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Quindi SID Crew era una persona sola che puntava al guadagno vendendo le proprie release online? Molto strano….
certo ke la stampa e i vari siti web ingigantiscono le cose mettendo anke menzzzogne in giro e diffamano le xsone cosi
quali sono le menzogne ? interessante…
Ma infatti il suo nick era SID; la crew è un’altra cosa.
Poi mi immagino un appartamento da fare invidia alla NASA, visto che si parla di “una vasta rete di personal computer tra loro collegati”.
E per finire dubito fortemente di questi “notevoli guadagni”: di solito i releaser condividono gratuitamente.
Che poi sia comunque un’azione illecita è fuor di dubbio e non voglio certo difendere azioni del genere.
Provate a leggere il comunicato ufficiale della fapav
http://www.fapav.it/news_details2.php?id=130)
Cioè, siamo alla follia pura; si parla di:
“…numerosi servizi di pedinamento e osservazione…” (manco fosse Totò Riina)
“…si sono trovati di fronte ad una complessa rete di aggiornate e sofisticate apparecchiature informatiche…” (come dicevo prima, da far invidia alla NASA!)
“…I files così modificati venivano “annunciati” nei siti internet di download da dove l’utente finale, previo pagamento…” (sulle reti p2p non vedo come questo “previo pagamento” possa essere effettuato).
“complessa rete di aggiornate e sofisticate apparecchiature informatiche”
‘na decina di HDD esterni da 2TB in RAID?
@Gianluca: i tier 1 P2P di scambio illegale sono basati su server privati, accessibili con user/pwd, il cui accesso di norma è a pagamento (in soldi od in “natura”, alias consulenza tecnica ad uno o più membri del network).
Non mi sembra sia il caso specifico, e la FAPAV è ridicola, ma in generale posso dire che esiste per “il giro grosso” una tariffa flat di accesso è un “previo pagamento”. Comunque in FAPAV vedono troppi film secondo me:-).
Non sapevo questa cosa, grazie per la precisazione.
Comunque concordo, non mi sembra sia questo il caso.
“senza il loro permesso” = “allora, se ci stai ti becchi una fetta del ritorno economico, o domani fai pure a meno di tornare in ufficio”.
In tutte le multinazionali dove ho lavorato il dipendente firma un contratto dove aliena tutti i diritti riguardo i brevetti fatti in azienda all’azienda stessa, compresi quelli di sfruttamento. Il che implica che non debbono nemmeno chiedere il permesso ;-).
Poi magari in USA sono più gentili, non so…qui in EU le cose sono un pochino diverse.
La questione non è questa, ma si parla di patent war.
E poi se sei addetto alla ricerca o scrivi codice o qualsiasi altra cosa t’ha detto di fare l’azienda, i diritti di sfruttamento sono sempre suoi.
Non ne sono certo, ma mi pare di ricordare che negli USA la disciplina sia già molto più favorevole all’azienda rispetto all’europa. Da quel che so negli USA se sviluppi qualcosa pagato da qualcuno allora, di default, i diritti sono i suoi e non tuoi.