Dopo Elitel, Intratec

E questo e’ il secondo del 2007 (dopo Elitel).

From: no-reply@vira.it 

Date: 27-lug-2007 18.14 Subject: [Intratec - Comunicazione ai clienti] To: omissis Gentile Cliente,                    come avra' avuto modo di leggere dai pochi organi di stampa che hanno riportato le notizie di cessazioni di servizi  unilaterali gia' "inflitti"  a Societa' concorrenti a Telecom Italia , constatiamo che è in atto da parte della stessa societa' una politica  di "riappropriazione" della Clientela tale da portare ad una sempre piu' difficile sopravvivenza degli Operatori Alternativi che, come Intratec, hanno sempre creduto nella qualita'  dei servizi e nella professionalita'. Telecom Italia sta utilizzando diversi strumenti di pressione derivanti dalla sua posizione dominante, non ultimi quelli delle pressioni finanziarie per annullare, di fatto, la concorrenza che si è creata in questi anni passando per l'oramai famosa "tassa" sulle linee solo dati che si prevede debba essere addebitata in maniera retroattiva sin dal febbraio 2006 sino ad arrivare  ai sistematici  guasti e disservizi  che fanno disperare i Clienti e i tecnici della nostra azienda. Cio' sta comportando  una sempre maggiore attivita' di "ostacolo" alle attivita' dei concorrenti e di polverizzazione dei gia' esigui margini, con azioni quali, la cessazione della fornitura di servizi ai Clienti Wholesale e la conseguente privazione di connettivita' agli utenti finali. Purtroppo, nonostante i ripetuti sforzi da parte di Intratec S.p.A. per scongiurare  tale malaugurata ipotesi, Telecom Italia ha notificato in data odierna alla societa' scrivente l'intenzione di procedere all'interruzione unilaterale dei servizi Wholesale a far data dal 2 Agosto 2007, con un margine di preavviso pressoché inesistente, creando un danno irreversibile ad Intratec spa. La nostra azienda si opporra' con ogni mezzo a questa palese violazione delle normative nazionali ed internazionali a tutela in primis della propria clientela, ma tuttavia ci corre l'obbligo di avvisare la stessa del possibile distacco dei servizi di connettivita' forniti dalla scrivente Societa', onde permettere al Cliente stesso di trovare, se lo desidera, una soluzione equivalente. Siamo spiacenti per le conseguenze di questo disservizio derivante da forza maggiore ed  imputabile esclusivamente alla volonta' di Telecom Italia e vogliamo sottolineare che questa comunicazione viene effettuata al fine di garantire i livelli di servizio sempre rispettati da Intratec ed al fine di rendere minimi i disagi inevitabilmente occorsi. Desideriamo altresi'  rendere noto che l'eventuale sospensione o annullamento del servizio adsl non interferisce con il regolare funzionamento del servizio Voce Voip che potra' essere usufruito a prescindere dell'operatore scelto per la connessione adsl. Con viva cordialita' Intratec Spa

In questo periodo c’e’ un tiro al bersaglio contro Gentiloni (che ho gia’ criticato per l’atteggiamento riguardo la censura), ma qui il referente e’ l’Agcom. (tornero’ su Gentiloni tra un paio di giorni)

I problemi sono stati l’abbassamento del margine all’ingrosso (retail minus), il ritardo nell’approvazione del bitstream e il sovrapprezzo delle naked nel bitstream incomprensibilmente maggiore alla differenza tra shared e full unbundling.

Qualche Commissario ha detto piu’ volte "non esistono operatori di serie A ed operatori di serie B" ma protetti dalla "collegialita’" delle decisioni del consiglio (non e’ dato sapere come votano i vari commissari), senza possibilita’ di registrazione di "dissenting opinion"  Agcom fa politica industriale avendo maggiormente cura di un tipo di concorrenti preferibilmente di altri. 

E’ stato favorito per anni l’unbundling rispetto ai wholesale (e questo e’ stato detto apertamente in pubblico in varie occasioni), approccio che la stessa Telecom ha detto pubblicamente essere anacronistico, invalidato dagli sviluppi della tecnologia.

I piccoli possono fallire, i grandi vanno protetti.

Vecchia abitudine questa dell’Italia di mantenere in vita aziende decotte imponendo gravami sul resto del sistema, aiutandole a non dover innovarsi, sostenendo posizioni insostenibili, rinviando i problemi che graveranno su chi verra’ dopo.

La mia idea e’ sempre la stessa, ci vuole One Network, un piano a breve/medio per FTTH, incentivi a lungo per wireless meshed con routing frattale,  e incentivare la competizione sui servizi.

Ma soprattutto, non discriminazione tra concorrenti di serie A e concorrenti di serie B.

If you like this post, please consider sharing it.

7 thoughts on “Dopo Elitel, Intratec”

  1. quinta ti leggo sempre volentieri (anche se velocemente): perché non spieghi, IN SINTESI e una volta per tutte, cosa intendi per One Network? Io non sono ancora riuscito a capirlo (colpa mia, ma non posso leggere tutto) e forse molti altri parecchi ignoranti come me. Lo dico senza alcun intento polemico, ma solo per fare una sana divulgazione al colto ma soprattutto all’inclita. ciao 🙂

  2. Di tutto un po

    ItalyBlogTv continua la sua sperimentazione, infatti Venerdì sera ho fatto la terza diretta fino a qui, con un risultato migliore rispetto alla volta precedente, infatti questa volta non si è bloccato tutto e ho potuto sapientemente mis…

  3. Ritorno a far visita su queste pagine, mosso da una certa preoccupazione nell’apprendere delle vicende occorse al sempre più disastrato panorama italiano.
    Leggere di aziende che arrancano nell’intento di offrire alternative, le quali per essere concorrenziali espongono i fautori a pericoli di insolvenze, è solo una constatazione della linea che si va definendo, al di là delle più o meno pacate insurrezioni da autorevoli voci del settore.
    Ho tuttavia un interrogativo il quale non trova risposta immediata:
    E’ davvero necessario rivolgersi unicamente al wholesale di Telecom, senza possibilità di attuare una diversificazione dell’acquisto all’ingrosso?
    La diversificazione espone a costi maggiori per certo, tuttavia permette di mantenere un certo controllo in previsione di situazioni come la corrente, di controversie con il fornitore che portino a situazioni di stallo, ovvero di poter continuare a operare, seppur in forma di sopravvivenza.
    Cito questa tua affermazione che mi lascia un luccichio negli occhi:
    “La mia idea e’ sempre la stessa, ci vuole One Network, un piano a breve/medio per FTTH, incentivi a lungo per wireless meshed con routing frattale, e incentivare la competizione sui servizi.”
    Il luccichio svanisce poi a fronte del medesimo problema ovvero l’approvvigionamento.
    Si può avere un’infrastruttura al dettaglio altamente modulare, la cui configurazione sia ben altro che statica, si possono utilizzare soluzioni che prevedano un basso impatto sui costi di gestione, permettendo altresì alla rete di mantenersi stabile.
    Per noi aziende di serie B, C, D, …, Z, senza timore e per amor del vero rientrante in queste categorie, è il problema di sempre.
    Problema che talvolta viene con leggerezza sottovalutato.
    Fintanto che le cose vanno bene si intende.
    Della tua frase che ho citato, incentivi e concetti da attuare a parte, attivare uno status di competizione sui servizi sarebbe forse la soluzione più immediata, richiedente la minima volontà in quella direzione.
    A parità di fornitura wholesale, gli sforzi per l’innovazione provenienti dal settore privato avrebbero un terreno fertile.
    Telecom rimane sempre un’impresa amorfa. Si pone alle spalle di molte aziende, alcune le controlla altre le asseconda.
    Ricostruire una mappa della sua tentacolare presenza è lavoro di certa nota, eppure sempre più di rado mi capita personalmente di aver contatti con entità del tutto svincolate da Essa.
    Qualcosa significherà.

  4. Premetto che non ho simpatia alcuna per Telecom che anzi ritengo una vera e propria “zavorra” per lo sviluppo del paese.
    Quello che mi sembra strano e’ che “di botto” chiudono intere societa’ per il semplice fatto che, a un certo punto, un fornitore si “ricorda” di farsi pagare.
    C’e’ qualcosa che non capisco, cosi’ “a pelle” sembrerebbe che il loro modello di business era assolutamente insostenibile o, peggio, che avevano la “certezza” di non dover pagare telecom. E poi qualcosa si e’ “inceppato”.
    Mi chiedo: che senso impostare un’azienda su un modello di business insostenibile ? decisamente c’è qualcosa che mi sfugge.

  5. Antonio,
    tu vedi che il mercato dei panini al prosciutto e’ promettente. i panini vengono venduti a 3,50 euro; il prosciutto lo fai tu e ti costa 50 centesimi e il pane lo compri dal monopolista a 2 euro.
    ti restano 1 euro di margine; da solo riesci a fare 100 panini al giorno e, di certo non diventi ricco, ma campi discretamente.
    un giorno ti dicono che il pane non costa piu’ 2 euro, ma 2,50; il tuo margine scende a 50 centesimi. riesci a sopravvivere.
    Ti incavoli, imprechi, ma speri che qualcosa cambi e vai avanti. d’altro canto hai gia’ un certo numero di clienti per i quali ti sei impegnato a fornire panini quotidianamente.
    Cerchi di diversificare e compri le focacce farcite; le focacce ti costano 2,20 euro, il prosciutto sempre 0,50 e si vendono a 3,40 euro. E’ un mercato un po’ di nicchia, non hai piu’ il margine di un euro che avevi quando avevi deciso di partire con l’attivita’, ma di 70 centesimi, che e’ sempre meglio dei 50 centesimi del pane.
    cosi’ campi.
    poi ti dicono che il prezzo delle focacce aumenta da 2,20 a 2,60 e il tuo margine sulle focacce farcite si riduce a 30 centesimi; quello sui panini e’ sempre di 50 centesimi.
    con questi margini, fai fatica a sopravvivere.
    oltre al danno la beffa, “pare” che questo aumento non riguardi le focacce da domani in poi, ma che tu debba pagare un prezzo piu’ alto su tutte le focacce che hai comprato nell’ultimo anno.
    quel margine che ti consentiva di sopravvivere a fatica, adesso non servira’ a sopravvivere ma a pagare un prezzo aumentato retroattivamente.
    d’altro canto chi ti vende il pane e le focacce e’ quello che le vende a tutti e ha molti debiti da pagare, non vorrai che sia lui messo in difficolta’…
    meglio che sia il piccolo bottegaio, che non il grande fornaio.
    diciamo che le sfumature sono diverse, c’e’ qualche imprecisione nell’analogia, ma questa favola rende abbastanza…

  6. Aghost, One Network e’ l’idea di avere una sola rete fissa condivisa da tutti gli operatori, i cui costi di gestione, ampiamento, ecc. vengono spalmati proporzionalmente sugli operatori sulla base del numero dei loro utenti.
    La rete infatti, a tendere e’ una; i costi della rete sono fissi e dipendono in larga misura dal numero di porte e non dal traffico.
    Se vai nella sezione iterviste e citazioni trovi un mio articolo su beltel con una analogia sugli acqueodtti. ovviamente ci sono tutti i idstinguo del caso, ma era un pezzo divulgativo..

Leave a Reply to Stefano Quintarelli Cancel Reply

Your email address will not be published. Required fields are marked *