighted or obscene material’
line and let the users moderate the videos themselves. legally, this
would probably be better for us, as we’ll make the case we can review
all videos and tell them if they’re concerned they have the tools to do
it themselves.”

—Lawsuit money: In a July 10, 2005 e-mail to Hurley and Chen, Karim said
he had found a copyrighted video, adding: “Ordinarily I’d say reject
it, but I agree with Steve [Chen], let’s ease up on our strict policies
for now. So let’s just leave copyrighted stuff there if it’s news clips.
I still think we should reject some other things tho. . .”

—Steal this movie: Clearly, Chen’s worries only went so far. In a July
29, 2005 e-mail about competing video websites, he wrote to Hurley and
Karim, “Steal it!” To which Hurley responded: “Hmm, steal the movies?”
Chen replìed: “We have to keep in mind that we need to attract traffic.
How much traffic will we get from personal videos? Remember, the only
reason why our traffic surged was due to a video of this type. . . .
viral videos will tend to be THOSE type of videos.”

—Get big, then remove: By August, an early solution had been forged
among YouTube’s founders. Hurley: “Let’s remove stuff like movies/tv
shows. Let’s keep short news clips for now.  We can become stricter over
time, just not overnight. Like the CNN space shuttle clip, I like. We
can remove it once we’re bigger and better known, but for now that clip
is fine.” Chen replìed, “Sounds good.”

 

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7 thoughts on “Youtube-Viacom: documenti e analisi”

  1. “Google ha costruito il suo successo disintermediando all’estremo il rapporto con gli utenti, trasferendo loro valore facendo leva su ecosistemi precedenti cui non ha retrocesso valore se non in misura trascurabile, e in molti casi (secondo gli interessati), distruggendolo.”
    A quali ecosistemi si riferisce? Se si tratta dei giornali e dei video protetti da copyright mi sembra una visione limitata del business di google.

  2. lungi da me voler difendere mountain view e la sua vocazione al cannibalismo, tuttavia non si può sicuramente attribuire a google la distruzione del valore creato dall’ecosistema delle news, broadcaster, editori e quant’altro. Prendiamo l’esempio dei giornali in Italia. Il problema di cui gli editori si lamentano, in primo luogo de benedetti, è che google sottrae traffico ai siti delle loro testate senza retrocedere agli editori parte dei ricavi che ottiene dal traffico ottenuto grazie alla pubblicazione delle headlines. In tal modo gli editori vogliono attribuire a google una parte delle responsabilità della loro crisi. Ma questa è una distorsione della realtà. La crisi dei giornali deriva dal fatto che sempre meno persone comprano i giornali di carta e sempre di più si informano consultando le versioni dei quotidiani gratuite on line, i cui siti vanno infatti benissimo: Repubblica ha 4,3 milioni di visitatori al giorno(google.it ne ha 32 milioni) è l’11° sito più visitato in Italia (il corriere è al 14°, youporn per dire sta al 18°) e oltre il 25 per cento dei visitatori vi giunge da google. Il problema non è che google gli sottrae utenti e distrugge il valore prodotto da altri, il problema è che il loro business è vendere ogni giorno 50 fogli di carta.

  3. Stefano Quintarelli

    Emilio, ho scritto un articolo su questo che esce settimana prossima su Nova. cmq. e’ un dato di fatto che non si fanno la punta al cervello per come aiutarli…(legittimamente, perdiana!)

  4. non mancherò l’appuntamento, al giovedì il giornale di carta lo compro ancora. Comunque nessuno può obbligare mountain view ad aiutare gli editori e soprattutto non penso che google sia il soggetto più adatto a farlo. Ammesso e non concesso che esista una soluzione a questo problema che non preveda il semplice passaggio dal “tutto gratis” alle news a pagamento in stile wsj, penso che avrà più a che fare con le possibilità di condivisione delle news e di interazione tra utenti in ambiti social, settore in cui, per la verità, google non ha dimostrato particolare brillantezza.

  5. Quinta che MS abbia fatto scientemente gioco condiviso verso gli utenti accettando di far soldi quasi solo negli ambienti business e’ una affermazione che mi parrebbe avventata ;). Temo tu abbia bisogno di un altro esempio.

  6. Stefano Quintarelli

    no!!! non con gli utenti! con il suo ecosistema!
    ritengo che i prezzi praticati da MS erano e sono eccessivi (lo dimostrano il loro EBITDA ed EBIT), segno che hanno trasferito valore dagli utenti al loro ecosistema.
    Se il loro EBIT invece del 25% fosse del 5% (numero a caso, ma per dire, piu’ vicino a rendmenti “normali” in situazioni di mercato, ovvero un po’ piu’ alto del rendimento di bond statali) significherebbe che il prezzo al pubblico è piu’ equo e il gioco sarebbe a guadagno condiviso per tutti, non solo per il loro ecosistema

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