Tendenze esponenziali: Da “Tutto nel PC” a “un PC in tutto” – EDITED

ComputingComputingCosto per unità di elaborazione.  impressionante.

Capire i trend esponenziali non è intuitivo, come insegna Kurzweil.

Da qualche giorno sto riflettendo sul rapporto tra evoluzione dell’hardware ed evoluzione delle TLC.

Ci tornerò su presto.

Intanto leggete il commento di Sandro!

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6 thoughts on “Tendenze esponenziali: Da “Tutto nel PC” a “un PC in tutto” – EDITED”

  1. I commenti a qs post non funzionavano, ho dovuto duplicare il post. Sandro ha postato questo commento sotto La fibra che ride.
    Ecco sistemato:
    Impressionente si… e non è ancora finita… anche perchè stiamo passando da uno scenario di “tutto nel PC” a quello “un PC in tutto”.
    Fra qualche anno (3 0 4) moltissimi una significativa percentuale di tutti gli apparati elettronici saranno connessi alla rete domestica e/o mobile, ognuno di essi con la potenza di calocolo di un PC attuale, ed avremo decine di teraflops distribuiti per tutta casa ( http://www.wired.com/wired/archive/15.03/start.html?pg=12).
    Tutta questa potenza di calcolo e di storage in casa ha bisogno di una sola cosa: “simmetria” e banda nelle prestazioni di networking (la banda costa molto meno della gestione della QoS).
    La vita reale della rete di sta sviluppando sempre più sviluppando ai bordi (edge) e nei grandi data center di Google e Microsoft e degli altri Service Internet Service Provider (mentre gli operatori e i fornitori di tecnologia tradizionali continuano a produrre carta sull’IMS aspirando alla continuità di un mondo che nei fatti non esiste più).
    Quando parlo di necessità di simmetria non mi riferisco solo ad applicazioni “clandestine” di P2P ma di sistemi distribuiti interoperanti.
    Il Vdls, accostato al all’1,8 Teraflops di una Playstation3, alle interfacce Ethernet su fibra da un 1 Gb a poche decine di dollari, sembra già preistoria…

  2. Alla base dell’internet delle cose non c’è solo NGN e l’interconnesione diffusa, ma serve anche il passaggio obbligatorio a IPv6 in modo da poter assegnare effettivamente ad ogni periferica un indirizzo che la localizza univocamente e in maniera determinata.
    Le reti implementate attualmente devono essere riconvertite e la realizzazione della NGN con FTTH o altro dovrà “ricordarsi” anche questo
    Ciao! 🙂

  3. Seguo il tema dell’IP v6 da almeno 7 anni aspettando la fine del mondo che non arriva mai, ed ancoara nulla… mha… forse l’Ing. Lele ha ragione, ma non mi sembra la barriere principale, piuttosto sarà una conseguenza del successo della interconnessione di milioni di apparati.
    Ritengo che invece l’interconnessione delle “cose” alla rete stia già accadendo sotto i nostri occhi.
    La barriera è data dalla penetrazione del broadband e dalla capacità delle persone di gestire l’interconessione ancora complessa da configurare L’ostacolo è IMHO dato dal ruolo obbligatorio di mediazione del PC.
    Apple sta facendo cose egregie da questo punto di vista ma ha ancora bisogno (forse per poco) di un PC nella rete domestica,
    In ogni caso la mela occupa sempre più superficie della grande distribuzione. Ora occupa le vetrine della Mondadri e della FNAC, non solo con l’iPod… provate a configurare un Airport express per connettere l’HiFi al PC, attraverso un router WiFi qualsiasi… 3 minuti e funziona,
    Quando basterà un gesto un telecomando per interagire con la rete domestica la penetrazione del broadband sarà pari a quella dei cellulari.

  4. Ciao Sandro,
    Forse hai ragione: l’IPv6 non è mai partito veramente perchè mancava sia il supporto nei sistemi operativi (Linux lo supporta già da anni ma Windows solo con Vista lo gestisce in maniera integrata) sia la reale necessità di un utilizzo diffuso.
    Questo però può essere sia una causa che un effetto perchè se non ci sono investimenti in questo senso, non credo che le aziende di elettrodomestici e apparati elettronici sviluppino un sistema integrato e standard di comunicazione su IPv4 se poi dopo pochi anni ti cambiano tutto…
    Come i condizionatori controllabili da remoto: utilizzano gli SMS e non interfacce Ethernet… :S
    Invece i cordless VoIP hanno la gestione via WEB tramite Ethernet, per esempio quello che utilizzo normalmente il Siemens C450 IP.
    Ciao! 🙂

  5. Caro Ing,. Lele,
    condivido, sostengo semplicemente che il primo passo verso la nuova interenet quella del machine 2 machine sarà spinta da due fattori:
    la nascita del web semantico sull’onda della trasformazione di tutte le applicazioni in Web Services,
    e la disponibilità di “PC” (computer con Sistema Operativo) embedded in quasi tutto,il nuovo stack di protocollo lo installi da remoto.
    Il resto verrà da se anche l’IPV6 (ma non sarà il momento dell’ IPv8?).

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