Tavola rotonda con AGCOM

Oggi sono stato alla 3a Tavola Rotonda con l’Autorità delle Comunicazioni, organizzata dall’Economist, dove ho parlato per penultimo.

La sparuta platea, data la tarda ora, alla fine del mio intervento e’ rimasta un po’ ammutolita dallo scenario che ho disegnato, lo scenario di cui voi, miei 4 amici lettori, avete letto nei miei post.

Gli applausi di rito sono partiti circa 20 secondi dopo la fine del mio intervento quando e’ intervenuta "la claque", ovvero i miei amici che, assieme ai rappresentanti dell’autorita’, di Telecom Italia e pochi altri coraggiosi, sono rimasti fino alla fine (in qualche caso sono addirittura tornati dopo aver bigiato la popolatissima sessione sugli MVNO.

Illustrando le mie tesi di scenario, in modo assai succinto, ho detto "va bene che siamo in pochi mentre alla sessione sugli MVNO c’era il pienone; gli MVNO sono il futuro a breve termine; la voip ma piu’ in generale i servizi su IP e il futuro della rete sono cose piu’ di medio-lungo termine, e’ normale che ci siano meno spettatori. 

Ho integrato la mia esposizione di scenario citando il documento di Ernst & Young "Next generation gap", le previsioni abbastanza grigie su Deutsche Telekom in termini di ARPU per servizi di accesso e numero di linee di accesso riportate da Data Communications ed alcuni numeri sulla elevata propensione degli utenti ad abbandonare la rete fissa (>30% dove ci sono MVNO da tempo).

Alcuni punti del io intervento sono stati i seguenti:

Obiettivi e principi dell’Autorità (dalle norme istitutive)

  • Neutralità tecnologica, garanzia della concorrenza, non discriminazione tra imprese, Pluralismo nei mezzi di comunicazione
  • Assicurando massima scelta di prezzo e qualità, garantendo assenza di distorsione e restrizione della concorrenza, incoraggiando investimenti efficienti e sostenibili in infrastrutture e promuovendo innovazione e sviluppo di reti e servizi di comunicazione elettronica

Ho risposto all’intervento del Commissario Mannoni quando si lamentava che le linee naked (DSL wholesale senza contratto di fonia Telecom associato) siano interpretate come una alternativa economica all’unbundling e di come sia sua intenzione opporsi a questa tendenza che porta a ridurre l’uso dell’unbundling da parte degli operatori alternativi, anche di alcuni che per tradizione dovrebbero fare unbundling ed ora invece spingono sul bitstream (il riferimento a BT era nell’aria).

La mia risposta e’ che non sono gli operatori a spingere in quella direzione, "e’ la tecnologia bellezza e non ci possiamo fare niente.. niente!".

Quando la rete ed il servizio coincidevano, nel vecchio sistema telefonico, l’unbundling era la strada favorita. Non e’ un caso che la maggioranza dell’unbundling sia stato fatto per la fonia e non per i dati.

Quando il protocollo IP e la digitalizzazione delle comunicazioni hanno separato il servizio dalla rete, il modello di competizione basato sull’unbundling e’ entrato in crisi. Se e’ vero come e’ vero che stiamo vivendo una inversione paradigmatica (da internet dentro il telefono a telefono dentro internet), allora le DSL naked sono la risposta economicamente piu’ efficiente.

Possiamo cercare di opporci, ma l’esito non cambiera’. IP is here to stay. Piu’ tardi lo accettiamo, lo razionalizziamo e capiamo come conviverci e come competere, piu’ tempo, energia e risorse avremo sprecato.

Il Commissario Mannoni in mattinata aveva detto una frase assai condivisibile: se la NGN viene usata per servizi nuovi, ovvero servizi che non esistono oggi, allora quei servizi nuovi possono essere oggetto di non regolamentazione. Ma se la NGN verra’ usata per un servizio che oggi esiste, che non e’ nuovo, allora sara’ oggetto di regolamentazione.

Come non condividere ?

Il diavolo si nasconde nei dettagli, dice l’adagio.

Nella propria difesa al TAR per Alice 20Mbps, AGCOM si e’ difesa sostenendo che questo poteva essere autorizzato ed esulava dalla regolamentazione perche’ Alice 20Mbps e’ un servizio "nuovo".

Cosa e’ un servizio nuovo ? Un collega di Wind a pranzo mi ha fatto una battuta: offrire la telefonia con un telefono rosso anziche’ nero e’ un servizio nuovo.

Altri punti che ho trattato :

  • La dinamica intrinseca della tecnologia porta servizi fuori dal perimetro dell’operatore, per effetto della Consumer electronics e della Digitalizzazione e delle applicazioni che si basano sui dati (ricordando messenger sui telefonini/palmari e skype)
  • I cicli tecnologici si abbreviano, la remunerazione a breve è sufficiente a supportare costose evoluzioni della rete ? E’ una questione di Politica industriale, che esula dai compiti di AGCOM.
  • Wimax, Bitstream, VoIP vanno a forte rilento: normale latenza o politica industriale “de facto” ?

Nel suo intervento di chiusura il Presidente Calabrò mi ha risposto sostenendo che nei centri abitati l’investimento in una nuova rete in fibra e’ essenziale per i problemi di diafonia mentre nelle zone rurali arriverà il wimax.

Certo, non e’ colpa di AGCOM se la difesa non rilascia le frequenze, ma non era questo il senso della mia affermazione sul rilento di Wimax; e’ il contesto generale che non "preme" in modo sufficiente per uno sblocco, IMHO.

Sul Wimax, sapete come la penso. Il mondo e’ pieno di previsioni di tecnologi smentite dai fatti. Le zone che piu’ sono interessanti per gli operatori wimax si stanno dimostrando le aree urbane ad alta densita’ di popolazione.

Tornero’ in un prossimo post sull’argomento Diafonia (ovvero degrado delle performances delle linee in rame per mutua interferenza in presenza di elevata percentuale di DSL attive).

Per questa sera concludo dicendo che mi risulta che poche ore fa sia stato notificato un procedimento da parte di Telecom contro Vodafone per l’offerta che porta il numero geografico sul mobile.

A naso direi che Telecom ha ragione e che la spunteranno, ma mi riservo di approfondire e darvene conto.

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2 thoughts on “Tavola rotonda con AGCOM”

  1. carlo morosetti

    il wimax è già realtà in altri paesi come Francia e Germania, ma tutti gli incumbent sono contrari, come sul discorso delle naked, ma non tieni conto che anche i broadcaster con reti tlc, come rai con raiway, sono interessati a questa alternativa e a occhio e croce avremo presto sorprese. un abbraccio, per motivi di lavoro non ho potuto partecipare alla claque !

  2. il wimax mi pare spieghi bene come “funzionano” le cose, soprattutto nel nostro paese. I vantaggi della tecnologia non arrivano mai diretti agli utenti, ma vengono “filtrati”, più o meno abilmente, secondo gli interessi di questo o quello. E’ grazie a questi “freni strutturali” che l’italia è quasi sempre in coda nello sviluppo della telematica.
    Telecom, per dire, mi si corregga se sbaglio, è stato curiosamente l’ultimo gestore a offrire tariffe flat.
    Quanto costano al “sistema paese” queste resistenze dei privati interessi, tutelati da un sistema politico compiacentissimo?

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