Radio e Case discografiche in conflitto

√ I network non passano in radio i nuovi dischi: è guerra sui diritti ‘connessi’ − Industria musicale.

Da inizio settimana, i maggiori network radiofonici privati hanno praticamente sospeso la programmazione delle novità discografiche congelando di fatto le playlist: la clamorosa “serrata” è l’ultimo episodio di un duro confronto che perdura da quasi un anno e mezzo e che ha per oggetto l’entità dei diritti “connessi” dovuti alle case discografiche per la pubblica diffusione di musica registrata. Scaduto nel 2006 l’accordo preesistente, le trattative finalizzate ad un rinnovo del contratto erano proseguite senza esito fino al dicembre del 2008, per poi interrompersi del tutto.

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5 thoughts on “Radio e Case discografiche in conflitto”

  1. dice Lupica: “Noi esigiamo un compenso equo, ecco perché insistiamo da tempo per un adeguamento delle tariffe”
    mi ricorda qualcosa…

  2. behe, tenete conto che in Italia, per legge, esiste un tetto al compenso del 2 %, e che le radio pagano circa l’1 % rispetto a medie europee del 4, 5 %
    Come FIMI abbiamo attivato anche una procedura europea contro la normativa italiana, unica in Europa ad avere un tetto.

  3. @enzo: Ometti di specificare che il compenso che pagano le radio è in percentuale sul fatturato e non a borderò 😉 Una tassa peggio dell’Irap per essere chiari: questa si paga sul fatturato lordo.
    Sarebbe interessante un modello a borderò con diritti corrisposti direttamente “agli aventi diritto”. Oggi che tutte le radio vanno in digitale non ci sarebbe problema alcuno a tenere il giornale.

  4. non è proprio così, le radio trasmettono ad SCF anche i dati sui passaggi. Forse con SIAE funziona ancora così.
    I

  5. @enzo: considera che non frequento più il settore da moltissimo però mi risulta che la percentuale è comunque sul fatturato lordo e i dati sui passaggi servono solo a stabilire “l’affollamento musicale” e quindi il coefficiente di applicazione. Un conto è dire “quanta” musica mandi in onda nelle 24h un conto è dire “quale”. Probabile comunque che le cose siano cambiate ultimamente, prendo atto di quello che dici.

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