De Julio
La separazione societaria faciliterebbe infatti il progetto di investimento sulla nuova rete, allo studio del ministero dello Sviluppo economico. La soluzione migliore, ed è questa la seconda considerazione – sarebbe infatti quella di «creare un grande contenitore in cui far confluire anche i numerosi investimenti e iniziative regionali nella banda larga, con l’obiettivo dunque di dar vita a un progetto più ampio». In questo scenario il ruolo della Cdp avrebbe il duplice vantaggio di «contribuire alla realizzazione della banda larga e accelerare la realizzazione di questo piano». Del resto, conclude de Julio, «allo sviluppo della Rete è legato lo sviluppo del Paese».
Che ci siamo parlati ?
Le parole sono quasi sempre ottime, sono i risutati e che contano.
Tutti i piani che ho visto passare in questi anni erano, sulla carta, volti a dare una risposta all’annoso problema del digital divide, geofrafico e culturale, nonchè a modificare lo status di “semimonopolio”, in realta hanno quasi sempre generato barconi ingovernabili e non hanno perseguito il target autoimposto.
Potrei benissimo citare esempi…
La separazione societaria è una strada ottima ma personalmente verificheri prima come i denari del servizio universale vengano ad oggi spesi…
giusto per sapere quanta cassa c’è e come questa è spesa….
(e lì i dati, non le somme, dovrebbero essere già pubblici anche se per me irreperibili).
poi mi fanno sempre paura le parole
“con l’obiettivo dunque di dar vita a un progetto più ampio”…
mi sa di, poi posso errare, frase tipica pre-“barconi”…
de Julio e la Rete come motore dello sviluppo del paese
Stefano Quintarelli riporta le dichiarazioni di Umberto de Julio rilasciate al Sole24ore: La separazione societaria faciliterebbe infatti il progetto di investimento sulla nuova rete, allo studio del ministero dello Sviluppo economico. La soluzione mig…
questo De Julio non era un dirigente SIP? o sbaglio
Io quando sento nominare CDP ho i brividi giu’ per la schiena. Questa classe politica ha ampiamente dimostrato che non sa o non puo’ gestire progetti di ampio respiro. Molto meglio una societa’ privata e totalmentre slegata dall’intevento pubblico che e’ proprietaria della rete e vende i propri servizi alle societa’ di tlc. Per coprire settori scarsamente remunerativi si puo’ pensare ad un contributo pubblico a fronte di un preciso contratto di servizio. Ma dal punto di vista societario, qualsiasi commistione col pubblico perterebbe inevitabilmente alla trasformazione della societa’ da creatore e gestore di reti a creatore e gestore di consenso e poltrone.