macro macro idee dal mio intervento alla SMW @rcs

Il diavolo si nasconde nei dettagli; ogni situazione ha le sue specificità, ogni cosa ha le sue eccezioni, ecc. come argomentavo in questo post

pero', voglio fare qualche consideraizone a un livello macro, sull'informazione che non è strumento di lavoro (info di servizio, info per settore finanza, analisi di mercato e studi di settore, ecc..)

al convegno SMW (a mio avviso in maiuscolo) IL tema è: come remunerare adeguatamente chi scrive, posto che gli editori non stanno certo ingrassando…

di nuovo, ogni situazione è un po' diversa dall'altra, c'e' la free press, i blog, ecc., ma stiamo focused

internet è il più grande esperimento socioeconomico della storia, con un trasferimento di valore ai consumatori senza precedenza, ed avviene in un lasso di tempo brevissimo

prima le grandi mutazioni ci mettevano generazioni. ADSL e iPod sono nati 10 anni fa, pensiamo agli effetti che già ci sono (delocalizzazione, call center, concentrazione, linee aeree low cost, monopoli, ecc.)

tutte queste cose accadono che noi lo si voglia o meno, per cui dobbiamo cavalcare l'innovazione tecnologica che e' figlia dell'elettronica, a sua volta della fisica, a sua volta della tecnologia, ecc. Un "circolo virtuoso" perfetto che rende le dinamiche dell'informazioni esponenziali e al di fuori del controllo di un singolo player.

certamente il mercato per come era fatto in precedenza si restringe, in un arco di tempo breve ma non istantaneo.

il fattore demografico sostiene i consumi "tradizionali" in italia piu' che in altri luoghi, ma un calo del x% della pubblicità significa un calo dei margini di un ordine di grandezza superiore. purtroppo e' la dinamica dei business con investimenti o costi fissi elevati

l'evoluzione tecnologica impone efficientamenti

ma vediamo i ricavi

ricavi =  vendita + pubblicità

vendita: internet nasce senza strumento di billing (abilita cosi' il trasferimento di valore di cui sopra e conseguente boom di adozione). metterci adesso uno strumento di billing (soprattutto rispettoso dell'anonimato) è difficile. ci si prova, ma ci sono resistenze dai sistemi di pagamento tradizionali. per adesso ci è riuscito solo uno (apple) che pero' lo fa a suo vantaggio. Il costo distributivo di apple è confrontabile a quello del sistema cartaceo.

qui bisogna fare innovazione, che va oltre la blanda adozione di tecnologia, come diceva Paolo Ainio, e occorre fare investimenti, come diceva Enrico Gasperini.

non possiamo fare tantissimo, ahime. mala tempora currunt, come dice Standard&Poors. non occorre tantissimo, come dice mcKinsey.

pubblicità: le piattaforme tecnologiche digitali globali che operano da gatekeeper hanno investimenti e costi operativi modesti, rispetto al target di miliardi di persone su cui insistono. (1 dipendente ogni 50-100.000 utenti; RCS ha 1 giornalista ogni 500 clienti (1000 giornalisti, come ha detto Giorgio Riva))

le piattaforme tecnologiche digitali globali hanno economie di scala, di scopo, di apprendimento, che sono inavvicinabili per gli altri settori ed per gli operatori che stanno nel mondo "legacy" del fisico.

conseguentemente i costi medi per cliente sono quasi nulli ed i ricavi medi ottenuti monetizzando l'attenzione dei clienti (il compito dell'editore) con la pubblicità, possono essere altettanto quasi nulli.

ciò ha due effetti per questi operatori:

  • generano ingenti profitti che possono essere usati per conquistare mercati adiacenti (ottenendo anche economie di gamma !)
  • i ricavi medi per cliente possono essere bassissimi, anche quasi nulli.

sfruttando tecniche quali il canale di ritorno offerto da internet (e non da altri media), i servizi monolitici chiusi che, con le reti sociali consentono di profilare bene i clienti, il targeting di marketing può essere molto efficace.

l'inserzionista pubblicitario che desidera raggiungere quel target trova in queste piattaforme uno strumento eccellente (ricordiamo il profilo demografico dell'italia: ogni coppia fa un figlio; per ogni fascia di età la numerosità del target è la metà di una fascia di età degli over 40) .

abbiamo quindi under 40 che sono pochi e si raggiungono in via largamente prevalente in modo digitale (ed hanno mediamente basso reddito spendibile), 40-55 che sono overlapping e over 55 che sono raggiungibili in via largamente prevalente in modo tradizionale (Paolo Ainio ha ricordato qs dato).

inoltre il 60% delle risorse pubblicitarie va alla TV, fatto praticamente unico al mondo. (almeno che io conosca)

c'è così una "pressione dal basso" ad avere prezzi bassi per la pubblicità online oltre a budget limitato dagli investitori.

oltre ad avere un campo di gioco molto piu' ampio, anche le regole sono diverse.

Il sistema "precedente" si è dato delle regole, a tutela dei consumatori, che non sono presenti nel mondo "over the top".

senza scomodare quelle dell'editoria, in cui ce ne sono alcune di discutibili e sicuramente che non reggono l'esame dei tempi, ad esempio le telco hanno un quadro regolamentare che favorisce la totale mobilità del cliente mentre le strategie over the top si basano sempre sul catturare in fretta tanti clienti (effetto rete) e non farli andare via (lockin). a scapito dell'innovazione all'interno di un settore, quando viene conquistato il monopolio globale (pensiamo a ebay: cosa ha innovato negli ultimi x anni ?).

lockin e sfruttamento dell'effetto rete sono due cose proibite, anzi osteggiate, alle telco che, locali, potrebbero offrire servizi e risorse alle industrie a valle, se non fosse che le regole tendano a tutelare gli attuali intermediari finanziari. (detto in altri termini, non si va molto lontano finchè gli operatori devono far pagare decine di punti percentuali di intermediazione per un billing telefonico, perche' altrimenti sono "servizio di pagamento puro" e il credito telefonico non puo' usare per ciò per proteggere gli attuali intermediari di pagamento)

anche sulle regole del mercato delle risorse pubblicitarie si potrebbe fare molto, per riavvicinare la situazione ad una media europea, mi dicono coralmente gli esperti del settore… (mai sentito uno dire il contrario)

per questi motivi  concludevo dicendo che la mia proposta è di cominciare a rivedere le regole, per fare in modo che gli editori nazionali non siano svantaggiati dalle regole che furono disegnate (e molte avevano senso, altre sono stati privilegi da era di vacche grasse) in un mondo analogico, locale e disconesso, non digitale, globale e connesso.

i prezzi li fa il mercato, le regole impattano i costi. tra i prezzi e i costi ci stanno anche i compensi.

 

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