Convegno Wimax dell’Economist

Oggi avrei dovuto essere al convegno "Il Wimax in Italia"; purtroppo un impegno inderogabile mi ha trattenuto a Milano. Poco male, mi sostituisce Guido.

Io avrei detto che…
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Wimax NON é solo DSL replacement per aree digital divise, ma anche nomadismo e mobilità.

Poi avrei detto che lo standard prevede 2,3GHz, 2,5GHz, 3,5GHz e 5,8GHz e che quindi si tratta di una roba che può passare pareti opache da 13Cm a 5,2Cm (ovvero da un massimo che può passare pareti interne, porte e finestre fino a un minimo che può essere bloccato da un piccione viaggiatore).

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Le frequenze che veranno assegnate, sono dell’ultima specie. (sigh): PRECISO: passano ostacoli opachi di meno di 8,5 cm; un piccione, per l’appunto.

Poi avrei fatto vedere i siti di DBD, Unwired Australia e Clearwire.  (che un messaggio chiaro di tendenza lo danno, IMHO)

Avrei raccontato che il CEO  di Unwired Australia, Chris North, ha detto all’ITU che partono con VoIP su Wimax nelle aree metropolitane; alla osservazione "Wimax per fare Voip e’ un uso inefficiente dello spettro" fatta dal vicedirettore di affari regolamentari di Deutsche Telekom, North ha risposto che "e’ un uso piu’ efficiente che mandarci il video che non vuole nessuno mentre le telefonate le pagano tutti"…

Avrei concluso dicendo che in Italia le frequenze oggetto di concessione saranno nel range alto delle frequenze che vengono fermate anche da piccioni viaggiatori, che non consentono il NLOS, che non sono utilizzabili praticamente in ambito metropolitano …

e quindi non tanto diverso dalle tecnologie hyperlan per cui mi immagino uno sviluppo analogo e non capisco perche’ un operatore dovrebbe pagare soldi per avere bande protette quando si può andare in punto-punto con visibilità ottica  su bande non protette. (Per avere solo 5MHz di spettro protetto).

E qui mi sarei fermato, mentre sul blog aggiungo che queste frequenze NON sono state liberate dai militari; erano già libere.

Bisognerebbe liberare le frequenze più basse, liberare i 120MHz che stanno in mezzo ai due segmenti 35+35MHz oggetto di questa assegnazione e allora ne riparliamo. (spero che ci voglia meno di 3 anni..)

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5 thoughts on “Convegno Wimax dell’Economist”

  1. Le frequenze che le Comunicazioni hanno preso dalla Difesa in cambio di 400 pippi in realtà non erano utilizzate?
    La Difesa si è presa tutti quei soldi per nulla?
    Dimmi che ho capito male.

  2. Bisogna metterle a frutto, e invece ci si dimentica sempre del nomadismo; avresti fatto bene a ricordarlo. E’ come quando arrivava l’adsl e si continuava a parlare di banda a pacchi ma dimenticando troppo spesso l’always-on…
    Che intendi quando dici che le frequenze erano già libere? Nel senso che i militari non le usavano o prorpio che non erano assegnate? Ho una memoria fallace, dal piano nazionale delle frequenze mi era sembrato di capire che fossero quantomeno assegnate alla Difesa…

  3. Cioè se ho capito bene nell’imminente (giugno) *NON* si parla di NLOS? Insomma, una specie di WiFi (perché se non passa i muri non va molto lontano)? E le frequenze più basse verranno liberate dalla Difesa con CALMA? Quindi il Wimax ‘estivo’ è praticamente inutilizzabile in città? No, sicuramente ho capito male vero? Si, devo aver capito male sicuramente. Se – per assurdo – avessi capito bene, anche il nomadismo andrebbe a farsi friggere visto che la visibilità diventa condicio sine qua non…sbaglio?

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