Sentenza-lampo della Consulta: sì ai referendum

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Cerco di essere ottimista.
Spero che ora le 3-4 persone che contano decidano di fare una legge elettorale che favorisca alternanza e governabilità, a scapito della rilevanza e potere negoziale dei partiti più piccoli.

Questo probabilmente porterebbe alla caduta del governo (i piccoli danneggiati lo farebbero cadere) ed alla necessaria nascita di un governo nopartisan mentre si fa la legge elettorale.

Mi resta un dubbio. Anche se poi avessimo 3-4 partiti dei quali 2 grossi, l’assenza di vincolo di mandato non riprodurrebbe gli stessi effetti negozial-consociativi ma tra correnti, correntine e correntoni ?

Quale meccanismo potrebbe limitare questo rischio ? forse il limite a due mandati per i parlamentari ?

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4 thoughts on “Sentenza-lampo della Consulta: sì ai referendum”

  1. una serie di punti comuni. Sui quali gli schieramenti concordano(sia opposizione che governo) e che vanno portati a termine nei 5 anni di governo.

  2. Un sistema elettorale può essere migliore di un altro, su questo non c’è dubbio ma sono tutti inadeguati se i politici che si presentano alle elezioni sono sempre quelli e se noi continuiamo a votare sempre quelli.
    Come conseguenza mi sorge spontanea la domanda: quando ti candidi alla guida del paese?
    Se proprio non tu almeno qualcuno che abbia l’umiltà di appoggiarsi a tecnici indipendenti su tutte le varie questioni dove bisogna mettere mano.

  3. Nessun sistema elettorale è perfetto, conta lo spirito con cui si fa politica.
    Siamo l’unico paese in europa che continua a discutere (e cambiare) di sistema elettorale, quando all’estero è solo un modo per stabilire che governa e chi no.
    Il referendum è un bellissimo strumento ma senza più nessun appeal reale da quando con oltre 85% vinse il maggioritario, la classe politica ha apportato mille varianti fino a riabbracciare il sistema proporzionale (infischiandosene dei risultati del referendum).
    Stiamo discutendo di legge elettorale, moratoria sull’aborto, dove mettere i rifiuti campani, se la magistratura è buona o cattiva….intanto fra poco avremo un nuovo presidente degli stati uniti e ci saranno nuove sfide da affrontare, tra cui quella tecnologica, con noi sempre ad inseguire.
    L’unico rimedio ed essere consapevoli che non dobbiamo più votare tutti i partiti tradizionali ma cercare nuove forse politiche anche a costo di votare un partito che raccoglie lo 0,8%

  4. Stefano, il principio dell’assenza di vincolo di mandato, contrariamente a quanto può sembrare, è uno dei principi, formali, cardine di un sistema rappresentativo.
    Le sua giustificazioni è la seguente:
    i nostri rappresentanti, i parlamentari, sono lì per effettuare delle scelte, non per rappresentare in toto la volontà dei loro elettori (cosa che tra l’altro risulterebbe impossibile).
    Inoltre, l’assenza di vincolo di mandato è una tutela affinché gli eletti possano esercitare il mandato secondo la propria coscienza, indipendentemente quali che siano stati i potentati economici, sociali o le lobby che ne hanno permesso l’elezione.
    Questo è il principio formale, l’applicazione sostanziale è altro… Ma solo poiché il cerchio non si chiude con il giudizio del rappresentato sul rappresentante alle elezioni successive (hai fatto male: non ti ridò il voto, e viceversa)!! Così i politici finiscono per non pagare mai per le scelte sbagliate, o per quelle mai fatte, durante il loro incarico. IMHO
    Certo, occorrerebbe una vera Accountability, ma questo è un altro discorso…
    Per rendere più stabile il sistema bisogna innanzitutto introdurre l’istituto della “sfiducia costruttiva”: il parlamento per sfiduciare un governo deve contestualmente dare la fiducia a un altro capo di governo.
    -battaglia portata avanti tra gli altri dal Prof. Sartori sulle colonne del Corriere-

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