Ricevo da Genna, Presidente di ECTA (l’associazione degli operatori alternativi europei) e con il suo consenso ripubblico. Qui potete scaricare il foglio elettronico
con i dati e il Comunicato stampa
di ECTA.
Il Comunicato stampa rivela una situazione allarmante:
REPORT SHOWS INCUMBENT OPERATORS COULD CONTROL 80% of NEXT GENERATION BROADBAND MARKET – ECTA urges European policy-makers to approve powers for functional separation as competitive impetus wanes
Mi scrive anche questo dettaglio sulla situazione italiana:
1. Diffusione della banda larga (Penetrazione Broadband, colonna AU)
L’Italia (16,5) si sta allontanando dalla media UE (19,8) ed è sempre più distante dai paesi comparabili come Francia, UK, Germania. Siamo lontanissimi, ovviamente, dai paesi nordici. Nell’Europa dei 15 siamo superati anche dall’Irlanda, e seguiti da vicino dal Portogallo. In sostanza, la banda larga in Italia è meno diffusa che in altri paesi, a prescindere da circostanze di omogeneità industriale e sociale.
2. Crescita della banda larga nel periodo settembre 2006-settembre 2007 (colonna AT).
In Italia vi è stata una crescita inferiore a quella media europea, così accentuandosi il ritardo con i paesi comparabili, dove la crescita si attesta comunque tra il 5% ed il 10% . In altri paesi la crescita è esponenziale, cioè oltre il 20%, ma questo si spiega perché si partiva dal basso
3. Quota di mercato dell’incumbent, attuale, precedente e differenza % (colonne R, S ,T )
La quota di mercato di Telecom Italia (64%) è in assoluto la più in alta in Europa, con la sole eccezioni di Cipro e Lussemburgo. Stiamo peggio della Grecia e di tutti i paesi dell’est.
I dati italiani sono gravi non solo perché riflettono una situazione peggiore di altri paesi, ma anche perché indicano l’incapacità del paese di recuperare il gap. Anzi, la distanza con il resto d’Europea si va accentuando.
Questo quadro allarmante è dovuto alla combinazione di 2 fattori:
(i) un comportamento estremamente aggressivo di Telecom Italia che viola ripetutamente le normative : dal 1995 ad oggi Telecom Italia è stata condannata per violazione delle norme antitrust ben 12 volte (Allego i dati). In sostanza, Telecom Italia si preoccupa di aumentare la propria quota di mercato ai danni dei concorrenti (in particolare con pratiche di win-back), ma non ha interesse a far crescere il mercato nel suo complesso; la normativa antitrust non è sufficiente ad impedire questo andazzo perché le sanzioni e la durata dei procedimenti non costituiscono un deterrente sufficiente;
(ii) la debolezza della regolamentazione. Per quanto la normativa italiana sia tra le migliori in Europa, la ricaduta benefica in termini di mercato della banda larga non si vede. La legge al momento non conferisce ad AGCOM poteri sanzionatori e di intervento tali da indurre concretamente Telecom Italia a rispettare le norme diligentemente e per tempo.
Vedremo il nuovo corso di Telecom, io sono moderatamente fiducioso (si sa che sono un ottimista)…
Tanto per cambiare
L’Italia agli ultimi posti in Europa per la banda larga – Stefano Quintarelli