Chez ASA: Ritardi nei pagamenti

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Ne aveva parlato Paolo in un suo post, e ne aveva parlato anche Nicola Rossi, per esprimere dubbi sull’entità del surplus di entrate dello Stato: il tema è quello dei ritardi nei pagamenti ai fornitori da parte della PA e delle grandi aziende a Pmi e professionisti.

Su IO Donna di oggi, la Gabanelli lo riprende con le cifre.

L’Unione Europea nel 1999 impone che i pagamenti ai fornitori debbano essere fatti entro 30 giorni. Letta e Bersani riprendono la direttiva anche per l’Italia, allora.

A 8 anni di distanza ecco i tempi di pagamento: Germania 28gg, Finlandia 14, Italia 120. I fornitori di Asl, ministeri e Regioni aspettano fino a 180 giorni.

Secondo la Fédération Nationale de l’Informqtion d’Entreprises, un fallimento su 4 era dovuto ai ritardi nei pagamenti e riguardava il 51% di imprenditori greci, il 50% di italiani e inglesi, il 46% di francesi.

Forse l’attuazione di una disposizione dello Stato potrebbe migliorare l’economia del Paese, più degli incentivi e la riduzione delle tasse alle imprese, come chiede Montezemolo.

Che dovrebbe guardare anche in casa sua. Le grandi imprese non sono più virtuose del Pubblico. Anche questo è un modo di fare "sistema".

Sottoscrivo.

La mia famiglia negli anni 80 si era aggiudicata un finanziamento per un certo lavoro. I soldi non sono mai arrivati.

Tra la aggiudicazione e l’erogazione c’e’ un mare di tempo, burocrazia, intoppi, possibili prevaricazioni e discrezionalita’ che, senza avere "santi in paradiso", i soldi non sono arrivati. (Non posso affermare che avendo "santi in paradiso" sarebbero arrivati).

Per questo non ho mai contato su finanziamenti pubblici. Meglio dedicare il tempo a guadagnare soldi veri.

Una delle mie aziende che, quando ho cambiato attivita’, ho lasciato ai collaboratori, lavorava per Olivetti, IBM, Pirelli, ecc.

Dopo che si consegnava il lavoro si doveva ottenere una verbalizzazione della consegna che consentiva di andare all’ufficio acquisti per farsi pagare, ben oltre i 180 giorni dalla consegna.

Tra l’inizio del lavoro e l’incasso poteva passare quasi un anno.

Dopo 6 mesi di lavoro per questa azienda l’ufficio acquisti ci disse "bene, adesso state iniziando a incassare per cui non dovete piu’ andare in banca a farvi prestare i soldi per sopravvivere, per cui, invece di pagare interessi alle banche, ci fate uno sconto o non lavorate piu’ per noi".   

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4 thoughts on “Chez ASA: Ritardi nei pagamenti”

  1. Quello che certa gente non capisce e’ che a furia di tirare il collo ai fornitori chi ci rimette e’ l’azienda stessa.
    E’ la vecchia storia della luna ed il dito, l’impiegato di turno cerca solo di farsi bello ai piani alti sperando di avere premi e promozioni, quando abbandonera’ la nave che affonda pero’ lui sara sempre quello che ha fatto risparmiare l’ X% rispetto alla precedente gestione.

  2. purtroppo capita anche di lavorare con fornitori inadempienti, e ricattare sui tempi di pagamento è l’unica (orribile) possibilità di farsi ascoltare. Se non si creano circoli virtuosi di rispetto reciproco, poi è un casino.

  3. Bella l’ultima frase: mi presteresti quei clienti?
    Sarebbero meglio dei miei che semplicemente non pagano accampando scuse assurde consapevoli che quando anche li portassi in tribunale otterrebbero un cospicuo sconto e, visti i tempi biblici, anche un termine di pagamento reale ben oltre l’anno.
    Per non parlare di quelli che per via dei ritardi di pagamento della PA vanno in liquidazione e quindi del credito che vantavo riceverò solo briciole e pure a babbo morto.
    Ripropongo l’ironica richiesta: mi passi quei clienti? Almeno hanno tempi certi di pagamento (il che ti da la possibilità di farti finanziare dalla banca) e che se vogliono uno sconto te lo impongono senza mercanteggiare partendo dal “non ti pago nulla”

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