is the sky rising in Italy ? (aka: circa la crisi dell’industria dell’intrattenimento in italia)

Ieri sono riuscito a leggere bene il report fatto da Mike Masnick "The sky is rising" (pdf) che mostra che i ricavi del mercato dell'intrattenimento nel mondo sono in crescita, con una componente molto dinamica dei videogiochi, ma in un quadro generale abbastanza positivo per quasi tutti i comparti. Questo potrà rendere felici gli headquarter delle multinazionali.

Ma in Italia ?

Ho pensato di fare una semplice analisi del settore dei giornali e libri ed ho preso gli ultimi dati Istat, normalizzati a valori costanti, dal 2000 al 2010 guardando in Italia la spesa delle famiglie, la spesa per libri, la spesa per giornali e cancelleria (e' una sola voce, tutto assieme !) e la spesa complessiva per ricreazione e cultura (di cui giornali e libri sono delle componenti).

Ho raffrontato con numeri indice l'andamento della spesa delle famiglie con l'andamento della quota di spesa per le varie categorie  (che % della spesa delle famiglie va alla ricreazione e alla cultura, ai libri, ai giornali…) Download 2012.03.29 SpesaFamiglie libri giornali ricreazione (XLS)

 2012-03-29_2234_sky_rising_italia
Mi sembra che dai dati ISTAT dell'ultimo decennio, a valori costanti, si rilevano abbastanza inequivocabilmente quattro fatti circa l'andamento il mercato della cultura e ricreazione:

  1. la percentuale del budget famigliare destinato a ricreazione e cultura è calata leggermente fino al 2005 ed è poi aumentata leggermente dal 2006 in poi
  2. la percentuale del budget famigliare destinato ad acquisto di libri si è ridotta in modo importante nel periodo 2000-2005 rimanendo poi sostanzialmente stabile
  3. la percentuale del budget famigliare destinato ad acquisto di giornali e cancelleria ha avuto un forte declino costante tra il 2000 ed il 2008, con un calo brusco nel 2009 e rimanendo poi stabile
  4. dato che libri e giornali calano, mentre la spesa per ricreazione e cultura aumenta leggermente, significa che questo incremento è assorbito da altre voci, cui viene destinata una quota crescente del budget famigliare per ricreazione e cultura.

In un contesto generale che ha visto la spesa delle famiglie diminuire dal 2008 al 2009 ed ha ripreso leggermente nel 2010, riprendendo Mike Masnick, si può dire che in Italia il cielo sta aumentando molto meno di quanto faccia a livello globale.

Una ulteriore considerazione è che nei giornali non ha grandi effetti la pirateria (trattando un prodotto "fresco", che scade dopo un giorno (certo, a meno delle rassegne stampa…)) e il calo è quindi da imputare sostanzialmente a cambiamenti del mercato e delle abitudini dei consumatori.

Lo stesso dicasi per i libri in quanto fino al 2010 il mercato dei reader digitali era sostanzialmente inesistente.

L'insegnamento da trarre a mio avviso è che una azienda che stava in un mercato sottoposto a a forti cambiamenti deve cercare di cambiare il modo in cui fa le cose (organizzazione, processi), dove le fa (ricavi da altri mercati) e cosa fa (contenuti, attività).

In senso generale, il compito dell'editore, imho, è monetizzare l'attenzione del cliente.

 

Una ultima annotazione circa l'enforcement: questo paper Profiting from piracy_preliminary analysis of economics of cyberlocker ecosystem (pdf) mostra che

a cyberlocker which removed its incentive system experienced a large decline in uploader activity

la domanda sorge spontanea: considerando lo scenario sotto

2012.03.29_Dove_enforcement
dove indirizzereste gli sforzi di enforcement ? nel mettere blocchi stradali sulla RETE 2, dove ci sono centinaia di operatori e centinaia di milioni di soggetti su una rete dove viaggia qualunque tipo di traffico tra estremi facilmente anonimizzabili, o sulla RETE 1 dove viaggiano solo messaggi strutturati tra soggetti ben noti ed identificati su reti di pochi operatori (ordine della decina) fortemente controllati ?

perchè gli sforzi di lobby vanno nella direzione della RETE 2 (internet), dove per inciso c'e' un "piccolo dettaglio" di rapporto dell'enforcement con diritti fondamentali  dei cittadini, come ci ricorda la corte (data la natura delle conversazioni che abbraccia qualunque argomento tra chiunque, a differenza di ciò che avviene sulla rete interbancaria (RETE 1) dove i messaggi sono strutturati e relativi solo a transazioni economiche e fortemente controllati e regolamentati, con rapporto tra privacy ed enforcement già indirizzato e risolto; il tutto in un quadro di rimozione di diritti degli utenti che erano consolidati e la cui rimozione avvantaggia le grandi piattaforme multinazionali, non certo gli operatori italiani. Gli editori faremo la nostra parte (more on this, soon) per nuotare controcorrente, ma partiamo svantaggiati.

La cosa che mi perplime è che dei diritti degli utenti, delle ipotesi alternative di enforcement, di diritti degli operatori nazionali rispetto alle grandi piattaforme, non ne vedo l'ombra.

Forse ha a che fare con il fatto che i partiti designano in questi ruoli perlopiù insigni giuristi ed accademici, a mio avviso abbastanza lontani sia dalla società civile che dalle strategie di business.

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1 thought on “is the sky rising in Italy ? (aka: circa la crisi dell’industria dell’intrattenimento in italia)”

  1. il ragionamento è così semplice che temo non verrà seguito da ‘chi di dovere’. l’unica a questo punto è cambiare chi di dovere 😉
    sarà un caso che gli ultimi dati audiweb segnalino che mentre quasi tutti calano, qualcuno invece cresce del 39,4%?

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