Perché deregolamentare la rete nuova ?

A parte le mie perplessità sulla remunerabilità, in particolare per effetto del wireless, leggo sul Corriere di oggi "Telecom nuova rete e vincoli finanziari" di una recente presentazione dell’ottimo Pileri (capo della rete di TI), che riduce sensibilmente i piani di investimenti che, qualche mese fa, si diceva sarebbero ammontati a molti miliardi in più…

…il piano attuale per le reti di nuova generazione comporterebbe un aumento degli investimenti totali di non più di 100-150 milioni l’anno e non avrebbe nessun impatto sul miliardo che già oggi Telecom investe sui servizi. Dunque sarebbe compatibile con la politica dei dividendi tronchettiana assai più generosa di quella delle altre compagnie di telecomunicazioni. E, come nel caso del Brasile, non comporterebbe la necessità di varare aumenti di capitale che diluirebbero le posizioni dell’azionista di riferimento.

Ma quale titolo dà uno sforzo così astutamente modesto per chiedere la deregulation dei servizi all’Agcom?

In linea puramente logica, Telecom avrebbe buone frecce nel suo arco nel confronto con l’Authority. Le reti di nuova generazione che arrivano sul portone degli edifici tolgono senso all’obbligo di affittare l’ultimo miglio ai concorrenti perché questo tratto cruciale si riduce a 30 o 40 metri che chiunque potrà coprire come crede.

Al contrario, Telecom potrà chiedere di vendere l’intero servizio dell’accesso e rafforzare così, in chiave di modernizzazione del Paese, la sua presa sul mercato, come ha fatto anche Bt in Inghilterra dopo l’accordo con Ofcom, ottenendo mano libera sul mercato retail in cambio di parità d’accesso alla rete.

Già, ma a quale prezzo? Qui sta il gioco. La Telecom tronchettiana ha ridotto a 3 anni il tempo nel quale un investimento si deve ripagare. Ma una rete di nuova generazione non è una lavatrice.

E’ un’infrastruttura che, come tale, dovrebbe ripagarsi nel lungo termine: altrimenti diventa un modo per togliere spazio alla concorrenza sui servizi con il rischio di soffocare nella culla questa stessa attività che non può essere svolta da uno solo. Ora Telecom si sta orientando a rientrare in 6 anni degli investimenti nelle nuove reti. E’ qualcosa, ma 6 anni sono sempre pochi per un’infrastruttura.

Nel rapporto con l’Authority, Telecom sarà tanto più convincente quanto più rilevante risulta il suo impegno reale.

Altrimenti, se un giorno chiede all’Agcom regole più favorevoli, perché investe moltissimo, e l’altro promette enormi dividendi alla Borsa, perché il saldo netto degli investimenti non cambia, rischierà l’accusa di doppiezza.

E allora dovrà giocarsela sul piano della propaganda e del lobbismo anziché su quello imprenditoriale.

Pare anche a voi di percepire dell’indecisione ? Il momento é indubbiamente difficile per scelte strategiche e quindi un po’ di indecisione appare comprensibile.

Mi viene in mente il capitano dell’Enterprise James T. Kirk: in un test simulato della Kobayashi Maru che non aveva una soluzione e’ stato l’unico cadetto uscito vincitore dal test.

Come ha fatto ?: Ha preso atto che non c’era una soluzione con lo schema esistente ed riprogrammato la simulazione al computer cambiando le regole del gioco.

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1 thought on “Perché deregolamentare la rete nuova ?”

  1. Telecom avrebbe possibilità terrificanti di fare (finalmente) un bel lavoro, con peraltro un investimento minimo.
    Non voglio certo darla io l’imbeccata ma diamine col WLL potrebbe superare la soglia e fornire una struttura terminale.

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