Infuria la tempesta sulla manutenzione dell’ultimo miglio. Tuoni e lampia Bruxelles

Altro che nervo scoperto, qui è partita una bufera!

Leggete un po qui..
New step in telecoms unbundling finds tough hurdles | EurActiv.

Il gruppo dei regolatori europei che usa toni che oserei definire sensazionalistici, il presidente di ETNO – associazione degli operatori ex monopolisti –  (e capo lobbista di Telecom a Bruxelles) che scrive al commissario Kroes, nonostante l’associazione non si sia pronunciata, il presidente di Agcom che si agita e dice che il Parlamento non deve legiferare (!)

Tutti che discutono sul fatto che e’ una ingerenza, che questo e quell’altro, ma nessuno che dica di quanto stiamo parlando e perchè sarebbe grave.

Qualcuno vuole entrare nel merito ?

Stiamo parlando di 4.953.000 linee (foglio Domestic Wireline Results) per le quali il prezzo dell’ULL e’ 9,3 euro/mese di cui (si dice) la parte di manutenzione dovrebbe essere 2 euro/mese pari a 118,9 milioni di euro su base annua.

Anche supponendo che _tutti_ gli operatori si rivolgessero a terzi, è vero che Telecom perderebbe i relativi ricavi ma anche i relativi costi; quindi bisogna capire quanto sarebbe il margine perso.

L’autorità aveva stabilito che il markup sulla manutenzione correttiva è del 7% e che la remunerazione del capitale investito è del 9,36%. Tra questi due valori dovrebbe quindi stare al massimo il mancato margine di Telecom (tra manutenzione correttiva e preventiva).

Cioè, se non ho fatto male i conti, stiamo parlando di una cifra tra gli 8,3 e gli 11,1 milioni di euro, pari allo 0,08% dei ricavi della wireline domestica.

Evidentemente non può essere una questione di soldi a far scaldare così gli animi.

Insisto a non capire

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4 thoughts on “Infuria la tempesta sulla manutenzione dell’ultimo miglio. Tuoni e lampia Bruxelles”

  1. E io mi sento di concordare con il 99,98% di quanto hai scritto nel post (uno 0,02% me lo tengo sempre come misura cautelare).
    Nel senso che credo che la soluzione possa veramente poggiare le sue basi su One Network, gestita e amministrata da una pluralità (consorzio? newco compartecipata?) di operatori, che sia in grado di dare garanzia di operare per soddisfare esigenze e interessi condivisibili da tutti gli “attori” interessati (insieme che include anche gli utenti). L’infrastruttura è di importanza fondamentale per il Paese e, del resto, anche in virtù della gestione della rete (cito testualmente Calabrò) “Telecom Italia è l’operatore che, tra le prime 15 società di telecomunicazioni in Europa, presenta a tutt’oggi, ossia nel primo semestre 2006, il maggior tasso di redditività operativa: il 24,7% rispetto ad una media del 18,7%”.

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