A viable future model for the internet

La societa' di consulenza AT Kearney ha pubblicato uno studio dal titolo "A viable future model for the internet".

Tre autori di AT Kearney, di questi un consulente e due partner, uno di questi che dichiara nel suo profilo di avere fatto  "Support for the GSM Association and its members in resisting aggressive intervention into prices for roaming services in several regions, through fact-based analysis and published papers on the economics of voice and data roaming".

Lascio a voi giudicare il livello di confidenza che si può avere nella terzietà di AT Kearney.

Un CEO di una telco un giorno mi chiese un parere giustificato dal fatto che gli avrei dato una opinione fresca in quanto, a su dire, "i consulenti attaccanno il carro dove gli dice il padrone".

Vi invito a leggere quest tre paper di Odlyzko (se sono 20 anni che ha ragione, ci sarà un perchè) ed altri

Le proposte di AT KEarney si riassumono in 4 punti:

  • Modification of retail pricing schemes
  • Traffic dependent wholesale charges
  • Enhanced quality services over the public internet
  • Enhanced quality services based on bilateral agreements

Bisogna considerare separatamente fisso e wireless.

Iniziamo con il fisso:

  • Modification of retail pricing schemes: c'e' l'ULL che non e' usage-based, il costo di backbone e' negligible, il backhauling anche in molte citta,ergo in molte citta' i costi sono indipendenti dal livello di traffico e quindi anche i prezzi. ergo per operatori nazionali difficile distinguere per offerete flat in certe citta' (che sono quelle che incidono di piu' sui ricavi) e offerte a volume in altre. costa meno gestire tutto uguale.
  • Traffic dependent wholesale charges: lo e' gia' sul fisso per il bitstream e valgono le consideraiozni sopra
  • Enhanced quality services over the public internet: billare rischia di costare di piu' dei ricavi come dicevo in un articolo qualche mese fa e come anche (indipendentemente) sostiene Odlyzko in uno dei paper sopra. Inoltre c'e' uno studio di Yankee Group (anche questo da prendere con le pinze) che stima a 1% increase di ARPU se tutti i margini di tutti gli OTT si spalmano sulle telcos; inoltre costa di piu' billare dei ricavi che ci fai (il billing di una roba liquida non quantizzata come la voce G711, per di piu' con QoS, e' un incubo; soprattutto se consideri anche gli obblighi cui devi ottemperare (interoperabilita' con QoS) per non farti inchiodare dall'antitrust).
  • Enhanced quality services based on bilateral agreements: lo fanno gli incumbent che sono notificati SMP ? un qualunque neolaureato li inchioda all'antitrust un secondo dopo. non lo fanno gli incumbent ? a che serve ?

Consideriamo ora il wireless:

  • Modification of retail pricing schemes: that's the way to go. L'offerta Internet di Vodafone secondo me e' la strada giusta, combinando i tre fattori sotto:
  1. Come il latte: compri un tot di GB(litri di latte) con una scadenza. Se la finisci prima della scadenza, ne ricompri un'altro tot che scade il mese dopo (oppure bevi acqua gratis (aka accesso a 64kbps)). Se ti avanza del latte (GB di traffico), dopo la scadenza non lo usi piu' e ne compri un'altra bottiglia.
  2. gestione di overbooking per fare tiered pricing: paghi di piu' sei meno overbooked sul canale virtuale definito sui frame hspa, paghi di meno sei piu' overbooked (ovvero hai un rischi di contesa maggiore)
  3. velocità di aggancio differenziate: paghi di meno vai al massimo fino a 2Mbps, paghi di piu' vai al massimo a 7, paghi di piu' vai al massimo a 28Mbps. Come era nei modem nel 1994-1998: agganciarsi a modem a 33,6 costava meno che se ti agganciavi a 64kbps (ISDN) o 128 Kbps (ISDN).
  • Traffic dependent wholesale charges: wireless wholesale ? what's wholesale ? gli MVNO sono gia' billati  usage-based ma non c'entrano dati.
  • Enhanced quality services over the public internet: come per il fisso, ma non ha senso se fai la modification del retailing (primo punto)  che in qualche misura ottiene lo stesso scopo ma mantenendo la neutralita'. il punto e' fare pagare gli utenti per quello che consumano.

Attenzione. qui c'e' una issue a mio avviso sottovalutata:
Supponiamo che l'utente service provider S possa chiedere all'operatore O di pioritizzare end to end il suo servizio per l'utente U (quindi anche sul segmento di accesso A(U) ).
E' il caso ad esempio di Fox che chiede a Verizon di prioritizzare il suo video.
Immaginate che io sia un service provider che fa misurazioni di traffico; parimenti devo poter chiedere a Verizon che prioritizzi il mio traffico fino all'utente U. E se l'utente U e' la Fox di prima ?

Io faccio ping flooding sull'accesso di Fox e li disrupto. chi decide chi puo' prioritizzare e chi no ? Verizon  ? Fox non puo' decidere di prioritizzare il mio accesso contro la mia volontà
La prioritizzazione puo' avere senso solo sul segmento di accesso dell'utente, a richiesta dell'utente. Di sicuro non ha senso sul backbone+backhauling (stiamo parlando di wireless, non dimentichiamo, il problema di capacity bottleneck e' l'accesso, non backhauling ne' backbone).

  • Enhanced quality services based on bilateral agreements: stiamo parlando di walled gardens ?

 

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3 thoughts on “A viable future model for the internet”

  1. non ho detto che il CEO fosse italiano..
    aka, questo e’ un tema molto tecnico ed una trascrizione editata di una sequenza di mail.. mi scuso, ma non ho piu’ tempo per farne un post divulgativo. ogni tanto ne scappa qualcuno di tecnico..

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