Non si investe sullo sviluppo ma sulla arretratezza istituzionale

Questi tre passaggi dell’articolo di Davide mi sono proprio piaciuti..

In queste condizioni l’investimento estero non sarebbe su un mercato in sviluppo (che andrebbe bene), ma sull’arretratezza istituzionale e politica (che è un male).

La politica che frigna sulla “rete” mostra di non sapere nulla delle moderne telecomunicazioni, giacché, semmai, sarebbe da cogliersi l’occasione per destrutturarla, aprendo il mercato alla larga banda senza fili ed a nuovi concorrenti.

Questi sono i sintomi di un Paese impoverito moralmente, incapace di etica pubblica, dove passano per stravaganti le poche schiene dritte.

If you like this post, please consider sharing it.

3 thoughts on “Non si investe sullo sviluppo ma sulla arretratezza istituzionale”

  1. Vittorio Carlini

    Scusa, ma sono frasi generiche dette in un articolo chiramente politico. Tu ci hai più volte richiamato di lasciare fuori simili commenti (e, giustamente, ci si adegua). Però non facciamo riferimento a chi polemizza strumentalmente. Perché, sia concesso chiederlo, dov’era l’altro governo quandO tutto andava a ramengo? Se si vuole affrontare il problema Telecom lasciamo l’abilità retorita agli scriba e ragioniamo sulla sostanza.

  2. Devo dire che a me piace pure quello che Davide ha scritto in premessa.
    Comunque… sul fatto che la politica non capisce le TLC, ho una mia idea.
    IMHO la politica non capisce perchè le TLC sono diventate molto tecniche. Ma non basta.
    Come si fa a spiegare cosa sta dietro al VDSL2, se chi ti ascolta ha un orecchio nel partito, un occhio al territorio che lo ha eletto e con la mente sta pensando alle mosse dell’avversario?
    E’ pane per i lobbisti. Questo mi sembra chiaro, ma vale anche per altri settori.
    Basta avere un blog e puoi subito diventare ministro: l’importante è che prima, da politico semplice, tu abbia ricoperto un incarico – anche periferico – nel settore.
    A questo stato dei fatti *non* basta opporre un tecnico perchè sarebbe carente della parte politica attiva (portare voti) e passiva (capacità di superare certi impasse).
    Ora non penso che altrove stiano meglio. Per di più, a me sembra che le prossime 3 generazioni siano gia infette da questa ‘arretratezza istituzionale e politica’.

  3. Vittorio, hai ragione. Si, l’articolo e’ chiaramente politico. infatti ho citato i tre passaggi che mi piacciono; del resto dell’articolo, come sempre, non mi interessa (magari un giorno far’ un blog politico), ma qui si parla di ICT.
    Dario, non scivolare nella politica, senno’ sego il post.
    Mo’ spiego perche’ mi piacciono quelle tre frasi:
    > In queste condizioni l’investimento estero non sarebbe su un
    > mercato in sviluppo (che andrebbe bene), ma sull’arretratezza
    > istituzionale e politica (che è un male).
    traduco: ci si fida che la consob non obblighi l’OPA passando allegramente sulle leggi, come e’ stato gia’ in passato. (e questa e’ bipartisan, ha coinvolto l’uno e l’altro)
    L’ha detto anche Guido Rossi su repubblica, ma due giorni dopo.
    > La politica che frigna sulla “rete” mostra di non sapere nulla
    > delle moderne telecomunicazioni, giacché, semmai, sarebbe da
    > cogliersi l’occasione per destrutturarla, aprendo il mercato alla
    > larga banda senza fili ed a nuovi concorrenti.
    e’ quello che ho scritto io, si parla senza sapere. da una parte e dall’altra. si parla solo di finanza e “dico cosi” “tu hai detto cola”
    > Questi sono i sintomi di un Paese impoverito moralmente,
    > incapace di etica pubblica, dove passano per stravaganti le poche
    > schiene dritte.
    visto che io sono ritenuto stravagante, lo ritengo un complimento.
    nonattribuitemi significati che non ho dato. ho citato tre frasi che sono condivisibili e che non sono propartisan..
    😉

Leave a Comment

Your email address will not be published. Required fields are marked *