Digital Fingerprinting ? non funziona.

Link: NewTeeVee » Does Digital Fingerprinting Work?: An Investigative Report.

Audio and visual fingerprinting of copyrighted video is seen as the best way to combat infringement, but in NewTeeVee’s testing this week across multiple sites, it did not work.

Ho avuto dei confronti recentemente con delle persone dello "showbiz" che sostenevano che il watermarking/fingerprinting (ovvero mettere nei video dei pattern invisibili all’occhio ma ricnoscibili da una macchina) funziona. Io ho sempre detto di ritenerlo quantomeno assai improbabile.

Bene, questa verifica sul campo ha fugato i dubbi.

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7 thoughts on “Digital Fingerprinting ? non funziona.”

  1. Stefano,
    i siti di cui parla newteevee potrebbero aver annunciato ma non implementato.
    La tecnologia che immagino usino non credo sia “steganografica” perchè non congruente allo scopo, ma piuttosto il riconoscimento di qualche forma di hash ottenuto con tecniche di analisi automatica dell’immagine applicata a seguenze interne al video. Guardati questo post di MarcoB dell’Università di Firenze http://makeclean.iobloggo.com/archive.php?eid=262 che ha un sistema di questo tipo, assolutamente adatto alla ricerca di duplicati in un qualunque youtube
    Daltra parte la steganografia potrebbe funzionare per il tracking dei passaggi video sulle reti TV, è alla base di ogni decente montoraggio automatico per esempio della pubblicità. Credo che funzioni bene anche perchè non vedo le TV agire come hacker per destabilizzare sistemi perfettamente utili nell’ecosistema nel creare fiducia tra emittenti da una parte e inserzionisti pubblicitari o titolari di diritti dall’altra. E’ questo il caso dei tuoi contatti showbiz ?
    Non conosco poi la resistenza della steganografia a tentativi di rimozione da parte di tecnici esperti, immagino che sia comunque crackabile ma non ho nè esperienza nè evidenze a proposito: qualcuno ne ha ?

  2. Salve, sono il MarcoB citato da Lorenzo. Ecco i miei due centesimi:
    anche io non penso che venga usata la steganografia. Il video fingerprinting consiste proprio nel generare una rappresentazione compatta e possibilmente robusta dei contenuti dei video, per consentire una comparazione veloce e possibilmente senza troppi falsi positivi (suppongo che si cerchi di non avere falsi negativi).
    I problemi da risolvere sono diversi. Il primo direi è la robustezza dei descrittori: si deve resistere agli effetti dei codec e delle transcodifiche video, ai ridimensionamenti dei fotogrammi (es. da PAL/NTSC a formato di YouTube) , ai cambi di frame rate, etc.
    A questo punto si deve avere anche un metodo per confrontare le descrizioni di video diversi tale che sia possibile confrontare video sottoposti ad editing (es. selezioni di parti di video, rimontaggi).
    Infine si deve essere in grado di indicizzare il tutto per evitare di finire con una scansione sequenziale dell’archivio ogni volta che uno carica un nuovo video.
    Evidentemente i siti che hanno provato quelli di NewTeeVee o non hanno realmente implementato il sistema di Audible Magic o quel sistema non è robusto in uno dei tre punti che ho scritto.
    Per quanto riguarda il problema del tracking delle pubblicità: il caso è più semplice del problema del filtraggio dei video su YouTube/MySpace/Soapbox e si può risolvere una volta che si sono risolti i primi due punti.
    Infatti basta avere un sistema che all’ora in cui è prevista la trasmissione di una pubblicità prende il video trasmesso, ne crea la firma e la confronta con quella dello spot cercato: l’indicizzazione dei video non serve.

  3. Secondo me, il problema non deve essere tanto quello di identificare se un video è protetto da copyright o meno quanto quello di individure con certezza, in automatico, chi è il produttore e chi lo ha ricevuto in licenza d’uso.

  4. diciamo che se hai un sistema di fingerprinting quale descritto da Marco, ragionevolmente robusto, puoi creare anche un sistema pubblico di attribuzione del copyright.
    Io produco un video e, nel distribuirlo, posso dichiarare il sistema di fingerprinting usato e pubblicare “l’impronta” del video. Sarebbe equivalente ad un atto di possesso che può essere inserito in directory pubbliche, assoggettato poi a sistemi di ricerca automatici che possono funzionare sia contro l’uso non autorizzato che contro l’atto di possesso illeggittimo. Per capirci la directory potrebbe essere il mio weblog e il motore di ricerca potrebbe essere google, possibilità nemmeno tanto remota e il processo di attribuzione e monitoraggio sarebbe svolto attivamente da chi ha interesse grazie a specifici motori di ricerca di “impronte”
    Se il mio video finisce su altri siti o addirittura ritrasmesso in TV, ho sempre la possibilità di mandare una fattura a chi l’ha usato. Questo potrebbe diventare anche un sistema di licensing regolare con l’adozione di un listino che determina prezzi al minutaggio per ogni tipo di TV, sito web o sito personale. Sono sicuro che è un’opportunità che Microsoft considera grazie a Corbis, Google potrebbe arrivare a considerare grazie a youtube (ne ho scritto qui http://lulop.org/open/?p=190 )
    In ambito prof funzionerebbe bene perchè ha sempre funzionato così, le TV mandano in onda prima di sapere se possono, poi pagano senza problemi se ricevono una fattura a un prezzo ragionevole.
    In ambito nanopublishing aprirebbe magari la strada a sistemi di microtransazioni many-to-many che potrebbero anche funzionare nel remunerare la creatività ed incoraggiare la creazione di una economia dei contenuti più aperta e libera. Io per esempio vedrei di buon occhio se il “licensing engine” lo facesse Creative Commons

  5. Io (completamente a naso) dico che anche il “visual” fingerprinting non può dare garanzie. Le dà finchè non viene applicata una manipolazione (e una combinazione di più manipolazioni) previste dal sistema di fingerprinting. Ad esempio il sistema è resistente alla compressione, ma che succede se io applico un filtro seppia prima della compressione? E se lo applico dopo la compressione? L’hash che identifica il video cambia… allora bisogna prevedere tutte le manipolazioni e tutte le loro combinazioni… ma le manipolazioni possibili temo siano infinite! Il che significa che garanzia assoluta non c’è… al massimo si tratta di garanzie statistiche che tengono fintanto che non c’è volontà esplicita di bypassarle. Il che significa che per farle funzionare deve esistere il divieto di volerle bypassare (qualcosa tipo il DMCA)… Marco, ho detto fesserie?

  6. MFP: la resistenza di un sistema di fingerprinting rispetto alle manipolazioni dipende da diversi elementi. Per esempio in quello che abbiamo fatto noi si usano colore e texture come caratteristiche distintive, per cui sperimentalmente si è visto che si resiste a diversi effetti come blurring, compressione, saturazione dei colori, etc.
    Ad un certo punto ovviamente diventa difficile/impossibile riconoscere un video: per es. se prendi un video a colori e lo trasformi completamente in B/N e poi lo sfochi non si riesce a determinarne la similarità con l’originale (è quello che accade quando i criminali ripuliscono la scena del delitto: puoi essere Grishom ma non trovi niente). D’altro canto chi si metterebbe a guardare un video così rovinato ?
    Questo è anche il principio del watermarking: il sistema di watermarking deve essere abbastanza robusto da resistere ad effetti di image processing, fino al punto in cui l’eliminazione del marchio nascosto può essere fatta solo a patto di rovinare i contenuti protetti.

  7. il sistema che aveva in mente stefano nel postare la news è quello che lui ha descritto in un post sui modem DSL alcatel che non riesco a ritrovare: inserire una “firma” diversa per ogni copia digitale distribuita in maniera da poter risalire all’origine della pirateria, un pò quanto fa apple con la musica libera da DRM marchiata con l’email dell’acquirente, il tutto a fini dicamo “forensici” e con risvolti ovviamente agghiaccianti (nel senso di chilling effects)
    Il fingerprinting descritto da Marco affronta il compito di une descrizione univoca e sintetica del video in sè, per affrontare molti problemi relativi alla ricerca del video stesso. Quindi utilizzabili a fini copyright, ma anche per ottimizzare grandi DB con tanti duplicati video come quelli di youtube, per ritrovare tutte le trasmissioni della RAI che hanno trasmesso lo sbarco sulla luna, oppure per monitorare tutte le citazioni del mio video rilasciato sotto licenza CC
    Chiaro che, laddove nell’utilizzo forensico si richiede il massimo dei doppioni trovato con il minimo dei falsi positivi, in altri usi di ricerca l’utente avrebbe requisiti inferiori e quindi un prodotto “good enough” in puro stile web potrebbe “funzionare”.
    Quindi parlando di funzionamento del fingerprinting abbandoniamo il punto di vista delle major che vogliono stroncare ogni uso non esplicitamente autorizzato e pensiamo da utenti internet

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